Rivedendo il cinema di Carlo Vanzina
Carlo Vanzina nasce a Roma il 13 marzo 1951, vive in
una famiglia di cineasti, perché suo padre è il popolare Stefano (noto come Steno)
e suo fratello è lo sceneggiatore Enrico. La sua casa è frequentata da
personaggi mitici come Totò, Ugo Tognazzi, Mario Monicelli, Ennio Flaiano,
Mario Canerini, Dino Risi, che per lui diventano presenze familiari. Carlo debutta
nel mondo del cinema ad appena un anno, interpretando il neonato Filippo in Totò e le donne, diretto dal padre. Si
diploma al liceo francese Chateaubriand di Roma, tenta la carriera cinematografica
seguendo le orme paterne come aiuto regista (Il vichingo venuto dal sud, La
poliziotta…), ma frequenta anche la bottega di Mario Monicelli e di Alberto
Sordi, imparando l’arte della commedia in tutte le sue sfaccettature. Carlo
Vanzina è aiuto regista in lavori storici del cinema brillante italiano come Brancaleone alle crociate, Romanzo popolare, Amici miei, Polvere di stelle e Finché c’è guerra c’è speranza. L’elenco non è esaustivo.
Il primo lavoro da regista è Luna di miele in tre (1976), commedia brillante interpretata da Renato Pozzetto e Stefania Casini, sceneggiata dal fratello Enrico, ma lontana da quel cinema popolare che è nelle corde dei Vanzina. Il film si basa sulla comicità di Pozzetto, diviso tra la moglie e una pornostar, ma viene rivitalizzato dalla presenza di Massimo Boldi, Cochi Ponzoni e Felice Andreasi.
Il primo lavoro da regista è Luna di miele in tre (1976), commedia brillante interpretata da Renato Pozzetto e Stefania Casini, sceneggiata dal fratello Enrico, ma lontana da quel cinema popolare che è nelle corde dei Vanzina. Il film si basa sulla comicità di Pozzetto, diviso tra la moglie e una pornostar, ma viene rivitalizzato dalla presenza di Massimo Boldi, Cochi Ponzoni e Felice Andreasi.
Figlio delle
stelle (Tu sei l’unica donna per me) (1979) è il secondo lavoro di Carlo
Vanzina, sceneggiato con il fratello, ma soprattutto musicato da Alan Sorrenti,
vero protagonista di un musicarello
atipico e fuori dal tempo. La pellicola si caratterizza per la presenza di un
Michele Soavi - futuro regista horror e allievo di Dario Argento - come
assistente al montaggio. Il film è basato sui successi canori di Alan Sorrenti
che duetta con la cantante francese Jennifer Benoist e non è certo la cosa migliore
fatta dai Vanzina. Il musicarello è
un genere alla frutta, impossibile rivitalizzarlo, anche perché non pare il più
adatto allo stile dei Vanzina. Figlio
delle stelle resta un’opera di culto, ricercata dagli appassionati,
classificabile come pietra miliare del cinema
bis italiano.
Arrivano i
Gatti (1979) è il primo film
interessante di Carlo Vanzina, che contribuisce in maniera determinante
all’affermazione in campo cinematografico dei Gatti di Vicolo dei Miracoli,
quattro attori comici veronesi. Una vacanza
bestiale (1980) segue il successo del
primo film ed è ancora un lavoro che vede all’opera i Gatti, come nel
precedente la sceneggiatura è opera di Enrico Vanzina e di Ninì Salerno (anima
culturale del gruppo). Diego Abatantuono fa parte del cast comico, come in Arrivano i Gatti, e segna l’inizio di
una collaborazione proficua con i Vanzina.
Il successo del personaggio del terrunciello che si spaccia per milanese ciento pe’ ciento è frutto di un proficuo lavoro tra attore, sceneggiatore e regista. Lo slang tipico del primo Abatantuono, che fa impazzire i ragazzi e ne decreta un incredibile successo, viene realizzato a tavolino e sul campo, serata dopo serata, pellicola dopo pellicola. Una vacanza bestiale secondo Marco Giusti è uno dei migliori film dei Vanzina, non tanto per la presenza dei Gatti, quanto per un Diego Abatantuono scatenato, ai massimi della forma. Non condividiamo il benevolo giudizio, ma in ogni caso il film è un contenitore di gag che si susseguono a ritmo forsennato, non tutte allo stesso livello, ma la maggior parte colgono nel segno. Teo Teocoli fornisce un buon apporto con la scenetta del marocchino che al tempo era il suo cavallo di battaglia. Jerry Calà dimostra già da questo film che potrebbe fare da solo, piace al pubblico e ha il carisma del protagonista. Il suo distacco dai Gatti è prossimo e segna lo scioglimento del gruppo sin dalla pellicola successiva.
Il successo del personaggio del terrunciello che si spaccia per milanese ciento pe’ ciento è frutto di un proficuo lavoro tra attore, sceneggiatore e regista. Lo slang tipico del primo Abatantuono, che fa impazzire i ragazzi e ne decreta un incredibile successo, viene realizzato a tavolino e sul campo, serata dopo serata, pellicola dopo pellicola. Una vacanza bestiale secondo Marco Giusti è uno dei migliori film dei Vanzina, non tanto per la presenza dei Gatti, quanto per un Diego Abatantuono scatenato, ai massimi della forma. Non condividiamo il benevolo giudizio, ma in ogni caso il film è un contenitore di gag che si susseguono a ritmo forsennato, non tutte allo stesso livello, ma la maggior parte colgono nel segno. Teo Teocoli fornisce un buon apporto con la scenetta del marocchino che al tempo era il suo cavallo di battaglia. Jerry Calà dimostra già da questo film che potrebbe fare da solo, piace al pubblico e ha il carisma del protagonista. Il suo distacco dai Gatti è prossimo e segna lo scioglimento del gruppo sin dalla pellicola successiva.
I fichissimi (1981) è un grande successo della coppia comica Jerry
Calà -Diego Abatantuono, il film più importante dei Vanzina (Enrico sceneggia e
Carlo dirige), insieme al successivo e ormai storico Eccezzziunale… veramente (1983). Jerry Calà comincia a fare da
solo, mentre Abatantuono è un terrunciello
perfetto davvero esilarante, ma insieme danno vita a una versione comica de I guerrieri della notte senza precedenti.
Un altro film importante nella carriera di Diego Abatantuono è Viuuulentemente… mia (1982) e merita di essere riscoperto come uno dei migliori film del periodo terrunciello. Laura Antonelli è una ricca finanziera che il poliziotto Abatantuono deve arrestare e portare in Italia, ma la trama conta poco perché il film si regge soprattutto sulle battute di Abatantuono e sulle grazie della Antonelli.
Un altro film importante nella carriera di Diego Abatantuono è Viuuulentemente… mia (1982) e merita di essere riscoperto come uno dei migliori film del periodo terrunciello. Laura Antonelli è una ricca finanziera che il poliziotto Abatantuono deve arrestare e portare in Italia, ma la trama conta poco perché il film si regge soprattutto sulle battute di Abatantuono e sulle grazie della Antonelli.
Eccezzziunale…
veramente (1983) è la vera apoteosi
del terrunciello portato sullo
schermo da Diego Abatantuono ed è un film entrato a far parte dell’immaginario
popolare, al punto che nel 2006 viene realizzato un tardo sequel come Eccezzziunale
veramente capitolo secondo… me, successo cinematografico e subito dopo televisivo,
programmato sulle reti Sky e, nel 2008, in prima serata su Rai Due.
Carlo ed Enrico Vanzina non inventano soltanto il Diego
Abatantuono idolo dei teenager anni
Ottanta, ma sono anche gli importanti rigeneratori del cinema balneare, di gran
moda nella commedia all’italiana classica, ma finito nel dimenticatoio.
