di Roberto
Mauri
Regia: Roberto Mauri. Soggetto e Sceneggiatura:
Roberto Mauri. Direttore di Produzione: Roberto Tagliavia. Segretaria di
Edizione: Sandra Puglisi. Maestro d’Armi: Gilberto Galimberti. Operatore alla
Macchina: Luigi Conversi. Produzione: Lemar Film Company. Pellicola: Kodak.
Colore: Telecolor. Direttore del Doppiaggio: Lorenzo Artale. Doppiaggio:
Società Doppiaggio Internazionale. Durata: 82’. Genere. Giallo erotico.
Interpreti: Carmen Bizet (Carmen Russo), Mario Cutini, Vassili Karis, Cinzia
Lodetti, Bruno Minniti, Rinaldo DeWitt, Angelo Arquilla, Maurizio Anastasi,
Patrizio Trochei, Manlio Cersosimo.
Roberto Mauri (Castelvetrano, 1924) è lo pseudonimo
del regista, attore e sceneggiatore trapanese Giuseppe Tagliavia, noto solo
agli amanti del cinema bis per aver diretto una serie di non capolavori, un po’ come i non
compleanni del Bianconiglio di Alice
nel paese delle meraviglie. Recita nel cinema degli anni Cinquanta, volto
fiero da melodramma di Matarazzo e Callegari, partecipando a pochi film dal
1944 al 1957. Debutta alla regia nel 1958, “firmando almeno venticinque
pellicole, tutte di genere e tutte di non grande interesse” (Roberto Poppi, I Registi Italiani). Tra queste citiamo
l’esordio con Vite perdute - la legge
del mitra (1958), regia insieme a Bianchi, anche interprete, passando
all’horror La strage dei vampiri
(1962), al peplum Gli invincibili fratelli Maciste
(1964), al western - con lo pseudonimo di Robert Johnson - con un Sartana
apocrifo e alcune pellicole dedicate alla saga di Spirito Santo, per finire con
la commedia erotica (Un toro da monta,
1976) e il thriller erotico (Le porno
killers, 1980).
Le porno
killers è il suo ultimo (perdibile)
film, sceneggiato e persino prodotto, girato in pellicola con una fotografia
sciatta e anonima, montato con tempi dilatati e scritto così male da rasentare
l’insulto all’arte della sceneggiatura. Frase di lancio che è tutta un
programma: Le porno killers… Attaccavano
a colpi di… Si difendevano a colpi di…Le
porno killers (1980) è un film discusso nella carriera di Carmen Russo, che
per l’occasione si fa chiamare Carmen Bizet. “Io me lo immaginavo come sarebbe
andata a finire e volevo tutelarmi con uno pseudonimo”, confessa Carmen a
Gomarasca e Pulici che la intervistano per 99 Donne.
La bella attrice ligure afferma
che in fase di montaggio la produzione aggiunse scene hard, secondo una
consuetudine del periodo. In pratica quello che doveva essere un semplice film erotico
fu trasformato in un porno utilizzando controfigure e girando parti aggiuntive.
Abbiamo visto la pellicola soft, ma dobbiamo dire che Carmen Russo recita quasi
sempre nuda accanto a Cinzia Lodetti, due affascinanti quanto spietate killer incaricate
di eliminare un gangster da un’organizzazione tedesca. La trama thriller, quasi
una spy story, è solo una scusa per mettere
in scena diverse situazioni erotiche. Ricordiamo la Russo impegnata in una
grande scena lesbo con la Lodetti, prima sul letto e poi in un vano doccia di
dimensioni ristrette, ma anche in rapporti etero molto credibili con Cersosimo
e Minniti.
Pare che grazie a questo film Manlio Cersosimo scoprì di essere
portato per il cinema hard a causa di un’erezione notevole davanti alla bella
Carmen. Fu così che due settimane dopo partì per Santo Domingo dove girò i
primi storici hard sotto la guida di Aristide Massaccesi. Tutte cose che
riferisce l’attore in una serie di storiche
interviste, l’ultima delle quali televisiva, da Marco Giusti, conduttore di Stracult.
Secondo Carmen Russo il film
doveva intitolarsi Le deliziose killer, ma quando uscì fu ribattezzato
dalla produzione con un titolo più volgare dopo averlo gonfiato con scene hard
girate con altre attrici. Bruno Minniti, partner erotico della Russo, ricorda
di aver girato solo una scena molto casta nella doccia e confessa: “Si vedeva
il mio volto e poi il pisellone di qualcun altro che entrava in azione.
Ovviamente noi attori non ne sapevamo niente e so che Carmen inoltrò anche una
causa”. Carmen non ricorda Le porno killers, dice di aver rimosso il
film nella maniera più assoluta, come una brutta esperienza giovanile,
soprattutto non rammenta l’erezione improvvisa di Manlio Cersosimo. Il film si
vede solo per la curiosità di sbirciare situazioni erotiche ai limiti dell’hard
che vedono impegnate le due belle attrici, soprattutto un rapporto a tre molto credibile.
Non altro, davvero. La musica è pessima, comincia come una partitura sintetica
da thriller e si trasforma in una pessima sonorità romantica nei momenti di sesso
sfrenato.
La morale del film pare essere che le due donne trattano gli uomini
come oggetti, li usano per scopare e poi se ne liberano, ma stanno bene anche
da sole, forse meglio. Due donne che hanno preso il posto degli uomini, in
definitiva, in un malinteso femminismo d’accatto. Da un punto di vista
fotografico il regista immortala luoghi storici di Roma come via Veneto - la Russo
cita persino Fellini e La dolce vita
- e Piazza Navona, ma anche le campagne laziali; vediamo un bagno nature di Russo e Lodetti presso le famose
cascate del fiume Treja di Monte Gelato, nel comune di Mazzano Romano, luogo
storico del cinema bis.
Tutto è molto
sciatto, girato in maniera dilettantesca con la macchina a mano, con immagini
che sembrano rubate, tra lunghe passeggiate, improbabili scazzottate e dialoghi
risibili. Ci dobbiamo sorbire persino una filippica femminista con le due porno killers impegnate a mettere in
ridicolo uomini che fanno discorsi assurdi sul ruolo della donna. Da ricordare
Lorenzo Artale, il direttore del doppiaggio, forse la persona professionalmente
più impegnata a dare una voce a un gruppo di attori che non sarebbe mai
riuscito a recitare una battuta credibile. Sembra che la versione con inserti
hard sia intitolata Le Porno Salamandre,
nella quale le due attrici sono sostituite da controfigure per le scene
esplicite.
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