martedì 24 marzo 2020

Sottozero (1987)

di Gian Luigi Polidoro




Regia: Gian Luigi Polidoro. Soggetto e Sceneggiatura: Rodolfo Sonego. Fotografia. Roberto Forges Davanzati. Montaggio: Raimondo Crociani, Laura Caccianti. Scenografia. Luciano Spadoni, Renato Lori. Costumi: Luciana Marinucci, Roberta Guidi Di Bagno. Trucco: Luciano Giustini. Musiche: Umberto Smaila. Produttore: Claudio Bonivento. Casa di Produzione. Numero Uno Cinematografica, Reteitalia. Interpreti: Jerry Calà (Luigi), Angelo Infanti (Antonio), Antonella Interlenghi (Paola), Annie Papa (Athena). Durata. 93’. Genere: Drammatico.


Luigi (Calà) lavora in una fabbrica del trevigiano, vive con Paola (Interlenghi), moglie depressa, sempre sotto psicofarmaci, sogna di comprare un bar (vede l’insegna sotto casa) e cerca di trovare il modo per guadagnare i soldi che gli servono. Pensa a un finto infortunio sul lavoro, perdere un braccio gli procurerebbe una discreta somma, ma quando sente dire che cercano personale in Norvegia per lavorare su una piattaforma artica, decide di partire. Arrivato sul posto di lavoro, conosce il connazionale Antonio (Infanti) che gli rende sopportabile la permanenza, trova Athena (Papa), una donna con cui ingannare la solitudine, infine comprende diverse cose sul passato del collega che lo riguardano da vicino. 


Paola aveva stipulato una polizza (rivelatasi fasulla) con il presunto amico, pagando il contratto con l’orologio d’oro del marito (ricordo del padre), quindi era andata a letto con lui. Tutte cose che Calà, al ritorno, terrà per sé, pur facendo capire alla moglie di sapere ogni cosa, mostrando il vecchio orologio, decidendo di mettere una pietra sul passato e ricominciare insieme. Un film scritto da Rodolfo Sonego, destinato ad Alberto Sordi, girato in mezzo alle nevi perenni della Norvegia con tecnica a metà strada tra il documentaristico e il televisivo. Jerry Calà è impegnato in un’interpretazione non strettamente comica, non se la cava male, ma il soggetto sembra troppo diluito, al punto che attendiamo il finale sempre dietro l’angolo. 


La fine perfetta sarebbe dopo un grave incidente sulla piattaforma con Antonio che rischia la vita per salvare Luigi; in ospedale pare che l’amico sia morto, fino a quando (con un labiale vaffanculo) fa capire a tutti di averla scampata. Regista e sceneggiatore, purtroppo, vanno avanti imperterriti, allungano un brodo abbastanza insipido, mostrano litigi tra amici, partite a poker (con carte italiane), vincite milionarie e un ritorno a casa con la consapevolezza di un tradimento. 


Troppo lento il montaggio, anonima la fotografia - nonostante i paesaggi stupendi -, monocorde la colonna sonora, sceneggiatura in affanno, il film termina lentamente, tra sbadigli e noia. Un’ambientazione perfetta per un documentario ma i tempi sono più vicini alla necessità di comunicare informazioni che ai ritmi spettacolari. Nel grigiore di un’opera trascurabile, si salvano Calà e Infanti, coppia ben assortita, con qualche battuta d’altri tempi del primo (Per me vanno bene tutti: froci, lesbiche, intellettuali!) e un po’ di romanesco alla Milian/Amendola del secondo. Girato tra Pieve di Soligo (titoli di testa) e la Norvegia (Comune di Alta, contea di Finnmark). Leitmotiv del film: un orologio d’oro da tasca, che è la chiave di tutto.


Gian Luigi Polidoro (Bassano del Grappa, 1928 - Roma, 2000) - allievo di Francesco Pasinetti, diplomato al Centro Sperimentale, grande vecchio del nostro cinema e ottimo documentarista - è alla sua ultima prova d’autore. La costante della sua opera è l’analisi dei comportamenti degli italiani all’estero, cosa che affronta anche in Sottozero, come aveva già fatto ne Il diavolo (interpretato da Alberto Sordi) e ne Le svedesi, sulla differenza tra italiani e svedesi in tema di sesso. I suoi film non strettamente documentaristici (Terra di pastori, Gente della laguna, Festa delle gondole …) stigmatizzano il provincialismo della cultura italiana e approfondiscono argomenti di natura erotica. Tra i lavori di un certo interesse: Una moglie americana (1964), Sadik (episodio di Thrilling, 1965), Una moglie giapponese? (1968), Satyricon (1973), Fischia il sesso (1973), Permette signora che ami vostra figlia? (1973).


Gian Luigi Polidoro

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