Gordiano Lupi - Storia della commedia sexy aall'italiana
Pagine 230 - Euro 16 - SENSOINVERSO EDIZIONI (Ravenna)
La commedia erotica, detta anche commedia sexy o
commedia scollacciata, deriva dalla commedia all’italiana e presenta una
commistione di diversi generi cine-letterari. La commedia sexy comincia a far
parlare di sé a partire dagli inizi degli anni Settanta, un periodo poco
florido per il cinema italiano, che vive all’ombra dei grandi successi
statunitensi. I prodotti italiani nascono come puro cinema di imitazione sulla
scia dei lavori d’oltreoceano, nella speranza di bissarne i grandi incassi al
botteghino. Questo assunto
presenta le dovute eccezioni. Pensiamo a un genere come lo spaghetti western
che, pur attingendo dal cinema statunitense, da Sergio Leone in poi presenta
una ben precisa originalità. Per l’horror vale lo stesso discorso, perché
registi come Lucio Fulci, Dario Argento e Joe D’Amato rappresentano una via
italiana alla cinematografia del brivido. La commedia sexy, però, è un genere
italiano al cento per cento ed è una diretta filiazione della commedia
classica, forse è il solo genere a non risentire di alcuna suggestione
esterofila. Nella commedia erotica tutto deriva dalla nostra cultura: luoghi,
circostanze, situazioni, erotismo morboso e malizioso. I registi che praticano
il genere si limitano a trasporre sul grande schermo l’immaginario erotico
dell’italiano medio e strizzano l’occhio alle fantasie degli adolescenti. Per questo
vediamo sfilare sul grande schermo una serie di bellezze che prendono le
sembianze di vigilesse, poliziotte, insegnanti, studentesse, dottoresse,
infermiere, maestre di scuola e chi più ne ha più ne metta. Le interpreti della
commedia erotica sono attrici belle e maliziose, ma dotate di una sensualità
naturale, lontana anni luce dalla bellezza artificiale di certe attrici
contemporanee. Queste attrici vestono i panni delle donne che ogni giorno
frequentano la vita dell’italiano medio ed è così che il sogno erotico sembra a
portata di mano. I registi giocano su questo fatto e accanto alla bellezza di
turno utilizzano attori comici bravi ma non belli, come Lino Banfi e Alvaro
Vitali, e li mettono al centro di situazioni erotiche piccanti. I sogni del maschio
italiano si fanno realtà, anche se sono sempre le donne a condurre il gioco e a
far capitolare gli uomini. Le commedie sexy hanno una trama semplice e spesso
prevedibile, anche se i film davvero riusciti non sono uguali uno all’altro. I
comici bravi improvvisano e caratterizzano certe pellicole, così come i registi
più dotati imprimono un marchio d’autore riconoscibile. La commedia sexy, come
tanto cinema italiano originale di quel periodo storico, non è cinema di serie
B e certa critica importante ha la
responsabilità di averne affrettato la scomparsa. Adesso possiamo pure
rivalutare la commedia erotica, ma resta il fatto che il nostro cinema ha
lasciato morire il suo unico genere originale. La commedia sexy, fin dal suo
apparire, riscuote un grande successo di pubblico e nessuna attenzione da parte
della critica, che stronca per principio ogni pellicola. In questi film si
raccontano spaccati di provincia, gelosie, amori, tradimenti, invidie, sempre
con il sorriso sulle labbra, ricorrendo spesso a una comicità di grana grossa.
Immancabili le bellezze discinte, le docce, gli sguardi furtivi dal buco della
serratura, i reggicalze, le gonne che si alzano improvvise, una scala
provvidenziale sotto la quale spiare i segreti del sesso e via dicendo. Possiamo
dire, con Gian Luca Castoldi, che è da Signore
e signori (1965) di Pietro Germi che la commedia all’italiana comincia a
virare verso un erotismo più accentuato. Il primo esempio di commedia sexy,
secondo Bruschini e Tentori, è Vedove
inconsolabili in cerca di distrazioni
(1969) di Bruno Gaburro, mentre per altri resta Mazzabubù… quante corna stanno quaggiù (1970) di Mariano Laurenti.