Sapore di
mare (1983) è una pellicola che segna
un periodo storico, ormai un classico dei Vanzina, seguito da un meno riuscito sequel come Sapore di mare 2 un anno dopo
(1983) di Bruno Cortini, pure se soggetto e sceneggiatura sono ancora dei
Vanzina. I ragazzi della mia generazione hanno visto Sapore di mare decine di volte, prima al cinema e poi nei frequenti
passaggi televisivi, resta un film di culto, inossidabile, resistente al
passare degli anni. Isabella Ferrari nel ruolo di Selvaggia impersona il sogno
erotico dei ragazzi italiani, Karina Huff e Marina Suma si danno da fare per
contenderle la scena, la matura Virna Lisi recita con bravura, ma tutto il cast
è ai massimi livelli, basti citare gli esplosivi Jerry Carlà, Massimo Ciavarro
e Christian De Sica. Torna in auge un genere a metà strada tra il musicarello (Edoardo Vianello interpreta
se stesso) e la commedia balneare, rivitalizzato da un cast di attori perfetto
e da una storia agrodolce al punto giusto. Sapore
di mare viene distrutto dalla critica contemporanea, ma oggi si deve ammettere
che ci troviamo di fronte a un interessante film corale che si pone sulla scia
dei capolavori di Dino Risi. Il mix tra musica, comicità e rivisitazione delle
vacanze al mare nella Versilia anni Sessanta è fantastico. Tutto è ancora più
apprezzabile se si pensa che la maggior parte della pellicola è stata girata a
Ostia e in teatri di posa.
Un altro genere inventato dai Vanzina è il comico - vacanziero, inaugurato da Vacanze di Natale (1983), primo titolo
di successo che anticipa una lunga serie. La pellicola segue la stessa formula
di Sapore di mare, presenta una
serie di canzoni memorabili che fanno da sottofondo a gag comiche indovinate.
Jerry Calà, Christian de Sica e Claudio Amendola sono gli attori principali, ma
non vanno dimenticate presenze femminili importanti come Stefania Sandrelli,
Antonella Interlenghi, Karina Huff e Licinia Lentini. Ricordiamo anche Mario
Brega, Rossana Di Lorenzo e una breve apparizione di Moana Pozzi. Vacanze di Natale è un Sapore di mare ambientato in montagna, un film mai eccessivo, inquadrabile
nella commedia all’italiana di stampo classico, pure se è il capostipite di un
sottogenere e resta uno dei film più indovinati dei Vanzina.
Il 1983 è un anno di grazia per Carlo ed Enrico
Vanzina che portano Diego Abatantuono alla consacrazione del suo personaggio storico
con Il ras del quartiere. Isabella Ferrari è al massimo della bellezza e ha
già fatto innamorare tutti i ragazzi italiani con il suo sguardo da cerbiatta,
occhi azzurri e capelli biondi. La pellicola non ha un grande successo perché
il personaggio di Abatantuono mostra la corda, comincia a stancare il pubblico,
persino l’attore se ne accorge e cambia registro cominciando a lavorare con
Pupi Avati.
Mystère chiude male il 1983 perché i Vanzina confezionano un
thriller completamente fuori dalle loro corde, anche se dispongono di
un’attrice come Carol Bouquet nel ruolo della protagonista. Amarsi un
po’ (1984) è una storia d’amore atipica,
non convenzionale, tra un figlio di romani trucidi come Claudio Amendola e Tahnee
Welch, rampolla di famiglia nobile. Mario Brega e Rossana Di Lorenzo
rappresentano i personaggi più azzeccati del film come copia di genitori
popolari, mentre Riccardo Garrone e Virna Lisi sono i nobili che non vogliono concedere la figlia
al borgataro. Claudia Cavalcanti è il terzo incomodo e porta nella pellicola
una spruzzatina di sensualità. Un film da riscoprire.
Vacanze in America (1984) è il secondo vacanziero vanziniano ed è tra i meno riusciti, anche se il cast è simile al precedente e la comicità resta affidata a Jerry Calà, Christian De Sica e Claudio Amendola. C’è anche Edwige Fenech, al suo penultimo film per il cinema, ma in un ruolo di madre castigatissima, mentre le parti piccanti sono affidate ad Antonella Interlenghi. Il film è un insieme di battute già sentite e di volgarità inutili che non smuovono minimamente il sorriso. A Natale un gruppo di studenti di una scuola privata romana retta da sacerdoti viene portato in vacanza per quindici giorni negli States e affidato alle cure di Don Buro (De Sica).La
Fenech è una divorziata che circuisce Don Buro ma è sempre
molto vestita. Gli attori e il cast tecnico sono più meno gli stessi del primo Vacanze di Natale (1983) che aveva il
pregio dell’originalità.
Vacanze in America (1984) è il secondo vacanziero vanziniano ed è tra i meno riusciti, anche se il cast è simile al precedente e la comicità resta affidata a Jerry Calà, Christian De Sica e Claudio Amendola. C’è anche Edwige Fenech, al suo penultimo film per il cinema, ma in un ruolo di madre castigatissima, mentre le parti piccanti sono affidate ad Antonella Interlenghi. Il film è un insieme di battute già sentite e di volgarità inutili che non smuovono minimamente il sorriso. A Natale un gruppo di studenti di una scuola privata romana retta da sacerdoti viene portato in vacanza per quindici giorni negli States e affidato alle cure di Don Buro (De Sica).
Sotto il
vestito niente (1985) è una pellicola
importante e atipica di Carlo Vanzina. che si avvale del fratello Carlo come
sceneggiatore, ma basandosi sul romanzo omonimo di Marco Parma (Paolo Pietroni)
e ricorrendo allo specialista di thriller Franco Ferrini. Si tratta di un
giallo ambientato nel mondo della moda milanese che riscuote un grande
successo. La storia si basa su un vero omicidio maturato in ambienti milanesi
tra serate a base di sesso e droga, ma tiene conto pure del caso della modella
Terry Broome. Si narra che dovesse girarlo Michelangelo Antonioni, ma alla fine
viene affidato ai Vanzina. La pellicola ha un sequel: Sotto il vestito
niente 2 (1989), girato da un regista di pubblicità come Dario Piana, su
soggetto di Carlo ed Enrico Vanzina. Funziona memo bene del primo, anche se
presenta la solita sfilata di belle modelle spaventate e uccise che da un punto
di vista estetico salvano il film.
Yuppies - i giovani di successo (1986) è un’altra pellicola importante per dimostrare che non possiamo trascurare il fenomeno Vanzina e relegare i loro film a puro cinema popolare senza valore. Sono il primo a fare ammenda perché è capitato anche a me di cadere nel luogo comune Vanzina uguale prodotto scadente. Non è sempre vero. Negli anni Ottanta il cinema dei Vanzina è stato innovativo, ha segnato il nascere di diversi sottogeneri (poi sfruttati all’eccesso), si è posto in una posizione di continuità con la commedia all’italiana di stampo classico e si è affermato per la rottura con la tradizione. Yuppies è un apoteosi di Jerry Calà, al massimo del successo personale, dopo aver lasciato i Gatti e prima di decidere per un infelice passaggio dietro la macchina da presa. Christian De Sica, Ezio Greggio e Massimo Boldi sono le altre presenze maschili, mentre la sfilata di bellezze comprende Corinne Cléry, Federica Moro, Valeria D’Obici e Cinzia De Ponti. I critici del tempo stroncarono il film senza starci tanto a pensare, anche se è un lavoro interessante, comico - surreale, con pochi agganci al vero mondo degli yuppies, ma non per questo meno riuscito. Un film di culto per la mia generazione.
