di Leonardo Pieraccioni
Regia:
Leonardo Pieraccioni. Soggetto: Leonardo Pieraccioni. Sceneggiatura: Leonardo
Pieraccioni, Giovanni Veronesi. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Mirco
Garrone. Musica Claudio Guidetti. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi:
Nicoletta Ercole. Effetti Speciali: Fabio Traversari. Produzione: Vittorio e
Rita Cecchi Gori per Cecchi Gori Group. Distribuzione: Cecchi Gori Group. Genere.
Commedia. Durata: 91’. Interpreti: Leonardo Pieraccioni (Levante), Massimo
Ceccherini (Libero), Barbara Enrichi (Selvaggia), Sergio Forconi (Osvaldo),
Alessandro Haber (Naldone), Tosca D’Aquino (Carlina), Paolo Hendel (Pippo),
Lorena Forteza (Caterina), Natalia Estrada (Penelope), Benedetta Mazzini
(Isabella), Pilar Marin (Conchita), Anna Valeria Dini (Ines), Corinna Locastro
(Maura), Mario Monicelli (Voce di Gino), Jerry Potenza (Lele), Gianni Ferreri
(Gigi), Patrizia Corti (Franca), Gianni Pellegrino (Nello), Giuliano Grande
(gratta e vinci), Alessio Caruso (Alejandro).
Un
film talmente famoso da aver prodotto persino lo pseudonimo di una cantautrice
(Levante), 75 milioni di euro d’incasso, una valanga di premi (persino
eccessivi), soprattutto come miglior attore e miglior regista a un Pieraccioni che
svolge il suo compito con generosità e passione, ma niente voli pindarici,
purtroppo. Il ciclone si guarda
volentieri anche oltre vent’anni dopo la sua uscita in sala ma ci rendiamo
conto di tutte le sue debolezze. Partenza sprint con la presentazione degli
attori -molto affiatati - e relative macchiette, battute, personalità, per poi
calare inesorabilmente verso la metà della storia, dopo l’arrivo delle
ballerine al casolare della famiglia Quarini e l’inevitabile amore tra Levante
e Caterina.
La storia è troppo nota per raccontarla, in fondo non esiste
neppure una trama ma una riuscita riunione di personaggi in un borgo toscano, interpretati
da un gruppo di attori in forma per dare vita a un riuscito film corale. Levante
(Pieraccioni) è il ragioniere tutto calcoli e dichiarazioni Iva che finisce per
innamorarsi di una ballerina di flamenco; Carlina (Tosca D’Aquino) è l’eterna
innamorata di Levante che si ricorda per il gesto beffardo con la mano al naso
(piripì); Pippo (Hendel) è il
meccanico macho e allupato (Metto la
sirena e faccio scattare il pronto soccorso erotico! Oggi finocchi freschi!); Selvaggia (Enrichi), innamorata della
farmacista, vive un rapporto litigioso e vorrebbe fare outing, ma si concede
una scappatella con Penelope; Nardoni (Haber) è l’impresario in bolletta che si
consola trovando l’amore; Caterina (Forteza) e Penelope (Estrada) sono la nota
erotico – esotica della pellicola, sconvolgendo Levante e Selvaggia; Libero
(Ceccherini) è l’artista incompreso un po’ grullo che dà il ramato alle viti e non
riesce mai a portare a termine una storia con una donna. Poi ci sono i
personaggi da una battuta: Che ce l’hai
il gratta e vinci?.
C’è Mario Monicelli che presta la voce a Gino quando conversa
con Levante dalla sua casa di campagna e non si vede mai. Novità della trama: l’attenzione
all’amore omosessuale al femminile, fino a quel momento poco trattato dal
cinema italiano, soprattutto in una commedia. Secondo film firmato Pieraccioni -
la sceneggiatura di Veronesi si sente sin dalla fastidiosa voce fuori campo che
imperversa - decisamente superiore a I
laureati (1995), ma sopravvalutato rispetto ai meriti artistici. Fotografa
bene gli anni Novanta e si ricorda per la colonna sonora di Claudio Guidetto con
alcuni brani che resteranno nell’immaginario collettivo: The rhythm is magic di Marie Claire D’Ubaldo (molto latineggiante),
2 the night di Ottmar Liebert e Born Slippy degli Underworld (sparito
dal DVD per una questione di diritti non pagati).
Ambientazione toscana ottima,
nel Casentino - tra Poppi, Laterina, Stia, paesi e campagne aretine -, con
puntata finale a Firenze, tra Santa Maria Novella, Enoteca Pinchiorri (via
Ghibellina), via del Proconsolo, Piazza Poggi, Muretto del Lungarno, San Lorenzo
e Santissima Annunziata. Lorena Forteza – modella colombiana bellissima – non regge
la grande popolarità che la travolge, interpreta Facciamo fiesta (1997) e Colpo
di stato (1998), poi sparisce di scena, per rivederla ne Il mondo meraviglioso (2005), afflitta
da problemi di linea.
Natalia Estrada, invece, è molto attiva fino al 2006 –
tra televisione italiana, spagnola e cinema – poi si ritira dalle scene per
dedicarsi all’equitazione. Il suo ultimo film è Olè (2006) dei Vanzina. Il gossip si occupa a lungo di lei per una
storia con Paolo Berlusconi, fratello del più noto Silvio. Mario Monicelli, che
presta la sua voce per il personaggio di Gino, conclude il film con un Olé quando Levante decide di andare in
Spagna. Finale abbastanza scontato con Pieraccioni a Madrid intento a calcolare
l’Iva sulla compravendita di tori mentre la compagna aspetta un bambino. Fotografia
solare e nitida delle campagne toscane, macchina da presa che si muove con
delicatezza per le strade di città e paesi. Il ciclone resta un buon film corale per il ritmo e per l’originalità
delle trovate comiche.
La scena del flamenco:
Il mio cinema è su Futuro Europa:
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