Regia. Sergio Martino. Soggetto e Sceneggiatura: Luciano
Martino, Sergio Martino, Herbert Simone Paragnani. Fotografia: Roberto
Girometti. Montaggio: Alberto Moriani. Scenografia e Costumi: Valentina Di
Palma. Musiche: Daniele Cestani. Produzione: Devon Cinematografia, Rai.
Interpreti: Antonio Catania, Carla Signoris, Marina Giulia Cavalli, Alessia
Merz, Armando De Razza, Elio Germano, Lando Buzzanca, Romano Talevi, Sonia
Topazio, Elisabetta Pellini, Rocco Riccardo Montillo, Michela Lo Noce, Alberto
Bognanni.
Cornetti al
miele è un film per la televisione
che Luciano e Sergio Martino scrivono con la chiara intenzione di rendere
omaggio a quella commedia sexy di cui sono stati celebrati autori. Sono
cambiati i tempi, i soggetti e gli interpreti, purtroppo. Non basta il rimando
ironico al vecchio Cornetti alla crema
(1981), una commedia degli equivoci ai massimi livelli, pochade condominiale tra portieri curiosi, vicini impiccioni, donne
che vanno e vengono da un appartamento all’altro. Cornetti alla crema viveva di una sceneggiatura impeccabile, priva
di tempi morti, la comicità Fenech - Banfi era figlia di un affiatamento
totale, la parte sexy non era meno interessante. Cornetti al miele, diciotto anni dopo, racconta di un protagonista
(Catania) angosciato per le responsabilità familiari, preoccupato per moglie e
figli, che vive una profonda crisi matrimoniale e non perde occasioni per farsi
le amanti. Non solo, tradisce l’amante ufficiale - la migliore amica della
moglie - persino con la giovanissima ex fidanzata del figlio, in un meccanismo
logoro e consunto da pochade senza
idee.
Tra le cose da salvare la presenza di Lando Buzzanca come consulente sexy
del marito fedifrago che mette al servizio tutta la sua passata esperienza.
Antonio Catania è un buon attore ma non è adatto a interpretare simili ruoli,
fa rimpiangere non poco attori del calibro di Banfi e Montagnani ed è in grande
imbarazzo nelle sequenze sexy. Carla Signoris è una moglie anonima, Maria
Giulia Cavalli un’amante bella ma del tutto incapace di recitare in maniera
credibile, mentre Alessia Merz risolleva un minimo il tasso erotico e convince
nel ruolo della lolita che manda in
estasi il quarantenne. Elio Germano - alle prime armi - si vede poco nei panni
del fidanzato che mette incinta la figlia di Catania e nell’economia della
pellicola è del tutto irrilevante. Quel che non funziona è il meccanismo da
commedia degli equivoci, proprio ciò che nei migliori lavori anni Settanta era
perfetto, sia per la sceneggiatura che per un’interpretazione da manuale. Tutto
sa di già visto, di già detto, di inutile, sembra un remake di una serie di vecchi film condito in salsa televisiva.
Fotografia e montaggio sono da television-movie
e la tensione narrativa degna di una fiction
di terz’ordine. La parte comica naufraga miseramente in una serie di battute
scontate e prevedibili, la parte sexy - trattandosi di un prodotto televisivo -
è del tutto stemperata con il regista che stacca la macchina da presa sempre al
momento giusto. Dai fratelli Martino era giusto attendersi di meglio. Sic transit…
Seguite la mia rubrica di cinema su Futuro Europa: http://www.futuro-europa.it/
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