Yuppies - i giovani di successo (1986) è un’altra pellicola importante per dimostrare che non possiamo trascurare il fenomeno Vanzina e relegare i loro film a puro cinema popolare senza valore. Sono il primo a fare ammenda perché è capitato anche a me di cadere nel luogo comune Vanzina uguale prodotto scadente. Non è sempre vero. Negli anni Ottanta il cinema dei Vanzina è stato innovativo, ha segnato il nascere di diversi sottogeneri (poi sfruttati all’eccesso), si è posto in una posizione di continuità con la commedia all’italiana di stampo classico e si è affermato per la rottura con la tradizione. Yuppies è un apoteosi di Jerry Calà, al massimo del successo personale, dopo aver lasciato i Gatti e prima di decidere per un infelice passaggio dietro la macchina da presa. Christian De Sica, Ezio Greggio e Massimo Boldi sono le altre presenze maschili, mentre la sfilata di bellezze comprende Corinne Cléry, Federica Moro, Valeria D’Obici e Cinzia De Ponti. I critici del tempo stroncarono il film senza starci tanto a pensare, anche se è un lavoro interessante, comico - surreale, con pochi agganci al vero mondo degli yuppies, ma non per questo meno riuscito. Un film di culto per la mia generazione.
Via
Montenapoleone (1987) è un’altra
pellicola di successo, scritta e sceneggiata dai Vanzina con la collaborazione
di Iaia Fiastri, che è in diretta continuità con Yuppies ma si caratterizza per la bellezza prorompente di Carol
Alt. I Vanzina cercano di fornire un quadro realistico della Milano bene di
quei tempi, ma non sono bravissimi a costruire personaggi e spesso si limitano
alla macchietta comica. Tra le bellezze femminili citiamo anche Corinne Cléry e
René Simonsen, ma un vero ruolo da protagonista lo ricopre Luca Barbareschi,
critico cinematografico gay, figlio di Valentina Cortese.
Montecarlo
Gran Casinò (1987) è un comico -
vacanziero ambientato a Montecarlo, non tra i più riusciti dei Vanzina, ma
dotato di un buon cast di comici e caratteristi. Ezio Greggio, Christian De
Sica, Enrico Beruschi, Massimo Boldi, Paolo Rossi, Mario Brega, Rossana De
Lorenzo e Renzo Ozzano sono la truppa di comici televisivi e di cabaret che
interpreta una serie di trovate abbastanza originali. La nota positiva del film
è che vediamo coppie comiche inedite come quella composta da Paolo Rossi ed
Ezio Greggio.
I miei primi
quarant’anni (1987) è un altro film
storico dei Vanzina che porta al cinema l’autobiografia romanzata di Marina
Ripa di Meana, impersonata dalla bellissima ma inespressiva Carol Alt, doppiata
male e sostituita nelle scene di sesso da una certa Carmen Stowe. Si tratta di
un film rosa non certo memorabile, ma ormai di culto per le situazioni surreali
e per una serie di gag involontarie che ne hanno fatto un oggetto prelibato per
gli appassionati del cinema bis italiano. Tra gli interpreti spiccano Pierre
Cosso, Giuseppe Pambieri, Riccardo Garrone, Paola Quattrini, Teo Teocoli e
Carlo Monni.
La partita (1988) è un film drammatico, del tutto fuori sintonia con la poetica vanziniana, sembra un prodotto realizzato alla ricerca di un’autorialità e di un impegno che Carlo ed Enrico non hanno mai coltivato. La sceneggiatura è originale, tenta di descrivere il mondo settecentesco in maniera realistica, dipingendolo come fatuo e vacuo, ma soprattutto punta l’indice sul vizio del gioco. Siamo nel1700 a Venezia e dopo un lungo esilio, il
nobile Francesco Sacredo torna in città. Apprende che il patrimonio di famiglia
è stato perso al gioco dal padre dopo lunghe partite con la contessa Matilde
Von Wallenstein. La contessa si innamora del giovane Francesco e gli propone di
giocarsi tutto il patrimonio, in cambio della totale disponibilità della sua
vita in caso di perdita. Interpretano la pellicola Corinne Cléry, Faye Dunaway,
Matthew Modine e Jennifer Beals. Un prodotto insolito ma interessante, non
facile a vedersi, ma da recuperare.
La partita (1988) è un film drammatico, del tutto fuori sintonia con la poetica vanziniana, sembra un prodotto realizzato alla ricerca di un’autorialità e di un impegno che Carlo ed Enrico non hanno mai coltivato. La sceneggiatura è originale, tenta di descrivere il mondo settecentesco in maniera realistica, dipingendolo come fatuo e vacuo, ma soprattutto punta l’indice sul vizio del gioco. Siamo nel
Le finte
bionde (1988) è un prodotto
fallimentare tratto da un romanzo di Enrico Vanzina, interpretato da Paola
Quattrini e Cinzia Leone, ma non all’altezza delle ambizioni di critica nei
confronti della finta borghesia romana. Sono interessanti soltanto alcune
trovate in gergo romanesco che in parte rivalutano il film, soprattutto per
come presenta la burinità dei nuovi
ricchi romani.
Tre colonne
in cronaca (1989) è un thriller
tratto dal romanzo omonimo di Corrado Augias e Daniela Pasti, ma non è il
classico film dei Vanzina e il risultato è un prodotto ibrido, a metà strada
tra il fumetto e il poliziesco. Gian Maria Volontè interpreta Eugenio Scalfari
nel migliore dei modi, ma sono in buona forma anche Massimo Dapporto, Sergio
Castillitto, Demetra Hampton, Carlo Giuffrè e Senta Berger.
Miliardi (1990) è un pessimo fumettone stile Beautiful tratto dal romanzo omonimo di
Renzo Barbieri che nessuno ricorda, per primi i Vanzina che lo hanno quasi
omesso dalla loro filmografia. La bellezza di Carol Alt la fa da padrone, ma
tolta lei resta poco da vedere.
Piedipiatti (1991) è un tentativo di unire la comicità meneghina
di Renato Pozzetto con quella romanesca di Enrico Montesano, ma non convince
fino in fondo perché i due attori sono in disarmo. Conosciamo una coppia di
piedipiatti che quando entrano in azione sono due pericoli pubblici e ne
combinano di tutti i colori. Una leggera trama gialla fa da supporto a una
serie di situazioni comiche non troppo incisive.
California
Dreaming – Sognando la
California (1992) è
una nuova pellicola comica versione road
movie. Massimo Boldi, Nino Frassica, Maurizio Ferrini e Bo Derek (nella
parte di se stessa) sono gli interpreti principali di un lavoro non eccezionale
che racconta il viaggio di quattro amici in California per realizzare un
vecchio sogno. I Vanzina cominciano a unire comicità cinematografica a nuovi
volti della televisione come Frassica e Ferrini, lanciati dalle trasmissioni di
successo di Renzo Arbore. Umberto Smaila, ormai orfano dei Gatti, compone una
musica orecchiabile e divertente.
Piccolo grande amore (1993) è una favola sentimentale con intermezzi comici, interpretata da Raoul Bova e dalla modella - meteora Barbara Snellenburg. Il film lancia l’attore italiano in un ruolo romantico da istruttore di surf rubacuori che seduce una principessa straniera. Nel cast ci sono attori come David Warner, Paul Freeman e Susannah York, ormai sul viale del tramonto. La pellicola non è tipica dello stile vanziniano, ma cavalca una moda del periodo.
Piccolo grande amore (1993) è una favola sentimentale con intermezzi comici, interpretata da Raoul Bova e dalla modella - meteora Barbara Snellenburg. Il film lancia l’attore italiano in un ruolo romantico da istruttore di surf rubacuori che seduce una principessa straniera. Nel cast ci sono attori come David Warner, Paul Freeman e Susannah York, ormai sul viale del tramonto. La pellicola non è tipica dello stile vanziniano, ma cavalca una moda del periodo.
