di Cesare
Canevari
Regia: Cesare Canevari. Soggetto: Antonio Lucarella. Sceneggiatura.
Cesare Canevari. Fotografia. Claudio Catozzo. Montaggio: Enzo Monachesi.
Musica: Alberto Baldan Bembo. Edizioni Musicali: Music Copyright S.A.A.R.
(Milano). Direttore di Produzione: Ruggero Gorgoglione. Assistente alla Regia:
Daniele Sangiorgi. Scenografie: Ercole Lura. Costumi: Alberto Giromella.
Operatore alla Macchina: Sergio Fontana. Effetti Speciali: Guido Chiappin. Produzione:
Cine Lu. Ce. Production (Milano) di Cesare Canevari. Post Sincronizzazione:
Cinitalia Edizioni (Roma). Interni: De Paolis (Milano). Negativi e Pellicola:
Luciano Vittori. Colore: Telestampa (Roma). Titolo inglese: The Gestapo’s Last Orgy. Interpreti:
Daniela Levy (Daniela Poggi), Maristella Greco, Fulvio Ricciardi, Antinesca
(Antineska) Nemour, Caterina Barbero, Domenico Serengai, Vittorio Joderi,
Pietro Bosco, Pietro Vial, Renato Paracchi, Maria Grazia Cisera, Santino
Polenghi.
Cesare Canevari (Milano, 1927 - 2012) è un regista - sceneggiatore, autore di fotoromanzi e persino attore, che si ricorda soprattutto per l’erotico - sociale Io, Emmanuelle (1969), interpretato da Erika Blank. Tutta la sua produzione viene ricompresa nell’arco temporale 1964 - 1982, dopo di che il regista scompare nel nulla e torna nell’oblio.
Cesare Canevari (Milano, 1927 - 2012) è un regista - sceneggiatore, autore di fotoromanzi e persino attore, che si ricorda soprattutto per l’erotico - sociale Io, Emmanuelle (1969), interpretato da Erika Blank. Tutta la sua produzione viene ricompresa nell’arco temporale 1964 - 1982, dopo di che il regista scompare nel nulla e torna nell’oblio.
Debutta con un western all’italiana
all’insegna del risparmio, girato nelle Prealpi lombarde: Per un dollaro a Tucson si muore (1964), firmato con lo pseudonimo
D. Browson, pure interpretato con il nome d’arte di C. Iravenac. Il secondo
lavoro, Una jena in cassaforte
(1967), è un incentrato sulla storia di sei rapinatori che si contendono il
bottino di una rapina e finiscono per diventare vittime e carnefici di loro
stessi.
Matalo! (1970) è uno
coproduzione italo - spagnola che segna il ritorno di Canevari al western, in
chiave più originale, pop e psichedelica, creando situazioni, ambienti e
personaggi ai limiti del fumettistico. Lou Castel e Corrado Pani sono gli
interpreti principali. Il romanzo di un
giovane povero (1974) è la versione canevariana
del romanzo di Feuillet, scritta e sceneggiata da Mino Roli e Daniele Del
Giudice. La principessa nuda (1976)
è un film insolito da recuperare perché supera i limiti del trash. Ajita Wilson, un trans di colore
scomparso prematuramente, è l’interprete principale, ma divide la scena con
Tina Aumont che si abbandona a tentazioni lesbiche. Non poteva mancare un nazi-erotico
nella breve carriera di Canevari, che nel 1977 gira L’ultima orgia del Terzo Reich, che si ricorda per le belle
interpreti Daniela Poggi (al suo secondo film, si fa chiamare Daniela Levy) e
Antinesca Nemour. I nazi - erotici nati sulla scia dello scandalo del pasoliniano Salò sono un po’ tutti uguali, un sottogenere partorito dalla degenerazione
di una pellicola calcando la mano su erotismo e perversione.