A ben guardare, però, sono due pellicole che possono sempre essere ricondotte
nel quadro più ampio della commedia all’italiana. Non è facile indicare con
precisione una pellicola che ha cominciato a introdurre varianti sexy nella
commedia all’italiana, perché anche nello schema classico un velato erotismo
c’è sempre stato. Il modello fondamentale resta Malizia (1973) di Salvatore Samperi, una pellicola di livello
superiore alla media che detta gli stilemi imprescindibili del genere. La
commedia sexy comincia a farsi spazio nei gusti degli spettatori italiani ormai
stanchi del decamerotico. Malizia (1973) di Salvatore Samperi è
il film che apre le porte al genere ed è il capostipite di tutte quelle
commedie scollacciate che hanno la famiglia come campo d’azione delle
situazioni perverse. Chi non ricorda la sexy cameriera Laura Antonelli mentre
seduce il giovanissimo Alessandro Momo? Il reggicalze, la scala sotto la quale
spiare le gambe, la doccia nuda e il buco della serratura, tutte le malizie del
genere cominciano proprio da Malizia.
La stessa Laura Antonelli interpreterà altri film sulla stessa falsariga ma non
riuscirà mai a bissare il successo dell’originale. Cose come Peccato veniale (1974), Scandalo (1976), Nenè (1977), Casta e pura
(1981) e infine il pessimo Malizia 2000
(1991) sono decisamente inferiori. La commedia sexy riunisce due elementi
fondamentali: un po’ di sesso non troppo spinto e una comicità di bassa lega,
quasi sempre piuttosto volgare. Tra le prime commedie sexy possiamo citare Non commettere atti impuri (1971) di
Giulio Petroni con Barbara Bouchet. La commedia sexy si divide in sottogeneri:
famigliare, professioni, scolastico e militare, secondo l’ambiente dove viene
inserita l’azione comico - erotica. Questi film vengono quasi sempre girati in
provincia e riproducono la vita dell’Italia lontana dai grandi centri, spesso è
la Puglia che
la fa da padrona, forse perché in quel periodo sta cercando un lancio
turistico. Sono film che piacciono molto in provincia dove il pubblico
frequenta le sale anche solo per guardare le bellezze provocanti delle
protagoniste. Logico che ambientare in provincia l’azione filmica comporta una
maggior identificazione nei sogni erotici dello spettatore. Le donne sono
importanti nella commedia sexy e il buon andamento del film dipende dalla
scelta dell’attrice: Edwige Fenech e Gloria Guida vogliono dire successo sicuro
presso un certo tipo di pubblico. La prima è indicata per rivestire ruoli da
insegnante, poliziotta e dottoressa, mentre la seconda è perfetta come
ragazzina maliziosa, studentessa e torbida amante di vecchi sporcaccioni. Altre
sexy star da non dimenticare sono Barbara Bouchet, Carmen Villani, Nadia
Cassini, Laura Antonelli, ma l’elenco sarebbe interminabile. La commedia sexy
non è tale senza le solite scene di doccia, le spiate dal buco della serratura,
le trovate da pochade, le volgarità
gratuite, le flatulenze, i rumori corporali, le battutacce grevi e volgari.
Tutto come da copione. Tra i registi che hanno praticato la
commedia sexy citiamo Sergio Martino, Nando Cicero, Mariano Laurenti, Marino
Girolami, Michele Massimo Tarantini, Marino Girolami, Gianfranco Baldanello,
Mauro Ivaldi, Giuliano Carnimeo, Tiziano Longo, Nello Rossati, Bruno Corbucci e
Sergio Corbucci. Non dimentichiamo che si sono cimentati nel genere anche
registi come Lucio Fulci, Luigi Cozzi, Joe D’Amato, Umberto Lenzi, Mino
Guerrini, Massimo Dallamano e molti altri.
(Foto di libro con Dargys)
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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