I mitici –
Colpo gobbo a Milano (1994) è uno dei
migliori film dei Vanzina che si avvalgono della collaborazione alla
sceneggiatura di Pero De Bernardi e Leo Benvenuti. I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli viene rivisitato e
corretto in salsa vanziniana con la partecipazione di Monica Bellucci, Ricky
Memphis, Tony Sperandeo, Umberto Smaila e Ugo Conti. Carlo Vanzina non è il
primo regista a tentare un adattamento del classico monicelliano, visto che ci
avevano già provato Nanni Loy e Lucio Fulci, ma il suo lavoro ha il pregio
dell’originalità.
SPQR – 2000 e ½ anni fa (1994) è una pellicola importante, basata sulla comicità volgare e caciarona della coppia Christian De Sica - Massimo Boldi, una storia di ambientazione romana, un peplum comico stile Orazi e Curiazi3 a 2 (1972) di Giorgio
Mariuzzo. Il latino maccheronico si spreca, le situazioni imbarazzanti pure, la
comicità è senza pretese, ma efficace. Grande successo natalizio, come
consuetudine dei Vanzina, che affrontano l’argomento Tangentopoli - mani pulite
con superficialità, ma facendo ridere a crepapelle. Massimo Boldi interpreta un
giudice integerrimo che indaga sul corrotto De Sica, ma ci sono anche Leslie
Nielsen, Anna Falchi (non poteva essere che Poppea), Nadia Rinaldi e la bella
Cash. Al film è seguito un serial
televisivo Mediaset che non ha avuto un grande successo ed è stato eliminato
presto dalla programmazione.
SPQR – 2000 e ½ anni fa (1994) è una pellicola importante, basata sulla comicità volgare e caciarona della coppia Christian De Sica - Massimo Boldi, una storia di ambientazione romana, un peplum comico stile Orazi e Curiazi
Selvaggi (1995) esce per Natale, ma non riscuote
grandi consensi. Resta un film curioso, a tratti divertente, pure se la visione
della realtà è semplificata e monodimensionale. La storia si sviluppa su
un’isola deserta dei tropici, dove incontriamo Ezio Greggio, Leo Gullotta, Antonello
Fassari, Cinzia Leone, Monica Scattini, Emilio Solfrizzi, Franco Oppini e Cash.
I Vanzina non costruiscono comicità raffinata, non sono maestri di delicate
allegorie, da loro possiamo attenderci solo divertimento puro a base di trovate
televisive e risate sguaiate. Fatta questa premessa, bisogna dire che non
deludono, perché mettono in scena le liti un milanese berlusconiano, un romano
comunista, una moglie coatta, due pugliesi in viaggio di nozze e due belle
ragazze.
Io no spik english (1995) è una pellicola per bambini interpretata da
Paolo Villaggio e non è un lavoro memorabile, forse uno dei peggiori film interpretati
dall’attore ligure che non sembra in sintonia con i Vanzina. Da dimenticare.
A spasso nel
tempo (1996) è un ritorno alla
vecchia comicità natalizia dei Vanzina e un modo per rinnovare i fasti di SPQR, ancora una volta per merito della
coppia affiatata Boldi - De Sica. Il cast delle belle presenze femminili vede
la giovanissima Manuela Arcuri e la televisiva Ela Weber. Dean Jones è il
professor Mortimer che spedisce i nostri eroi a spasso nel tempo, una scusa per
ambientare diverse situazioni comiche nella Firenze rinascimentale, nella Seconda
Guerra Mondiale e nella preistoria.
Squillo (1996) è il primo film interpretato dal modello
pubblicitario Raz Degan che passa al cinema sotto la guida dei Vanzina, come ai
tempi di Sotto il vestito niente,
solo che allora si trattava di donne. Si torna alle tematiche gialle ambientate
nel bel mondo milanese (che i Vanzina dimostrano di conoscere poco), con una
spruzzatina di discorso politico molto annacquato, un po’ di sesso e di mistero
attorno a un omicidio. Un omaggio ai vecchi thriller di Sergio Martino e a
tutti i sexy thriller all’italiana, ma un film atipico per i Vanzina.
Banzai (1997) è un pessimo film girato a Tokyo con
protagonista Paolo Villaggio, nei panni del solito frustrato che gira per il
mondo e gliene succedono di tutti i colori. Un nuovo incontro poco riuscito tra
la comicità di Villaggio e lo stile dei Vanzina che non sembrano per niente
compatibili. Si rivede la giunonica Francesca Romana Coluzzi.
A spasso nel
tempo – L’avventura continua (1997)
ha tutti i difetti dei sequel di un
film di successo, prima di tutto è tirato via, girato in fretta e senza molte
idee, riciclando cose già dette e già viste. Boldi e De Sica tornano nella
preistoria, nella Firenze di Lorenzo il Magnifico (trovano ancora Marco
Messeri), ma pure nella Scozia di Highlander e nella Seconda Guerra Mondiale.
Un incasso eccellente.
A questo punto i Vanzina cominciano a lavorare anche per la televisione, che con diverse fiction di successo prende sempre più il posto del vecchio cinema di genere. Anni ’50 (1998) è la prima miniserie che va in onda dal 13 al 22 ottobre, su Canale 5, interpretata da Ezio Greggio, Serena Grandi, Enzo Cannavale, Ric, Antonella Fassari, Giovanni Rei e altri caratteristi. Le vicende (scritte e sceneggiate da Enrico e Carlo) si svolgono in una Capri anni Cinquanta e coinvolgono un maresciallo dei carabinieri, un fruttivendolo romano e due giovani innamorati. I Vanzina rendono omaggio alla loro infanzia cinematografica, dal neorealismo rosa ai film con Totò e De Sica, infarcendo i telefilm di citazioni e di rimandi a storiche battute.
Anni ’60 (1999) è una nuova miniserie, che non può mancare visto il successo della prima fiction, in onda dal 3 al 24 ottobre, ogni domenica, su Canale 5. Si segnalano ottime musiche d’epoca rivitalizzate e modernizzate da Manuel De Sica. Tra gli interpreti Ezio Greggio, Jerry Calà, Maurizio Mattioli, Sergio Solli, Nini Salerno e Gian. Lo schema non cambia, perché i Vanzina intrecciano tre storie che si svolgono in un anno ma in diverse località. Incontriamo un palazzinaro romano alle prese con una figlia ribelle, un quarantenne che cerca soldi facili e un commerciante di oggetti sacri che vorrebbe tradire la moglie. Ancora una volta i Vanzina omaggiano il cinema del passato e citano capolavori come Il sorpasso (1962) di Dino Risi, Signori e signori (1966) di Pietro Germi e I tartassati (1959) di Steno. Il limite dell’operazione sta ancora una volta nello stile semplicistico dei Vanzina che non regge il confronto con i modelli citati, ma, con quello che passa in televisione, le due miniserie restano un prodotto dignitoso.
A questo punto i Vanzina cominciano a lavorare anche per la televisione, che con diverse fiction di successo prende sempre più il posto del vecchio cinema di genere. Anni ’50 (1998) è la prima miniserie che va in onda dal 13 al 22 ottobre, su Canale 5, interpretata da Ezio Greggio, Serena Grandi, Enzo Cannavale, Ric, Antonella Fassari, Giovanni Rei e altri caratteristi. Le vicende (scritte e sceneggiate da Enrico e Carlo) si svolgono in una Capri anni Cinquanta e coinvolgono un maresciallo dei carabinieri, un fruttivendolo romano e due giovani innamorati. I Vanzina rendono omaggio alla loro infanzia cinematografica, dal neorealismo rosa ai film con Totò e De Sica, infarcendo i telefilm di citazioni e di rimandi a storiche battute.
