mercoledì 15 aprile 2020

Il ciclone (1996)


di Leonardo Pieraccioni


Regia: Leonardo Pieraccioni. Soggetto: Leonardo Pieraccioni. Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi. Fotografia: Roberto Forza. Montaggio: Mirco Garrone. Musica Claudio Guidetti. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi: Nicoletta Ercole. Effetti Speciali: Fabio Traversari. Produzione: Vittorio e Rita Cecchi Gori per Cecchi Gori Group. Distribuzione: Cecchi Gori Group. Genere. Commedia. Durata: 91’. Interpreti: Leonardo Pieraccioni (Levante), Massimo Ceccherini (Libero), Barbara Enrichi (Selvaggia), Sergio Forconi (Osvaldo), Alessandro Haber (Naldone), Tosca D’Aquino (Carlina), Paolo Hendel (Pippo), Lorena Forteza (Caterina), Natalia Estrada (Penelope), Benedetta Mazzini (Isabella), Pilar Marin (Conchita), Anna Valeria Dini (Ines), Corinna Locastro (Maura), Mario Monicelli (Voce di Gino), Jerry Potenza (Lele), Gianni Ferreri (Gigi), Patrizia Corti (Franca), Gianni Pellegrino (Nello), Giuliano Grande (gratta e vinci), Alessio Caruso (Alejandro).


Un film talmente famoso da aver prodotto persino lo pseudonimo di una cantautrice (Levante), 75 milioni di euro d’incasso, una valanga di premi (persino eccessivi), soprattutto come miglior attore e miglior regista a un Pieraccioni che svolge il suo compito con generosità e passione, ma niente voli pindarici, purtroppo. Il ciclone si guarda volentieri anche oltre vent’anni dopo la sua uscita in sala ma ci rendiamo conto di tutte le sue debolezze. Partenza sprint con la presentazione degli attori -molto affiatati - e relative macchiette, battute, personalità, per poi calare inesorabilmente verso la metà della storia, dopo l’arrivo delle ballerine al casolare della famiglia Quarini e l’inevitabile amore tra Levante e Caterina. 

La storia è troppo nota per raccontarla, in fondo non esiste neppure una trama ma una riuscita riunione di personaggi in un borgo toscano, interpretati da un gruppo di attori in forma per dare vita a un riuscito film corale. Levante (Pieraccioni) è il ragioniere tutto calcoli e dichiarazioni Iva che finisce per innamorarsi di una ballerina di flamenco; Carlina (Tosca D’Aquino) è l’eterna innamorata di Levante che si ricorda per il gesto beffardo con la mano al naso (piripì); Pippo (Hendel) è il meccanico macho e allupato (Metto la sirena e faccio scattare il pronto soccorso erotico! Oggi finocchi freschi!); Selvaggia (Enrichi), innamorata della farmacista, vive un rapporto litigioso e vorrebbe fare outing, ma si concede una scappatella con Penelope; Nardoni (Haber) è l’impresario in bolletta che si consola trovando l’amore; Caterina (Forteza) e Penelope (Estrada) sono la nota erotico – esotica della pellicola, sconvolgendo Levante e Selvaggia; Libero (Ceccherini) è l’artista incompreso un po’ grullo che dà il ramato alle viti e non riesce mai a portare a termine una storia con una donna. Poi ci sono i personaggi da una battuta: Che ce l’hai il gratta e vinci?


C’è Mario Monicelli che presta la voce a Gino quando conversa con Levante dalla sua casa di campagna e non si vede mai. Novità della trama: l’attenzione all’amore omosessuale al femminile, fino a quel momento poco trattato dal cinema italiano, soprattutto in una commedia. Secondo film firmato Pieraccioni - la sceneggiatura di Veronesi si sente sin dalla fastidiosa voce fuori campo che imperversa - decisamente superiore a I laureati (1995), ma sopravvalutato rispetto ai meriti artistici. Fotografa bene gli anni Novanta e si ricorda per la colonna sonora di Claudio Guidetto con alcuni brani che resteranno nell’immaginario collettivo: The rhythm is magic di Marie Claire D’Ubaldo (molto latineggiante), 2 the night di Ottmar Liebert e Born Slippy degli Underworld (sparito dal DVD per una questione di diritti non pagati). 


Ambientazione toscana ottima, nel Casentino - tra Poppi, Laterina, Stia, paesi e campagne aretine -, con puntata finale a Firenze, tra Santa Maria Novella, Enoteca Pinchiorri (via Ghibellina), via del Proconsolo, Piazza Poggi, Muretto del Lungarno, San Lorenzo e Santissima Annunziata. Lorena Forteza – modella colombiana bellissima – non regge la grande popolarità che la travolge, interpreta Facciamo fiesta (1997) e Colpo di stato (1998), poi sparisce di scena, per rivederla ne Il mondo meraviglioso (2005), afflitta da problemi di linea. 


Natalia Estrada, invece, è molto attiva fino al 2006 – tra televisione italiana, spagnola e cinema – poi si ritira dalle scene per dedicarsi all’equitazione. Il suo ultimo film è Olè (2006) dei Vanzina. Il gossip si occupa a lungo di lei per una storia con Paolo Berlusconi, fratello del più noto Silvio. Mario Monicelli, che presta la sua voce per il personaggio di Gino, conclude il film con un Olé quando Levante decide di andare in Spagna. Finale abbastanza scontato con Pieraccioni a Madrid intento a calcolare l’Iva sulla compravendita di tori mentre la compagna aspetta un bambino. Fotografia solare e nitida delle campagne toscane, macchina da presa che si muove con delicatezza per le strade di città e paesi. Il ciclone resta un buon film corale per il ritmo e per l’originalità delle trovate comiche.

La scena del flamenco:


Il mio cinema è su Futuro Europa: 


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