Regia: Aldo Grimaldi. Soggetto e Sceneggiatura: Dardano Sacchetti.
Fotografia: Angelo Lotti. Montaggio: Luigi Gorini. Musiche: Piero Umiliani.
Scenografie: Franco Bottari. Trucco: Pietro Tenoglio. Produzione: European Film
Distribuzione. Distribuzione: Harold Film. Durata: 92’. Genere: Commedia Sexy.
Interpreti: Anna Maria Rizzoli (moglie di Orazio), Carlo Giuffrè (Orazio),
Pippo Santonastaso (Amedeo), Ada Pometti (Guendalina, la cameriera), Raf Luca
(Billy), Maurice Poli (Il Marsigliese), Giorgio Bracardi (Amedeo Ferretti),
Isabella Biagini (Pucci Ferretti), Tognella (non accreditato).
Aldo
Grimaldi (1942 -
1990), figlio del regista - sceneggiatore Gianni, si forma alla scuola di Matarazzo,
Fizzarotti, Russo e Steno, esordisce alla regia nel musicarello con Al
Bano e Romina Power (Nel sole, 1967), prosegue nel solco di un cinema
commerciale dirigendo - tra gli altri - alcuni Franco & Ciccio movie. Nel campo del sexy citiamo Quando le
donne si chiamavano madonne (1972), un decamerotico
sofisticato interpretato da Edwige Fenech e Don Backy (si veda Le Dive Nude
- il cinema sexy di Gloria Guida e Edwige Fenech - Profondo Rosso, 2006)
e Amanti miei, un erotico spinto ma di poche pretese interpretato da
Cindy Leadbatter e Anna Maria Clementi. Aldo Grimaldi lascia il cinema con il
terribile Champagne in Paradiso (1984), un ritorno del musicarello
con Al Bano e Romina che fanno la storia dei loro successi. Non se ne sentiva
il bisogno.
La cameriera seduce i villeggianti (1979) è il suo penultimo
film, tarda commedia sexy che porta i segni di tutta la stanchezza di un genere
ormai sin troppo sfruttato. Grimaldi non è un esperto di commedie scollacciate
e certi attori sono del tutto impresentabili. Giorgio Bracardi e Pippo
Santonastaso divertono in radio e in televisione ma sul grande schermo
naufragano miseramente. Isabella Biagini, Maurice Poli e Carlo Giuffrè alzano
il livello di recitazione, ma si cade di nuovo quando entra in scena un pessimo
Raf Luca. Anna Maria Rizzoli è la protagonista, la storia è costruita per
sfoggiare tutta la sua bellezza prorompente, ma è l’attrice la prima a definire
la pellicola “un filmetto mediocre”.
Ada Pometti è la cameriera del fuorviante
titolo, perché in realtà non seduce nessuno, legge fotoromanzi e finisce per
sbaglio nel letto di Giuffrè, ma niente più. Mancano le idee, una tarda
commedia erotica priva di nerbo e inventiva, scritta per esibire le grazie
della bella attrice milanese ma senza osare troppo. Forse sono più sexy i
personaggi interpretati da Isabella Biagini (stralunata ninfomane) e Ada
Pometti (disinibita cameriera).
In breve la trama. Orazio (Giuffrè)
e Marina (Rizzoli), gestori di una pensioncina, hanno alcune cambiali in
sospeso con i coniugi Amedeo (Bracardi) e Pucci Ferretti (Biagini). Fra i
quattro si innesca un giro di seduzioni e scappatelle, nel quale vengono
coinvolti un trafficante di droga (Luca), un gangster (Santonastaso), un
brigadiere (Poli) e la maldestra cameriera Guendalina (Pometti). Dardano Sacchetti viene accreditato
dai titoli di testa come autore di soggetto e sceneggiatura, ma ci ha confidato
di aver firmato una pellicola che non conosce neppure, in cambio di altri
contratti. Infatti non è proprio il suo genere. Non resta che attribuire la
responsabilità di una scrittura sciatta e approssimativa al regista, che segue
(male) la lezione di Feydeau e imbastisce una pochade a base di scambi di camere, copie e tanti equivoci. Il film
è una noiosa farsa scollacciata, costruita a imitazione di prodotti meglio
riusciti, ambientata (per gli esterni) nell’Hotel Miraggio a Fregene, comune di
Fiumicino.