Anni ’60 (1999) è una nuova miniserie, che non può mancare visto il successo della prima fiction, in onda dal 3 al 24 ottobre, ogni domenica, su Canale 5. Si segnalano ottime musiche d’epoca rivitalizzate e modernizzate da Manuel De Sica. Tra gli interpreti Ezio Greggio, Jerry Calà, Maurizio Mattioli, Sergio Solli, Nini Salerno e Gian. Lo schema non cambia, perché i Vanzina intrecciano tre storie che si svolgono in un anno ma in diverse località. Incontriamo un palazzinaro romano alle prese con una figlia ribelle, un quarantenne che cerca soldi facili e un commerciante di oggetti sacri che vorrebbe tradire la moglie. Ancora una volta i Vanzina omaggiano il cinema del passato e citano capolavori come Il sorpasso (1962) di Dino Risi, Signori e signori (1966) di Pietro Germi e I tartassati (1959) di Steno. Il limite dell’operazione sta ancora una volta nello stile semplicistico dei Vanzina che non regge il confronto con i modelli citati, ma, con quello che passa in televisione, le due miniserie restano un prodotto dignitoso.
Il cielo in
una stanza (1999) segna il rientro al
cinema con una favola romantica che riporta ai mitici anni Sessanta, forse
condizionata dal recente lavoro televisivo. I Vanzina citano loro stessi e la
giovinezza trascorsa ai Parioli, tra bar di quartiere e ragazzi ricchi a bordo
di Vespe fiammanti. Un film da riscoprire, per la musica composta da Roberto
Nicolosi e per una storia divertente che segna il successo di un’intelligente
operazione nostalgia. Tra gli interpreti citiamo Elio Germano, Maurizio
Mattioli e Tosca D’Aquino.
Vacanze di
Natale 2000 (1999) è un remake impegnativo perché il film di
riferimento è il capostipite dei moderni film natalizi con tema vacanziero. Un
esperimento simile lo aveva già tentato (senza successo) Enrico Oldoini con Vacanze di Natale ’90 (1990), che però
si ispirava di più a Vacanze d’inverno
(1959) di Camillo Mastrocinque. Oldoini ci riprova anche nel 1991 (Vacanze di Natale ’91) e poi lascia la patata bollente nelle mani di Neri Parenti (Vacanze di Natale ’95). L’idea di
richiamare i Vanzina viene al produttore Aurelio De Laurentiis che decide di
affidare il film natalizio a una coppia collaudata. Tra gli attori citiamo
Massimo Boldi, Christian De Sica, Megan Gale (una bella australiana fresca di
pubblicità telefonica), Enzo Salvi, Nino D’Angelo, Carmen Electra, Micaela
Ramazzotti e Monica Scattini. Boldi e De Sica sono i mattatori della situazione
nei panni di due possibili consuoceri a Cortina.
Quello che
le ragazze non dicono (2000) è un
passo falso fuori dalle corde dei Vanzina, un tentativo di fare un film per le
ragazzine che sconcerta e delude un po’ tutti. Il cast vede nomi televisivi
come Martina Colombari, Giovanna Rei, Irene Ferri e Walter Nudo che hanno poco
a che spartire con il cinema. Lia Tanzi interpreta un bel ruolo da madre,
ricordiamo qualche seno nudo, un po’ di ammiccamenti voyeuristici, ma non basta. Il film delude anche perché ambientato
a Milano ed è ormai provato che i Vanzina si trovano bene soprattutto quando
devono analizzare la romanità.
E adesso sesso (2001) è un buon ritorno al genere dei film a episodi con tematica erotica, un omaggio ai classici di Dino Risi come Vedo nudo (1969), Sessomatto (1973), Sesso e volentieri (1982), esempi di commedia all’italiana sul sesso. Si tratta di otto macchiette che fanno ridere senza mai cadere nella facile volgarità, cosa insolita per i Vanzina che confezionano una pellicola capace di fare persino critica di costume. E adesso sesso critica l’Italia dei cellulari, della tv onnipresente, dei reality show e dei telequiz a ogni ora del giorno e su tutte le reti nazionali. I Vanzina omaggiano la commedia all’italiana, citano Risi, Germi, Monicelli e Steno, realizzando un film atipico ma prezioso che dovrebbe essere riscoperto. Gli interpreti non sono famosi, visto che i nomi principali sono Tony Sperandeo, Max Giusti, Antonello Fassari e Francesca Nunzi. Le pornodive pentite Eva Henger e Edelweiss alzano il tasso erotico che in ogni caso si mantiene molto casto.
E adesso sesso (2001) è un buon ritorno al genere dei film a episodi con tematica erotica, un omaggio ai classici di Dino Risi come Vedo nudo (1969), Sessomatto (1973), Sesso e volentieri (1982), esempi di commedia all’italiana sul sesso. Si tratta di otto macchiette che fanno ridere senza mai cadere nella facile volgarità, cosa insolita per i Vanzina che confezionano una pellicola capace di fare persino critica di costume. E adesso sesso critica l’Italia dei cellulari, della tv onnipresente, dei reality show e dei telequiz a ogni ora del giorno e su tutte le reti nazionali. I Vanzina omaggiano la commedia all’italiana, citano Risi, Germi, Monicelli e Steno, realizzando un film atipico ma prezioso che dovrebbe essere riscoperto. Gli interpreti non sono famosi, visto che i nomi principali sono Tony Sperandeo, Max Giusti, Antonello Fassari e Francesca Nunzi. Le pornodive pentite Eva Henger e Edelweiss alzano il tasso erotico che in ogni caso si mantiene molto casto.
South
Kensington (2001) è un film fuori
dalle corde dei Vanzina che si trovano a dirigere Rupert Everett e Elle Macpherson
in una commedia che vorrebbe essere alta e raffinata ma finisce solo per
annoiare. Il film natalizio dei Vanzina cerca di respirare aria nuova nella
colonia italiana a Londra, utilizza un Rupert Everett snob quanto basta e una
Macpherson molto bella, ma non piace a nessuno.
Un maresciallo in gondola (2002) è un altro tv movie trasmesso da Canale 5, mercoledì 27 febbraio 2002, che racconta una storia ambientata a Cortina verso la fine degli anni Cinquanta. Protagonista è un maresciallo dei carabinieri (Ezio Greggio) spedito a Venezia per proteggere una nota attrice americana (Victoria Silvstedt) e deve risolvere un misterioso furto durante il Festival del Cinema. Si tratta di una commedia sofisticata girata con ritmi televisivi che riesce a essere umoristica, sfumando molto i toni del giallo. Troviamo nel cast anche Debora Caprioglio e la vecchia gloria Philippe Leroy.
Un maresciallo in gondola (2002) è un altro tv movie trasmesso da Canale 5, mercoledì 27 febbraio 2002, che racconta una storia ambientata a Cortina verso la fine degli anni Cinquanta. Protagonista è un maresciallo dei carabinieri (Ezio Greggio) spedito a Venezia per proteggere una nota attrice americana (Victoria Silvstedt) e deve risolvere un misterioso furto durante il Festival del Cinema. Si tratta di una commedia sofisticata girata con ritmi televisivi che riesce a essere umoristica, sfumando molto i toni del giallo. Troviamo nel cast anche Debora Caprioglio e la vecchia gloria Philippe Leroy.
Febbre da
cavallo – La mandrakata (2002) è un sequel che rende omaggio a Febbre da cavallo (1976), una pietra
miliare della commedia all’italiana diretta da Steno. I Vanzina non pretendono
di fare meglio del padre, ma scrivono una storia dignitosa che a tratti fa
sorridere e spesso commuove. La
mandrakata rielabora il vecchio film in chiave moderna, realizza un omaggio
a Steno e mette in campo attori come Gigi Proietti, Enrico Montesano, Nancy
Brilli, ma anche caratteristi come Piero Fornaciari, Natale Tulli e Rodolfo
Laganà. I tempi comici sono perfetti, ogni personaggio racconta la sua storia e
ha una sua precisa ragione d’essere. I Vanzina citano il cinema italiano degli
anni Settanta, ma fanno capire che il loro riferimento principale è ancora
precedente, forse quel neorealismo rosa che ha dato il via alla stagione della
commedia.
