Regia: Piero Schivazappa. Soggetto: Galiano Juso.
Sceneggiatura: Galliano Juso, Piero Schivazappa. Fotografia: Giuseppe
Ruzzolini. Montaggio: Daniele Alabiso. Organizzatore Amministrativo: Mario
Sampaolo. Costumi: Vittoria Guaita. Scenografia: Bruno Amalfitano. Organizzatore
Generale: Aldo U. Passalacqua. Musiche: Guido e Maurizio De Angelis. Edizioni
Musicali: Frame Music. Aiuto Regista: Marzio Casa. Operatore alla Macchina:
Giuseppe Di Biase. Fonico: Alessandro Zanon. Coreografo: Pino Pennese.
Produttore: Giovanni Bertolucci. Produttore Associato: Galliano Juso. Case di
Produzione: San Francisco Film srl, Metrofilm srl. Teatri di Posa: De Paolis
(Roma). Negativi: Kodak. Sviluppo e Stampa: Telecolor. Tecnico del Colore:
Nicola Tocci. Sonorizzazione: C. D. S.. Mixage: Gianni D’Amico. Effetti
Speciali: Fratelli Corridori. Interpreti: Serena Grandi, Fabio Sartor,
Francesca Topi, Alberto Di Stasio, Manuela Taschini, Stanko Molnar, Maurizio
Rocchi, Emma Gugliotta, Sergio Guidi, Mario Donatone, Cecilia Cerocchi,
Andreina Tomada, Lella Giacomini, Tiberio Mitri.
Serena Grandi è Simona, protagonista assoluta di un
erotico patinato come La signora della
notte, girato da un autore che non ti aspetti: il televisivo Piero
Schivazappa. “Un’operazione commerciale dichiarata, dedicata soltanto ai fan di
Serena Grandi”, afferma Roberto Poppi. Non ha tutti i torti. Il problema è che
noi un po’ fan della Grandi in gioventù lo siamo stati, quindi non possiamo
fare a meno di trovare nel film qualcosa di buono. Schivazappa, sollecitato da
Bertolucci e Juso, sceneggia una storia sulla falsariga de La chiave (1983) di brassiana
memoria, con situazioni erotiche stile Miranda
(1985), per concedere al pubblico nudi integrali ed esibizioni estreme della
protagonista. Simona si è sposata per amore, ma è insoddisfatta, vorrebbe più
fantasia dal compagno e immagina rapporti di tipo sadomasochista. Per questo si
concede a una serie di amanti occasionali, ma alla fine capisce che il suo unico
amore è il coniuge, si toglie la spirale e vuole mettere al mondo un figlio.
La signora
della notte si regge su una storia
molto esile, sceneggiata con sequenze ai limiti dell’imbarazzante e dialoghi
irritanti, ma Serena Grandi è straordinaria da quanto è disinibita. L’attrice -
reduce da Miranda - sforna una prestazione
ai limiti dell’hard che la ritrae in tutta la sua fulgida bellezza. Ricordiamo la
scena sul balcone, lei madida di pioggia, quindi nuda tra le braccia del marito
che le sugge il seno con avidità; lo stupro nel portone dell’abitazione dopo aver
interrotto un rapporto amoroso; una canna di fucile tra le gambe e la fellatio alla carabina; sul lungomare
con un regista impegnato a possederla in terrazza sollevandole la gonna alle
spalle; sul forcipe del ginecologo (Molnar) e quando il marito (Sartor) la possiede
ma non viene riconosciuto. Altra scena
di culto la sodomizzazione di Marco ad opera di Simona con una bottiglia di
birra vuota (si intuisce soltanto).
Non mancano fellatio simulate e molte sequenze di nudo integrale con la Grandi in primissimo piano impegnata in credibili rapporti sessuali. Musica anni Ottanta dei fratelli De Angelis - davvero pessima - purtroppo in primo piano quando Simona fa il suo mestiere di insegnante di aerobica. Il marito è un pilota di aerei, appassionato di motori e pugilato, a un certo punto prende a cazzotti un amante della moglie sotto gli occhi di una vecchia gloria della boxe italiana: Tiberio Mitri, nella parte di se stesso.
La cosa è altri racconti di Alberto Moravia è uscito nel 1983, è lecito sospettare che un minimo di ispirazione provenga da quel testo intriso di erotismo trasgressivo. Giuliana Gamba, nel 1989, ha sceneggiato uno dei racconti più estremi: La cintura, interpretato da Eleonora Brigliadori. Buona la fotografia romana di Ruzzolini, cupa e intensa, soprattutto i notturni con la luna alta nel cielo blu scuro. Schivazappa ha fatto di meglio, certo, lavori pregevoli come Incontro (1970), con Ranieri e Bolkan, l’ironico Una sera c’incontrammo (1975) e il trasgressivo Femina ridens (1969), ma qui dimostra di saper gestire la materia erotica, senza temere gli eccessi. Uno stile a base di panoramiche e zoom, molti primi piani, senza curare la recitazione degli attori, ma la suspense erotica non manca.
Non mancano fellatio simulate e molte sequenze di nudo integrale con la Grandi in primissimo piano impegnata in credibili rapporti sessuali. Musica anni Ottanta dei fratelli De Angelis - davvero pessima - purtroppo in primo piano quando Simona fa il suo mestiere di insegnante di aerobica. Il marito è un pilota di aerei, appassionato di motori e pugilato, a un certo punto prende a cazzotti un amante della moglie sotto gli occhi di una vecchia gloria della boxe italiana: Tiberio Mitri, nella parte di se stesso.
La cosa è altri racconti di Alberto Moravia è uscito nel 1983, è lecito sospettare che un minimo di ispirazione provenga da quel testo intriso di erotismo trasgressivo. Giuliana Gamba, nel 1989, ha sceneggiato uno dei racconti più estremi: La cintura, interpretato da Eleonora Brigliadori. Buona la fotografia romana di Ruzzolini, cupa e intensa, soprattutto i notturni con la luna alta nel cielo blu scuro. Schivazappa ha fatto di meglio, certo, lavori pregevoli come Incontro (1970), con Ranieri e Bolkan, l’ironico Una sera c’incontrammo (1975) e il trasgressivo Femina ridens (1969), ma qui dimostra di saper gestire la materia erotica, senza temere gli eccessi. Uno stile a base di panoramiche e zoom, molti primi piani, senza curare la recitazione degli attori, ma la suspense erotica non manca.
La critica. Pino Farinotti (due stelle): “Storiellina
esile confezionata su misura per le gustose esibizioni della protagonista.
Involontariamente umoristico il finale con i coniugi che ritrovano un
equilibrio quando fanno l’amore per procreare e non per esclusivo piacere”. Paolo
Mereghetti (una stella): “Un film erotico rozzo, pieno di comicità non voluta
che cerca di sfruttare il successo di Miranda”.
La signora della notte viene criticato
persino dalla Grandi, forse si rende conto che l’eccesso di attenzione da parte
della macchina da presa finisce per togliere appeal al suo ruolo di maggiorata. A noi non è sembrato tutto da
gettare, perché la tensione erotica è ai massimi livelli.
Per leggere mie recensioni di cinema: http://www.futuro-europa.it/
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