L’ultima
orgia del Terzo Reich (1977) è uno
dei più eccessivi nazi erotici scritti e sceneggiati dopo la scalpore creato
dal Salò (1975) di Pasolini e le
polemiche provocate dalla visione di Salon
Kitty (1976) di Tinto Brass. Infatti molte sequenze ricordano l’uno e
l’altro film, a immagini alterne, in una sorta di omaggio che rasenta il plagio
spudorato. Si pensi alla parte fotografica in cui si mostrano ebrei che si
cibano di feci, alle torture con i topi che divorano i genitali femminili, ma
anche al rapporto sessuale di gruppo dal tono atletico tra soldati tedeschi e
detenute ebree. Vediamo la storia. Un ex comandante delle SS viene
scarcerato e assolto nel processo per crimini di guerra grazie alla
testimonianza della ex deportata Lise Cohen (Poggi), una delle sventurate
inserite nel Liebenkamp, il Campo dell’amore, un bordello per ufficiali. Non sa
che la ragazza si finge innamorata per vendicarsi in prima persona da un aguzzino
che l’ha fatta soffrire, giungendo persino a sopprimere il figlio nato dal loro
rapporto. La storia si dipana per flashback,
partendo dal luogo d’incontro tra ebrea e nazista: i resti del campo di
concentramento. Inutile dire che siamo in presenza di un contenitore di orrori
e di sesso perverso oltre ogni limite, tra cani che sbranano prigioniere,
ufficiali che sopprimono ragazze e virago naziste peggiori dei colleghi uomini.
Il regista insiste sul rapporto sadomasochista che lega Konrad a Wagma, la
nazista incaricata di tenere a bada le ragazze. Lise si salva perché dimostra
di non avere paura e di non provare dolore, nonostante le sevizie e le torture.
Alla fine nasce un rapporto d’amore perverso tra Lise e Konrad, che la ragazza
favorisce per non essere uccisa e poter rivedere i familiari. Finale imprevisto
che contamina il nazi - erotico con il sottogenere dello stupro e vendetta.
L’ultima
orgia del Terzo Reich non è un buon
film, come non lo sono in assoluto tutti i nazi erotici, troppo sadici e
perversi per essere apprezzati. Viene ricercato dagli appassionati perché è il
film più estremo interpretato da Daniela Poggi, vera mattatrice della
situazione, nuda come non lo sarà più, tra rapporti erotici rubati, sevizie e
torture di ogni tipo. Si ricorda la sequenza che la vede appesa per i piedi
sotto la minaccia di essere fatta divorare dai topi, ma anche quella con
l’ufficiale nazista che le passa la pistola per tutto il corpo finendo per
farle leccare la canna del tamburo. Per il resto la storia è uguale a molti altri
simili prodotti che prevedono un copione a base di perversioni interpretato da
sadici nazisti, maschi o femmine, con uno soltanto a vestire i panni del buono.
Molto verboso, diverse sequenze raccontate per fotogrammi, particolarmente
assurda la sequenza in cui un folle medico teorizza la bistecca di ebreo come
rimedio alla fame nel mondo. E si finisce per servirla in tavola…Una
prigioniera che sviene per il disgusto viene cosparsa di carne arrosto,
imbevuta di cognac, e cucinata seduta stante come un maialino alla fiamma. Il film è girato in una fornace fuori uso sul Lago
d’Iseo e per gli interni alla De Paolis di Milano. Insuccesso al botteghino, al
punto che viene addizionato di sequenze hard per il mercato estero e per i
circuiti a luci rosse. Uscito in Francia, USA e Spagna.
Terminiamo la rapida rassegna sul cinema di Canevari, promettendo ulteriori approfondimenti, in parte già reperibili nella blogzine. Per la figura del regista, il nazi erotico e alcuni suoi film, si veda: http://cinetecadicaino.blogspot.it/search?q=cesare+canevari.
Allarme nucleare (1979) viene firmato da un certo Leslie Martinson, ma pare un film di Canevari, un fantanucleare improbabile e dimenticato, interpretato da Karin Schubert e John Carradine. Delitto carnale (1982) è l’ultimo film di Canevari, uno dei pochi che non si produce da solo, in ogni caso povero e girato in dieci giorni in un albergo di Monopoli. Si tratta di un giallo classico, non molto originale, memorabile solo per alcune sequenze erotiche che vedono protagoniste Moana Pozzi e Sonia Otero. Tra l’altro Delitto carnale viene rimontato in versione hard e incassa molto sul mercato Home Video con il titolo Moana la pantera bionda. Il regista disconosce la versione porno da lui mai autorizzata.
Seguite la mia rubrica Cinema su Futuro Europa:
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