Il pranzo
della domenica (2003) è vera commedia
all’italiana di stampo classico, forse il film più intellettuale dei Vanzina,
ma non riscuote un gran successo di pubblico. La pellicola affronta delicati
temi politico - sociali ma lo fa con il solito pressapochismo tipico dei
Vanzina, senza approfondire mai, rischiando di cadere nella battuta
qualunquista. La critica alla società berlusconiana è presente ma molto
annacquata e non si capisce mai se è una critica di sinistra o semplicemente
populista. Tutto si svolge ai Parioli, nel cortile di casa Vanzina, come ne Il cielo in una stanza, ma è un
orizzonte troppo limitato per fare da paradigma della società italiana. Lo
scontro familiare, tra parenti di destra e di sinistra, si svolge nel corso del
rituale pranzo domenicale dalla nonna (Giovanna Ralli), ma è troppo
politicamente corretto e gli autori non prendono mai posizione. La pellicola rappresenta
un gustoso ritratto di un’epoca ma il limite più evidente è che regista e
sceneggiatore vorrebbero accontentare tutti. Interessante il cast che comprende
Massimo Ghini, Barbara De Rossi, Rocco Papaleo, Elena Sofia Ricci, Maurizio
Mattioli, Marco Messeri e Giovanna Ralli.
Le barzellette
- il film (2004) è un omaggio al barzelletta - movie, un sottogenere inaugurato da Marino Girolami
e il suo Pierino interpretato da Alvaro Vitali. Se vediamo bene il sottogenere
deriva da Ridere, ridere, ridere
(1954) di Edoardo Anton, ma al tempo restò solo un episodio stravagante, mentre
negli anni Settanta la moda durò alcuni anni e produsse diverse pellicole che ridicolizzavano
matti, carabinieri, soldati e poliziotti. Enrico Vanzina è il soggettista de I carabbinieri (1981) e di Miracoloni (1981) di Francesco Massaro,
due pellicole simbolo del sottogenere. W
la foca (1982) di Nando Cicero è un altro film surreale ed emblematico di
un modo di fare comicità basato su barzellette sceneggiate. L’elenco sarebbe
interminabile, perché il barzelletta movie ha avuto grande vigore e ha sfornato
molti titoli anche se di qualità piuttosto scadente. I Vanzina si mettono in
gioco nella riscrittura di un genere abbastanza sfruttato e non limitano il
campo di azione a un settore, ma saccheggiano tutto, lo scibile
barzellettistico per confezionare un prodotto dignitoso affidato alla genialità
degli attori. Gigi Proietti è il più bravo, ma se la cavano anche Max Giusti,
Biagio Izzo, Carlo Buccirosso, Marco Messeri ed Enzo Salvi. La pellicola si
compone di circa sessanta barzellette non tutte all’altezza della situazione,
alcune risapute, altre troppo lunghe, ma in ogni caso i Vanzina evitano il già
visto e il già detto eliminando tutto il repertorio su matti, carabinieri e
scuola. Resta il solito film dei Vanzina, sempre politicamente corretto e mai
schierato, molto attento a non pestare i piedi a nessuno.
In questo
mondo di ladri (2004) è una commedia
senza troppe pretese prodotta da Vittorio Cecchi Gori e pensata per valorizzare
le grazie di Valeria Marini. Per fortuna ci sono anche buoni interpreti come Carlo
Buccirosso, Max Pisu, Biagio Izzo, Leo Gullotta, Ricky Tognazzi ed Enzo
Iacchetti. Il soggetto è abbastanza scontato, anche
se i Vanzina vengono coadiuvati dall’esperto sceneggiatore Piero De Bernardi.
Si parte dalla nota canzone di Antonello Venditti per raccontare le peripezie
di cinque onesti lavoratori che tentano di vendicarsi di una truffa
immobiliare. La banca assurge a simbolo di un sistema corrotto popolato da
disonesti e truffatori, in un ritratto monodimensionale e mai graffiante della
nostra società. Valeria Marini sfoggia
la sua abbondanza di forme ma ormai sappiamo che tra lei e la recitazione è
accaduto un litigio irreparabile.
I Vanzina tornano a fare televisione su Canale 5, con
un’idea geniale come Un ciclone in
famiglia (2005), che ottiene un successo così grande da produrre tre
seguiti (2006, 2007 e 2008). Le avventure delle famiglie Fumagalli e Dominici
appassionano il pubblico, le liti tra lombardi e romani sono il sale della
commedia, interpretata da Massimo Boldi e Maurizio Mattioli per i ruoli
maschili, mentre le parti femminili sono di Barbara De Rossi e Monica Scattini.
Ne Un ciclone in famiglia 2 compare anche l’ottimo attore Carlo
Buccirosso, perché i Vanzina inseriscono anche la famiglia napoletana degli
Esposito. La famiglia Fumagalli, milanese, composta da Lorenzo (Massimo Boldi)
il papà, (Barbara De Rossi) la mamma e le tre figlie Lisa (Benedetta Massola),
Ludovica (Sarah Calogero) e Lauretta (Carlotta Mazzoleni), partita per il
Canada per passare le vacanze, incontra la romanissima famiglia Dominici:
Alberto (Maurizio Mattioli) romano purosangue, la moglie Simonetta (Monica
Scattini) e uno dei figli, Alessio (Edoardo Natoli). I due rispettivi figli,
Alessio e Ludovica, s’innamorano, al rientro in Italia, i due giovani
annunciano di aspettare un bambino. Da questo assunto parte la storia che segue
tutte le regole della buona telenovela
sudamericana, corretta con il tipico umorismo dei Vanzina e il solito
politicamente corretto che cerca di piacere a tutti. La caratteristica
principale della serie è che le locationes
sono molto suggestive (Norvegia, Costa Azzurra,. Svizzera, lago di Como, Roma…),
anche perché la produzione non bada a spese. Il quarto ciclo di puntate (2008)
riscuote un indice di ascolto molto basso. Lorenzo Fumagalli è diventato onorevole,
Tilly si scopre scrittrice per bambini, Lorenzo ritrova un fratello in Francia,
la signora Dominici diventa una top manager della moda, Esposito arricchisce grazie
al figlio che diventa campione di golf. Ci sono i soliti equivoci, liti, scambi
di persona, che rappresentano il sale di quel che resta della commedia
all’italiana. Il pubblico non apprezza la quarta serie de Un ciclone in famiglia e Mediaset non lo ripropone, ma punta tutto
sul popolare I Cesaroni. In ogni
caso nel 2010 torna Un ciclone in
famiglia con la quinta serie e nuove avventure.
I Vanzina tornano al cinema per rivisitare un classico
del poliziottesco comico ma fanno una
gran confusione tra Monnezza e Nico Giraldi, giocando sul popolare personaggio
interpretato da Tomas Milian.
Il ritorno del
Monnezza (2005) delude tutti, soprattutto i fan di Tomas Milian che non
possono accettare un bolso Claudio Amendola (anche se figlio dello storico doppiatore
Ferruccio) nei panni del loro beniamino. Si commette persino la scorrettezza di
non contattare Tomas Milian che vive a Miami, interpreta ottimi film diretti da
Andy Garcia, non ha nostalgia del passato, ma forse un cammeo lo avrebbe girato
volentieri, magari nel ruolo del padre di Monnezza junior. A parte Amendola,
che è un pessimo protagonista, troviamo un diligente Enzo Salvi nei panni che
furono del grande Bombolo, Elisabetta Rocchetti, Kaspar Copparoni, Gabriella
Labate, Paolo Triestino, Alessandro Di Carlo e Luis Molteni. Tutto molto
triste, a cominciare dal titolo, perché Nico Giraldi non era soprannominato
Monnezza, quello era un altro personaggio, molto più drammatico, creato da
Umberto Lenzi e Dardano Sacchetti. Il
ritorno del Monnezza è una pellicola inutile che vorrebbe essere un omaggio
alla serie di successo diretta da Bruno Corbucci, i famosi film delle Squadre e dei Delitti con protagonista il maresciallo Nico Giraldi. Il ritorno del Monnezza è un pessimo
lavoro, privo di un soggetto accettabile e di battute degne di tale nome, un
sottoprodotto televisivo, una caduta di stile indegna dei Vanzina, sempre
rispettosi citazionisti del passato. Niente a che vedere con il verace cinema
di genere degli anni Settanta.
