Regia: Sergio Corbucci. Soggetto.
Steno, Lucio Fulci. Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi, Mario
Guerra. Fotografia. Alvaro Mnacori. Montaggio: Renato Cinquini. Musiche.
Armando Trovajoli. Scenografia: Piero Filippone. Costumi: Maria Baroni. Trucco
e Parrucco: Nilo Jacoponi, Carlo Sindici. Produttori: Mario Mariani, Gianni
Buffardi. Casa di Produzione: MB Film. Distribuzione. Cineriz. Durata. 87’.
Genere: Commedia/Farsa. Colore: B/N. Interpreti: Totò (Barbacane il
posteggiatore e il nonno), Peppino De Filippo (Peppino Barbacane, cugino), Mara
Berni (Elena), Francesco Mulè (Gugo), Rosalba Neri (Magda), Antonio
Pierfederici (conte Oscar), Gloria Paul (Patrizia), Peppino De Martino (ministro),
Tania Berjll (Alice), Mario castellani (presidente SPA), Daniele Vargas
(marchese Fortebraccio), Giancarlo Zarfati (Renato), Diana Perbellini (Luisa
Giovanna), Irene Aloisi (baronessa Renata Francesca), Jacqueline Pierreux
(Jacqueline), Franco Rossellini (un invitato), Jo Staiano (omosessuale),
Gianfranco Piacentini (Coriolano), Gianni Baghino (ladro d’auto), Mimmo Poli
(il palo), Nino Vingelli (spacciatore), Sergio Corbucci (cliente che vuole
telefonare).
La
dolce vita (1960)
è un film epocale
che scandalizza l’Italia bacchettona e moralista, ma la genialità di Fellini è
tale da inventare
nuove parole del gergo quotidiano che saranno inserite nel vocabolario della
lingua italiana: vitelloni, paparazzi, persino bidone. Sergio Corbucci
dirige nel 1961 una satira dai toni farseschi, scritta da Steno e Lucio Fulci,
sceneggiata dal fratello Bruno:
Totò, Peppino e la dolce vita.
Totò e
Peppino De Filippo sono i mattatori di una commedia che riprende luoghi e
situazioni del film originale tuffandoli nell’acido corrosivo della commedia
plautina. Il film doveva
ammiccare al titolo originale
per ricalcare il successo del capolavoro,
sfruttando le costose scenografie di una via Veneto ricostruita in studio, per
rendere del tutto felliniano anche il
prodotto comico. Il regista avrebbe dovuto essere Camillo Mastrocinque, che
diresse solo la prima scena in via Veneto, poi abbandonò per contrasti con la
produzione e fu scelto al suo posto Sergio Corbucci. Pare che la sceneggiatura
non fosse stata scritta per intero ma che ogni giorno si procedesse aggiungendo
o togliendo battute e sequenze, ispirandosi al soggetto firmato Fulci e Steno.
Il canovaccio base è La dolce vita,
messa in parodia sin dalle prime battute quando Peppino - cugino integerrimo e
moralista di Totò - fa togliere dai muri i manifesti del film di Fellini,
giudicato volgare. I due cugini sarebbero a Roma per realizzare i desiderata del nonno: corrompere i
politici per far spostare il tracciato autostradale dalle proprie terre. In
realtà i due si dedicano soltanto ai piaceri che la capitale dispensa, tra
feste private di nobili e incontri galanti, fotografati da immancabili paparazzi. Molte citazioni del film
originale. Abbiamo la
scena dei poveracci al night in compagnia di due belle americane e in mezzo
alle ballerine, la droga scambiata per borotalco, lo champagne napoletanizzato (“Mo’ esce Antonio”
invece di Moët & Chandon). Il bagno della bellezza (Rosalba
Neri) non si svolge a Fontana di Trevi ma nella casa di Totò, allagata perché
vive in una catapecchia malsana.
La bellissima Gloria Paul tra Totò e Peppino
Molte battute politiche costano tagli da parte
della censura e divieti ai minori, tra un politico che sembra Fanfani rincorso
in chiesa per un posto di lavoro, battute sulla Democrazia Cristiana, citazioni
da Marx e Mussolini, giochi di parole tra Proci e froci …. La critica
contemporanea non apprezza i numerosi doppi sensi erotici, a volte un tantino
volgari, così come non approva alcune sequenze con attrici troppo svestite. Sergio
Corbucci compare in due rapide sequenze al bar come cliente spazientito che
vorrebbe telefonare ma Peppino non glielo permette. Presenze femminili interessanti come
Gloria Paul, Rosalba Neri (emula di Anita Ekberg per un bagno meno nobile) e
Tania Beryll.
Sergio Corbucci nel cammeo al Bar
Attori bravi, anche nei ruoli minori, a parte i grandissimi (e in
perfetta forma) Totò e Peppino, citiamo Francesco Mulé (avvocato fedifrago) e
Mario Castellani (spalla di lusso). Sergio Corbucci dirige con mano ferma,
imitando lo stile felliniano, mentre la fotografia di Mancori è un nitido
bianco e nero che ricorda l’originale. Musiche di Trovajoli. Sergio
Corbucci (Roma, 1927 - 1990) è un regista che lavora molto nel cinema
popolare, spaziando tra i generi più in voga, come dice Giacovelli, rendendo scostumata la commedia di costume e
portandovi la parolaccia a ruota libera e il riso di grana grossa.
Alcune scene del film:
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