Neppure un attore come Carlo Giuffrè riesce a regalare un momento di
ilarità al povero spettatore, pare svogliato e assente, sia nelle parti sexy
che nei siparietti comici prevedibili e ripetitivi. Giorgio Bracardi è
addirittura irritante, nonostante l’originalità del repertorio di smorfie e
pernacchie. Va ricordato quando tasta ripetutamente il seno della Rizzoli e
strabuzza gli occhi estraendo più volte la lingua con la sua tipica mimica.
Pippo Santonastaso cerca di recitare scenette da cinema muto ma ci riesce poco,
Raf Luca è addirittura indecoroso. Biagini, Rizzoli e Pometti mostrano poco o
niente e quanto a recitazione meglio non parlarne. Bene la musica di Piero
Umiliani, tra motivetti sexy e pezzi di jazz come Discomania, sigla finale del 90° minuto di Paolo Valenti. Un film
che si dipana tra equivoci e malintesi, dopo una buona mezz’ora introduttiva
che sembra non condurre da nessuna parte. Commedia sexy al tramonto, senza
possibilità di rivalutazione.
La versione spagnola (Camarera de
Hotel) sfoggia una locandina ultra sexy con la Rizzoli versione colf, seminuda
e a novanta gradi, ma è soltanto un disegno a colori che serve a illudere il
pubblico su contenuti inesistenti.
Annamaria
Rizzoli merita due parole di commento, perché è una delle attrici italiane più
belle e desiderabili degli anni Ottanta, anche se il cinema non ha saputo
utilizzare al meglio le sue doti. Nasce nel 1953 e si fa un nome come “il seno
più bello d’Italia”, ma anche come testimonial del liquore Stock, vestita da sexy
Babbo Natale. La Rizzoli è una bella ragazza bionda, alta e formosa, dallo
sguardo finto ingenuo e ammaliante, che fa parlare di sé grazie agli
spogliarelli televisivi durante la trasmissione Playboy di mezzanotte
condotta da Enzo Tortora e Lucio Flauto. Sa gestire bene la sua immagine, si
spoglia sulle pagine della rivista patinata per adulti Playboy, fino a
quando nel 1979 riesce a condurre il Festival di Sanremo accanto a Mike
Bongiorno. In televisione la ricordiamo insieme a Walter Chiari (con cui ha
avuto una lunga relazione) e Vittorio Caprioli nel programma comico - musicale Io
te tu io (1979). Per la televisione recita nello sceneggiato a puntate I
ragazzi di celluloide di Sergio Sollima con Massimo Ranieri. Annamaria
Rizzoli è stata oggetto di una “proposta indecente” - prima del famoso film -
da parte di un industriale milanese che offrì ottanta milioni per passare una
notte d’amore con lei.
La sua carriera
cinematografica si concentra in pochi anni (1979 - 1982) e rappresenta il canto
del cigno della commedia sexy, che mette in campo una delle sue rappresentanti
più belle proprio quando le idee sono finite. Edwige Fenech sta passando al
cinema alto e si spoglia sempre meno, Annamaria Rizzoli è l’alter ego biondo
della Fenech, disponibile a spogliarsi con generosità per una manciata di
commedie sexy che le fanno toccare l’apice della popolarità nel 1980. Il suo
debutto cinematografico avviene nel 1976 con Milano… difendersi o morire
di Gianni Martucci, dove recita accanto a Marc Porel in un poliziottesco
cult che vede far parte del cast anche Gorge Hilton e Al Cliver.
Per leggere altre mie recensioni (anche su cinema contemporaneo), seguite Futuro Europa: http://www.futuro-europa.it/
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