Eccezzziunale
veramente… - Capitolo secondo… me
(2006) è un sequel indovinato del
mitico Eccezzziunale… veramente
(1982), soprattutto perché riporta al cinema Diego Abatantuono con la
macchietta del terrunciello che si
dice milanese ciento pe’ ciento. Il
resto del cast è all’altezza della situazione, visto che si può contare anche
su Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Nino Frassica, Anna Maria Barbera, Mauro
Di Francesco e Tony Sperandeo. La sceneggiatura dei Vanzina parte dal
presupposto che sono passati vent’anni e segue le mosse dei tre personaggi
interpretati da Diego Abatantuono. Donato è ancora ras della fossa milanista ma
ha un figlio interista, il barista interista Franco ritrova una valigia piena
di soldi mafiosi ed è costretto a uccidere un boss, il camionista juventino
Tirzan esce dal coma e viene a sapere che la moglie si è sposata con un
collega. Il film è un’onesta farsa con diverse battute che funzionano e una
serie di situazioni credibili, ma i valori sociologici dell’originale si sono
persi con il cambiare dei tempi.
Olè (2006) è la commedia natalizia che segna la separazione tra Massimo Boldi e Christina De Sica, interpretata per i ruoli comici anche da Vincenzo Salemme ed Enzo Salvi. Presenze femminili interessanti sono la rediviva Brigitta Boccoli, Natalia Estrada, Daryl Hannah e Francesca Lodo. Non è un gran film, ma una commedia senza pretese che si snoda tra parti oniriche, ricordi, momenti musicali, trovate surreali ed estemporanee, strappando qua e là qualche sorriso. I ragazzi di un liceo milanese sono in gita in Spagna con il professore di matematica Archimede Formigoni (Boldi) e il professore di lettere Sasà Rondinella (Salemme). I momento comici partono dalla rivalità tra i due e mettono in luce le differenze tra la mentalità milanese e quella napoletana. A completare il quadro arriva il romanissimo Salvi, fidanzato con la bonazza Jennifer (Lodo), che sforna un campionario di battute risapute a tema calcistico. La fotografia e il colore della Spagna salvano in parte la pellicola.
Piper (2007) è una commedia televisiva interpretata da Massimo Ghini, Martina Stella, Carol Alt, Anna Falchi, Maurizio Mattioli e Matteo Branciamore. Il film, messo in onda il 10 maggio 2007 su Canale 5, rappresenta una nuova occasione per fare un viaggio nella memoria privata e pubblica degli italiani, rivisitando i favolosi anni Sessanta. La storia si sviluppa attorno al Piper, discoteca simbolo degli anni Sessanta che lanciò Patty Pravo, locale dove si svolge la dolce vita romana. Siamo nel 1965, la moda impone i Beatles e i giovani italiani suonano nelle cantine di casa imitando il modo di vestire dei quattro di Liverpool. Roma inaugura il Piper, locale per la musica rock e pop, una discoteca che resta un momento importante nella storia del costume. Carlo ed Enrico Vanzina raccontano i giorni precedenti all’inaugurazione, seguendo le esistenze incrociate di un gruppo di personaggi di varia estrazione sociale. Massimo Ghini è un giornalista comunista senza un soldo in tasca che imita il Mastroianni de La dolce vita (1960), ma deve occuparsi di cronaca perché non è ben visto dal governo. Martina Stella è una studentessa veneziana che scappa a Roma per sfondare come cantante, proprio come Patty Pravo. Matteo Branciamore è un chitarrista capellone, figlio del tassista romano Maurizio Mattioli, il classico matusa. Anna Falchi interpreta quasi se stessa come aspirante attrice maggiorata. Carol Alt è una nobile anticonformista che fornisce biglietti d’entrata al Piper. Piper è un film televisivo, per sua stessa natura un prodotto ibrido e indefinibile, interessante come tematica, ma raccontato con un registro molto popolare. Ricordiamo una bella sigla grafica anni Sessanta, la buona fotografia di Zamarion, ottime musiche come Quelli della mia età e Ma che colpa abbiamo noi. Vanzina racconta il lato frivolo della sua Roma e una parte importante dei nostri anni Sessanta per costruire un nuovo capitolo di quella commedia all’italiana che ha raccontato il boom. Non riesce - ma è un limite evidente dell’intera opera dei Vanzina - il racconto drammatico sul periodo storico, ridotto a macchietta troppo semplificata.
Olè (2006) è la commedia natalizia che segna la separazione tra Massimo Boldi e Christina De Sica, interpretata per i ruoli comici anche da Vincenzo Salemme ed Enzo Salvi. Presenze femminili interessanti sono la rediviva Brigitta Boccoli, Natalia Estrada, Daryl Hannah e Francesca Lodo. Non è un gran film, ma una commedia senza pretese che si snoda tra parti oniriche, ricordi, momenti musicali, trovate surreali ed estemporanee, strappando qua e là qualche sorriso. I ragazzi di un liceo milanese sono in gita in Spagna con il professore di matematica Archimede Formigoni (Boldi) e il professore di lettere Sasà Rondinella (Salemme). I momento comici partono dalla rivalità tra i due e mettono in luce le differenze tra la mentalità milanese e quella napoletana. A completare il quadro arriva il romanissimo Salvi, fidanzato con la bonazza Jennifer (Lodo), che sforna un campionario di battute risapute a tema calcistico. La fotografia e il colore della Spagna salvano in parte la pellicola.
Piper (2007) è una commedia televisiva interpretata da Massimo Ghini, Martina Stella, Carol Alt, Anna Falchi, Maurizio Mattioli e Matteo Branciamore. Il film, messo in onda il 10 maggio 2007 su Canale 5, rappresenta una nuova occasione per fare un viaggio nella memoria privata e pubblica degli italiani, rivisitando i favolosi anni Sessanta. La storia si sviluppa attorno al Piper, discoteca simbolo degli anni Sessanta che lanciò Patty Pravo, locale dove si svolge la dolce vita romana. Siamo nel 1965, la moda impone i Beatles e i giovani italiani suonano nelle cantine di casa imitando il modo di vestire dei quattro di Liverpool. Roma inaugura il Piper, locale per la musica rock e pop, una discoteca che resta un momento importante nella storia del costume. Carlo ed Enrico Vanzina raccontano i giorni precedenti all’inaugurazione, seguendo le esistenze incrociate di un gruppo di personaggi di varia estrazione sociale. Massimo Ghini è un giornalista comunista senza un soldo in tasca che imita il Mastroianni de La dolce vita (1960), ma deve occuparsi di cronaca perché non è ben visto dal governo. Martina Stella è una studentessa veneziana che scappa a Roma per sfondare come cantante, proprio come Patty Pravo. Matteo Branciamore è un chitarrista capellone, figlio del tassista romano Maurizio Mattioli, il classico matusa. Anna Falchi interpreta quasi se stessa come aspirante attrice maggiorata. Carol Alt è una nobile anticonformista che fornisce biglietti d’entrata al Piper. Piper è un film televisivo, per sua stessa natura un prodotto ibrido e indefinibile, interessante come tematica, ma raccontato con un registro molto popolare. Ricordiamo una bella sigla grafica anni Sessanta, la buona fotografia di Zamarion, ottime musiche come Quelli della mia età e Ma che colpa abbiamo noi. Vanzina racconta il lato frivolo della sua Roma e una parte importante dei nostri anni Sessanta per costruire un nuovo capitolo di quella commedia all’italiana che ha raccontato il boom. Non riesce - ma è un limite evidente dell’intera opera dei Vanzina - il racconto drammatico sul periodo storico, ridotto a macchietta troppo semplificata.
