Maschi contro femmine (2010) di Fausto Brizzi
Mi sono visto in due giorni consecutivi questi film campioni d’incasso, così amati dal pubblico, e da quando ho spento il lettore dvd continuo a chiedermi il motivo di un successo che reputo inspiegabile. Non vorrei fare la stessa fine dei critici che stroncavano Totò, Franco & Ciccio, Mario Bava, Lucio Fulci e dopo qualche anno sono stati costretti a ricredersi. Mi sono reso conto che persino Nocturno parla di questi film, li analizza come specchio di un’epoca, come un fenomeno di costume. Devo vederli, mi sono detto, non sia mai che un amante del cinema bis degli anni Sessanta e Settanta si faccia condizionare dalla critica alta. Se piacciono al pubblico ci sarà del buono, ho pensato.
Ecco, ora che li ho visti devo dire che ci capisco meno di prima. Forse sono vecchio per apprezzare un certo tipo di comicità cialtrona e non sono in grado di comprendere l’imbranataggine studiata di un Checco Zalone. Forse non guardo abbastanza televisione per capire le storie di Fausto Brizzi che ricordano in peggio le telenovelas brasiliane. Una volta la commedia all’italiana era specchio dei tempi, ridendo castigat mores, si diceva, parafrasando i latini. Ma adesso? I nostri tempi sono davvero immortalati dalle stupide battute di un Checco Zalone e dalle trame risibili di Fausto Brizzi? Forse sì, forse è questo il segreto del successo, forse sono io fuori dal tempo, che cerco ancora la comicità sgangherata di Franco e Ciccio, i nonsense di Diego Abatantuono, persino il trash voluto e trasgressivo degli Squallor. Ricordate Arrapaho di Ciro Ippolito? Altra roba. Altro cinema. Non sto facendo il paragone con Ettore Scola (C’eravamo tanto amati) e Mario Monicelli (Amici miei). No davvero. Sto parlando degli Squallor, dei Vanzina, di Renato Pozzetto, dei Pierini…
Maschi contro femmine ha incassato 13.612.000 euro. Incredibile, ma vero. Ergo, hanno ragione loro. Pare che sia uscita anche la seconda parte (Femmine contro maschi, 2011, stesso regista), che sarà un nuovo successo. Mi asterrò dal guardarla.
Che bella giornata, invece presenta un incasso di 43.466.302 euro, secondo solo ad Avatar, ma prima di Titanic e de La vita è bella. Ancora più incredibile, ma comunque vero. Checco Zalone ha scritto pure il soggetto (sic!) di questo film orribile, privo di tempi comici, sceneggiato con i piedi, girato con tecnica televisiva, interpretato da veri cani. Rocco Papaleo e Tullio Solenghi, che sono due attori discreti, affogano in questo mare di non cinema, tra battute che non fanno ridere nessuno e considerazioni stupide. Gennaro Nunziante è il regista di fiducia di Checco Zalone, visto che ha già diretto (sic!) Cado dalle nubi (2009), altro grande successo di pubblico. Forse in tempi di televisione imperante e di disaffezione del pubblico dal vero cinema, questo è il cinema che l’italiano vuole vedere al cinema. Scusatemi il gioco di parole. Volevo dire che siamo abituali agli spettacoli televisivi, quindi non vogliamo sorprese. Al cinema ci sta bene il niente su grande schermo, ergo, di nuovo la televisione. Nanni Moretti una volta recitò una battuta polemica in un vecchio film: “Ve lo meritate, Alberto Sordi!”. Ragazzi, facciamo bene attenzione, parlava di Alberto Sordi. Qui l’oggetto del contendere sono Checco Zalone e le telenovelas di Fausto Brizzi. Che squallore.
Gordiano Lupi
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