di Sergio Corbucci
Sergio Corbucci (Roma, 1927 - 1990), dirige un numero incalcolabile di pellicole, spaziando tra i generi più popolari del cinema italiano, ma soffermandosi sulla commedia, rendendo scostumata la commedia di costume e portandovi la parolaccia a ruota libera e il riso di grana grossa (Enrico Giacovelli). Troppo azzeccata la definizione per non riportarla integralmente.
A tu per tu (1984) non è tra i suoi lavori memorabili, tant’è vero che da anni non la vedevamo passare sul piccolo schermo. Benemerita Cine 34 che ha colmato una lacuna, mettendola in programmazione a dicembre 2023, in seconda serata. A tu per tu è farsa poliziesca, girata in un periodo di decadenza cinematografica, interpretata da Johnny Dorelli, Paolo Villaggio, Adriano Pappalardo, Marisa Laurito, Marilda Donà e Moana Pozzi (piccolo ruolo da comparsa sexy, prima del passaggio al porno). Dorelli è un finanziere in bancarotta che coinvolge nei suoi intrallazzi un ingenuo tassista come Villaggio. Una pochade fuori tempo massimo a base di equivoci, travestimenti, scambi di persona che strappa timidi sorrisi fino al rocambolesco finale. I personaggi sono cuciti sugli interpreti, perché Dorelli è l’arrogante quanto fascinoso imprenditore che non ammette repliche al suo volere, mentre Viallaggio è un tassista imbranato con una personalità remissiva a metà strada tra Fantozzi e Fracchia. Marisa Laurito viene imbruttita parecchio per recitare il ruolo da moglie del tassista che si prende come amante il muscoloso Adriano Papalardo. Moana Pozzi s’intravede nel letto di Dorelli (poi di Villaggio) come amante a bordo dello yacht, accanto alla sodale Tracy Spencer (pure lei un futuro nel porno), notevole bellezza di colore. Piccolo ruolo anche per Marilda Donà - starlet della commedia sexy -, come amante di Dorelli, che s’ingegna a far toccare le cosce dure come il marmo di Carrara al timido tassista. Franco Russell recita come notaio del magnate ed è l’ultima interpretazione in carriera perché muore due mesi dopo la fine delle riprese. Pellicola on the road, strutturata come una commedia gialla, a base di inseguimenti polizieschi e mafiosi, cacce all’uomo e spericolate piroette in elicottero e in automobile. A tu per tu è ambientato tra Liguria (Sanremo, con la finzione che sia Rapallo o Genova), Lazio (Roma), il varesotto, la Francia (Mentone) e la Svizzera (Lugano). A livello di curiosità riconosciamo un appartamento già usato nel cinema italiano, per la precisione da Verdone nel film Borotalco, qui abitazione del finanziere in fuga.
La critica non è mai stata tenera con Sergio Corbucci, considerato un regista popolare che si lascia prendere la mano da volgarità e turpiloquio. Roberto Poppi è inflessibile: “In molte occasioni dimostra troppa accondiscendenza ai gusti di un certo pubblico e certi produttori, calcando il pedale su volgarità e turpiloquio del tutto gratuiti, che contribuiscono allo scadimento della commedia italiana e, in generale, del cinema cosiddetto medio. Gianni Canova è meno caustico: “Sergio Corbucci è regista di consumato mestiere dotato di felice intuito per imbastire storie popolari di sicura presa nei confronti del pubblico. Siano film con Totò, spaghetti-western, fortunate commedie, polizieschi partenopei, sono quasi sempre successi . Porta al successo attori come Adriano Celentano, Johnny Dorelli, Renato Pozzetto, Paolo Vilaggio ed Enrico Montesano”. Sergio Corbucci dice di se stesso: “Sono uno che supplisce con la quantità alla mancanza di qualità”. A parere di chi scrive non è così vero, perché la sua commedia semplice e spontanea, anche se sboccata, conserva il pregio della spontaneità.
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