di Giuseppe Patroni Griffi
L’uomo se ne rende conto quando la donna gli impedisce di
abbandonare l’appartamento che si trasforma in una vera e propria gabbia. La
figlia Jacqueline (Cristina Marsillach) s’invaghisce in modo perverso di Michael
e sfida la madre in un perfido gioco che la fa sembrare più folle di lei.
Durante la prigionia dell’uomo assistiamo a molte scene di sesso torbido, sia
nei ricordi di gioventù che in presa diretta. Nel ricordo Musante amoreggia con
Bianca Marsillach su un’altalena mentre la ragazza è legata per i polsi, abbiamo
una fellatio appena intuita e un
rapido approccio in ascensore. Protagonista delle scene erotiche più piccanti è
la bella e convincente Bianca Marsillach, attrice che purtroppo è stata (come
la sorella Cristina) poco più che una meteora. Quando la scena si svolge al presente
abbiamo Musante e la
Antonelli che scopano sul tavolo di sala in una sequenza
molto intensa, lui toglie con delicatezza gli slip di lei fino a mostrare le
parti più intime della bella attrice. Molto perverse le scene che vedono Musante
legato al letto con Laura Antonelli in uno strip sensuale che la fa restare in
mutandine e calze nere, dopo essersi sfilata una vestaglia di seta. Lo strip si
conclude con la donna che lega l’uomo per i polsi usando le calze di seta. Laura
Antonelli non è più giovanissima ma è sempre bella e sprizza sensualità da
tutti i pori.
Stupenda quando si veste si veste di rosso per la cena, perfida e
folle durante la colluttazione, quando l’uomo si ribella e lei ricopre il suo
corpo di uova di rosso caviale. Cristina Marsillach mostra le sue acerbe grazie
mentre pulisce Musante dalla pietanza che lo ricopre. L’erotismo malsano e
perverso raggiunge il culmine nella scena in cui Laura Antonelli si alza la
veste e si masturba davanti a Musante, mentre la figlia spia la scena dalla
porta socchiusa e compie identica masturbazione. Sono sequenze ad alto tasso
erotico che ricordano alcuni lavori erotici di Joe D’Amato e di Salvatore
Samperi, permeati di atmosfere nere e violente tipiche dei film di sesso e
vendetta. Un riferimento che viene salta subito agli occhi è Emanuelle e Françoise - Le sorelline
(1975) di Massaccesi e Mattei, dove un uomo veniva recluso in casa per vendetta
da una donna in preda a una follia erotica dopo la tragica fine della sorella.
Tra l’altro remake di un film greco
da noi inedito: La calda vendetta del
sesso (1968). Il film di Patroni Griffi è molto più soft e non si lascia
prendere la mano da eccessi di nessun tipo, anche se la sequenza della
coltellata al petto inferta da Marie a Michael è molto cruda, al punto che sono
in primo piano il sangue e la profonda ferita. Le due donne, sempre più
complici ma al tempo stesso rivali, decidono di curarlo da sole e di non chiamare
un medico. Musante è legato al letto con una catena, amoreggia con la figlia
per cercare di farsi liberare, ma ottiene solo di far peggiorare i rapporti tra
le due donne, folli di gelosia reciproca. Madre e figlia si picchiano
selvaggiamente, la figlia ha la meglio, lega al letto anche la madre e tiene
entrambi prigionieri, mentre suona la pianola come un’invasata. Risolve la situazione
il provvidenziale ritorno a casa di Hélène, preoccupata del fatto che il
compagno era irreperibile, ma soprattutto il figlio, quando entra nella casa -
gabbia e trova la patente di Michael. La pellicola ha un finale aperto, oserei
dire sospeso, con la Bolkan
che riconosce un braccialetto al polso della ragazza e suona con insistenza il
campanello della casa dove è imprigionato il compagno. Poca tensione caratterizza
le sequenze finali, lo spettatore intuisce che la storia avrà un lieto fine, ma
la conclusione mozza lascia l’amaro in bocca ed è forse la cosa peggiore di un
lavoro che non può dirsi del tutto risolto.
Rivediamo Tony Musante - il
televisivo ispettore Toma - insieme a Florinda Bolkan quindici anni dopo
Anonimo veneziano (1970) ed è l’attore statunitense ad aprire i titoli di
testa, mentre Laura Antonelli deve accontentarsi della seconda posizione, prima
della bella attrice brasiliana. Tra gli attori di secondo Piano ricordiamo
Laura Troschel, moglie di Pippo Franco, nei panni della decorativa segretaria
di Michael. La pellicola è girata tra Parigi e la Spagna, con una buona
ambientazione natalizia, ma sono molti gli interni alla De Paolis, tali da
farne un film teatrale, solo per questo motivo nelle corde di Patroni Griffi. Ottimi
i flashback erotici di ambientazione
marina, la cavalcata sulla spiaggia, lungo il bagnasciuga e la fotografia degli
esterni. Bene anche l’uso del ralenti
nelle prime sequenze del rapporto, quando tutto ancora sembra una normale
storia d’amore. Un thriller erotico, perverso e claustrofobico, cupo e
angosciante, ai limiti del cinema horror, ricco di frasi a effetto che
anticipano il precipitare degli eventi: “Forse nella vita ci si perde per
ritrovarsi migliori di prima” (Musante); “Un regalo dal quale non potrò mai
separarmi” (Antonelli), “Non ti permetterò di dimenticarmi” (Antonelli).
Seguite la mia rubrica Cinema su Futuro Europa Quotiano On Line:
http://www.futuro-europa.it/category/dossier/cineteca
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