Regia: Sergio Martino. Soggetto e Sceneggiatura:
Sergio Martino, Maurizio Rasio. Fotografia: Giancarlo Ferrando. Montaggio:
Eugenio Alabiso. Musiche: Natale Massara. Scenografia: Stefano Massimo.
Costumi: Silvio Laurenzi. Genere: thriller erotico. Durata: 97’. Interpreti:
Vittoria Belvedere (Sonia), Ron Nummi (Luigi), Andrea Roncato (dr. Fabbri),
Serena Grandi (Marcella Fabbri), Simona Borioni (Cinzia), Serena Bennato
(Giuliana), Barbara Cavallari, Alessia Franchini, Riccardo Perrotti, Viviana
Polic.
Sergio Martino (Roma, 1938), fratello del produttore
Luciano (Napoli, 1933 - Malindi, 2013), è una gloria del nostro cinema di
genere che frequenta in tutte le sue sfaccettature. Thriller erotici con Edwige
Fenech (Il tuo vizio è una stanza chiusa
e solo io ne ho la chiave, 1972), commedia sexy (Giovannona coscialunga disonorata con onore, 1972, ma anche Cugini carnali, 1973, Occhio malocchio prezzemolo e finocchio,
1983), poliziottesco (Milano trema: la polizia vuole giustizia,
1973), fantastico (L’isola degli uomini
pesce, 1978), avventuroso (La
montagna del dio cannibale, 1978), noir (Morte sospetta di una
minorenne, 1975), persino western (Mannaja,
1977) e lacrima movie (La bellissima estate, 1974). Si ricorda
per aver diretto Gigi Sammarchi e Andrea Roncato in alcune pellicole surreali
nel momento del successo televisivo, ma anche come regista de L’allenatore nel pallone (1984), che
nel 2008 riporta al cinema con un dimenticabile remake, purtroppo suo ultimo film. Molta televisione, una volta conclusa
l’attività per il grande schermo con due thriller erotici che ricordano i primi
tempi, ma senza attori come Fenech, Hilton e Rassimov.
Spiando Marina (1992) - firmato George Raminto - e Graffiante desiderio (1993) sembrano due pellicole gemelle per genere, tecnica
di regia, fotografia da prodotto televisivo, ambientazione e colonna sonora. Spiando Marina vive sull’intensa performance erotica di Debora
Caprioglio, reduce dal successo di Paprika
(1991), e su un’atmosfera di tensione che conduce a un imprevedibile colpo di
scena finale.
Graffiante desiderio (1993) presenta una protagonista
meno dotata come Vittoria Belvedere - che in seguito farà molta fiction televisiva e poche pellicole - e
un interprete maschile che non va oltre un’espressione monocorde, qualunque
cosa accada. Meglio i comprimari Serena Grandi e Andrea Roncato (citazione vivente
dei trascorsi registici), più spontanea la prima nelle sequenze erotiche e ben
calato nella parte il secondo anche se migliore nei ruoli comici. In breve la
trama. La cugina venezuelana Sonia (Belvedere) irrompe nella vita di Luigi
(Nummi) per sconvolgerla, ne diventa amante e manda all’aria il previsto
matrimonio borghese con Cinzia (Borioni). Luigi scopre che Sonia non è sua cugina
carnale (citazione involontaria di un vecchio film del regista) e si sente
libero di stringere una relazione che lo distruggerà. La ragazza è
schizofrenica, ha ucciso i genitori e giorno dopo giorno tenta di eliminare il
suo uomo. Le trasgressioni si susseguono alle trasgressioni. Furti, rapine,
scambi di coppie, amore di gruppo, tradimenti, persino cannibalismo. Il finale
è intenso e ricco di colpi di scena, tanto da far definire il film un thriller
a tinte horror, corredato da molte sequenze erotiche.
La critica ufficiale
demolisce sia Spiando Marina che Graffiante desiderio, ma è troppo drastica. Per Mereghetti, Graffiante desiderio è “un Pornosoft
sadomaso d’interesse nullo, con una ruspante femme fatale nostrana che crede di rivaleggiare con la Sharon Stone
di Basic Instict”. Parlare di porno soft è una contraddizione in
termini, ché il film è un erotico soft che non scade mai nel porno;
condivisibile un’ispirazione al modello nordamericano ma le strade percorse
sono diverse e - se si vuole - molto più estreme. Basti pensare al pasto
cannibalico inconsapevole dopo il rapporto a tre ma anche al violento e
imprevedibile finale. Certo, due attori migliori di Belvedere e Nummi avrebbero
fatto la differenza, contribuendo a rendere più efficace una sceneggiatura non
banale che a tratti risente di pochi dialoghi artefatti. Pessima la colonna
sonora a base di musica sintetica, buona la fotografia di una Rimini cupa e
glaciale, perfetto scenario di una follia di provincia. In ogni caso, lo stesso
Mereghetti parla di “ridicolo
involontario” e di “totale inespressività della Caprioglio”, riferendosi a Spiando Marina, film che presenta dei
difetti (interprete maschile, colonna sonora…) ma che vive soprattutto
dell’intenso erotismo che sprigiona dalla protagonista femminile. Il consiglio
è di cercare le due pellicole e di farsi un’idea senza condizionamenti critici.
Alcune seqeunze del film: http://www.izlesem.org/graffiante-desiderio-1993-movie-clip-serena-grandi1.html
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