di Stefano Simone
Regia: Stefano Simone. Origine: Italia. Durata: 20'. Musica: Luca Auriemma.
Soggetto e Sceneggiatura: Sabrina Gonzatto. Distribuzione: X-Movie
Internazional (Amazon Prime Video). Interpreti: Veronica Cataraga, Davide Frea,
Giulio Fraglia.
Stefano Simone è un regista pugliese che conosco da
tempo, ho potuto apprezzare l’intera produzione sia di video clip che di
lungometraggi, collaborando con lui per alcuni progetti legati al cinema noir (Gli scacchi della vita, Cattive storie di provincia …) e due documentari
letterari (Il cielo sopra Piombino, Litania su Piombino). In questa sede analizziamo
un breve video girato a Torino che potrete trovare in distribuzione su Amazon
Prime Video, in Italia e Stati Uniti, grazie a X-Movie Internazional. Stefano
Simone ama occuparsi di problemi sociali, dalla piaga del bullismo (Fuoco e fumo, 2017) al degrado
provinciale, passando per il disagio giovanile, il divorzio e la
bigenitorialità (L’accordo, 2018). Una rosa blu parla di pedofilia e di
rapporti amorosi estorti ma anche del ruolo che scuola e società possono
giocare nella normalizzazione di situazioni pericolose. La storia vede
protagonista una ragazzina che frequenta un istituto tecnico, figlia unica di
una madre che da un po’ di tempo vede un nuovo compagno, purtroppo interessato
anche a lei in modo malsano. Un preside che sa ascoltare e un vero amore da
parte di un coetaneo faranno il miracolo di far venire alla luce il problema e
di affrontare alla radice quel che non va nel cuore della ragazzina.
Stefano Simone gira un corto molto teatrale, quasi
tutto ambientato in interni, gestendo bene campi e controcampi, alternando
brevi quanto riuscite sequenze di esterni che immortalano Torino, tra angoli
periferici, parchi cittadini e montagne innevate che fanno da cornice. Gli
attori sono tutti non professionisti, quindi si perdonano alcune incertezze e
una recitazione troppo impostata, ma il regista è bravo a gestire i lunghi
dialoghi e un argomento complesso. Notevole il simbolo della rosa blu tatuata,
importante per la ragazzina, ma che finisce per ricordare soltanto
un’esperienza negativa. La forza del breve filmato sta nelle scene girate in
esterno, rapide e concitate, in una fotografia livida e spettrale, nei brevi
flash che immortalano gesti dei protagonisti e in una macchina da presa che non
si lascia mai andare a movimenti banali e riprese scontate. Il film ha scopi
didattici, ma è un lavoro educativo - morale capace di raccontare una storia
d’amore toccante e un riscatto consapevole da una situazione di vita disperata.
Ottimo il sottofinale con i personaggi che si alternano sulla scena mentre una visione
di Torino dall’alto simboleggia speranza e fiducia nel futuro. L’amore trionfa,
la ragazzina prende coscienza di sé, abbandona il nero per colori sgargianti,
non ha paura di osare e di vivere una vera storia d’amore. Scritto da Sabrina
Gonzatto. Consigliata la visione ai giovani.
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