2061 – Un anno
eccezionale (2007) è una commedia
cinematografica che avrebbe delle pretese, interpretata da Diego Abatantuono,
Emilio Solfrizzi, Sabrina Impacciatore, Ninì Salerno, Michele Placido, Massimo
Ceccherini, Biagio Izzo e Alessandro Paci. La storia vorrebbe essere un omaggio
al genere postatomico, perché descrive un nuovo Medio Evo ambientato nel 2061, dopo
una grave crisi energetica e la fine delle scorte petrolifere. L’Italia è un
paese allo sbando, al nord è nata la Repubblica Longobarda ,
ma ci sono anche la
Repubblica Popolare di Falce e Mortadella, la Toscana è un Granducato
dove lottano i Della Valle e i Cecchi Gori, al centro è risorto lo Stato
Pontificio e al sud regna il Sultanato delle Due Sicilie. Un gruppo di avventurosi patrioti, comandati
da un certo Professore (Abatantuono)
tenta di riunificare l’Italia, dopo un viaggio dalla Sicilia alle Alpi, per
unirsi alla resistenza e arrivare a Torino. Carlo Vanzina si ispira come
atmosfera all’Armata Brancaleone
(1966) di Mario Monicelli - citata persino nella colonna sonora - perché anche
qui troviamo un’armata sconclusionata di
guerrieri che conducono un viaggio picaresco. Il paragone è voluto ma regia e
sceneggiatura non reggono il confronto con l’originale. Si tratta del solito
film dei Vanzina che non sa affondare il coltello nella piaga, magari riesce a realizzare
caricature divertenti e personaggi grotteschi, ma non è capace di tratteggiare
il dramma di un paese diviso. I Vanzina puntano decisamente verso l’umorismo
facile e la battuta volgare che strappa la risata grassa, trascurando ogni
tentativo di fare un sia pur limitato discorso sociale. Abatantuono è bravo, ma
fa troppo spesso il verso al se stesso del passato, citando a più non posso Attila, flagello di Dio (1982) di
Castellano e Pipolo, neppure fosse stato un capolavoro. Un malvezzo degli
ultimi film dei Vanzina è quello della pubblicità occulta che si può anche far
passare per una citazione del vecchio cinema anni Settanta, ma infastidisce
parecchio.
Nel 2007 i Vanzina firmano soggetto e sceneggiatura di Matrimonio alle Bahamas (2007), una
commedia diretta dal giovane Claudio Risi che ricalca i loro vecchi film
natalizi. Protagonista è Massimo Boldi che ci conduce alle Bahamas per un
matrimonio d’evasione e divertimento, anche se le battute risultano troppo
spesso già sentite.
Un’estate al
mare (2008) è un’altra commedia cinematografica
dei Vanzina, uscita come esperimento in piena estate (debutta il 27 giugno) e
ideata come omaggio al vecchio genere anni Cinquanta del film balneari. Il cast
è di primo piano e - come spesso accade - a metà tra cinematografico e
televisivo: Lino Banfi, Enrico Brignano, Ezio Greggio, Nancy Brilli, Anna
falchi, Massimo Ceccherini, Maurizio Micheli, Luigi Proietti, Alessandro Paci,
Enzo Salvi, Biagio Izzo, Victoria Silvstedt e Alena Seredova. Si tratta di
sette episodi tenuti insieme dall’esile collante balneare per un film che
rappresenta una scommessa nei confronti del mercato estivo. I Vanzina descrivono ancora una volta il
nostro Paese con i toni della commedia all’italiana, anche se per essere
considerati un vero specchio del costume dovrebbero riuscire a spingersi più in
profondità. Un’estate al mare non è
molto diverso da Matrimonio alle Bahamas,
a parte la scelta del luogo vacanziero. Abbiamo come sempre tante battute sopra
le righe, personaggi paratelevisivi divenuti cliché di loro stessi, bellezze
prelevate dai programmi del piccolo schermo, dialetti, rivalità tra romani e
milanesi e uomini mai cresciuti a caccia di ragazzine. Un’estate
al mare è un prodotto commerciale,
anche se di positivo resta la citazione del genere balneare, una sorta di
revival di Sapore di mare e la
resistenza come ultimo baluardo della commedia all’italiana. L’episodio di Gigi
Proietti è il più riuscito, ma anche gli altri attori danno un onesto
contributo al divertimento leggero che caratterizza tutta l’opera dei Vanzina.
I Vanzina tornano a fare televisione nell’ottobre 2008,
con la fiction Vip, episodio pilota che potrebbe portare all’inaugurazione di una
nuova serie. La televisione è un media
sempre più praticato dai Vanzina che affermano: “Scrivendo questo film abbiamo
sempre pensato al cinema, ma siamo felici di averlo girato per Mediaset, anche
perché oggi in Italia si vede molto più cinema in tv che cinema al cinema”. La
pellicola cerca di rispondere alla domanda: “Vip si nasce o si diventa?”, ma
soprattutto tenta di spiegare perché le persone non si accontentano di una vita
anonima, ma cercano di ottenere un futuro da vip. Il film è girato con la
consueta cura cinematografica della factory
vanziniana, ma non può nascondere la destinazione televisiva. Una suggestiva location come l’hotel De Russie fa da
scenario a numerose sequenze di una storia corale tipica dei Vanzina, un
racconto composto da racconti, tante esistenze umane che si intrecciano nella
Roma di oggi, tra set in strada, ristoranti alla moda, grandi alberghi e
discoteche. I Vanzina citano pure il castello della Crescenza, famoso (sic!)
per aver ospitato le nozze di Totti e di Briatore. Un aspirante giornalista
(Matteo Branciamore) si innamora di una diva americana, sulle orme di Notting Hill. Enrico Brignano è un
commerciante che si finge uno sceicco miliardario per conquistare Martina
Colombari, ma lei non è da meno perché si fa passare per stilista
internazionale. Maurizio Mattioli è un oste amico dei vip, soprattutto di Maria
Grazia Cucinotta, che lo illude, e di Monica Scattini, donna in carriera con
problemi coniugali. Carlo Buccirosso è un portiere d’albergo napoletano che
sgrana gli occhi davanti alla bellezza di Alena Seredova e fa ingelosire la
moglie. Gli attori sono molti e quasi tutti di buon livello, già sperimentati
al cinema nella factory dei Vanzina. Vip è una commedia di taglio classico
che fa sorridere senza ricorrere a volgarità e ricorda (in piccolo) buoni film
del passato come Vacanze di Natale e
Sapore di mare.
Un altro lavoro per il cinema è Un’estate ai Caraibi (2009), che prosegue l’esperimento iniziato con Un’estate al mare per cercare di portare al cinema il pubblico anche in piena estate. Il film è stato distribuito il 12 giugno e può dirsi a pieno titolo un cine - cocomero, sottogenere della nuova commedia all’italiana al quale i Vanzina pare vogliano dedicarsi. Molti attori fanno parte da tempo della factory, altri entrano in occasione della nuova pellicola: Enrico Brignano, Biagio Izzo, Alena Seredova, Enrico Bertolino, Carlo Buccirosso, Maurizio Mattioli e Martina Stella. Le esistenze dei protagonisti si intrecciano in un gioco di ruoli e di situazioni, ma sui tutti svetta un grande Gigi Proietti che cita più volte il capolavoro Febbre da cavallo di Steno e il suo personaggio di Mandrake.
Un altro lavoro per il cinema è Un’estate ai Caraibi (2009), che prosegue l’esperimento iniziato con Un’estate al mare per cercare di portare al cinema il pubblico anche in piena estate. Il film è stato distribuito il 12 giugno e può dirsi a pieno titolo un cine - cocomero, sottogenere della nuova commedia all’italiana al quale i Vanzina pare vogliano dedicarsi. Molti attori fanno parte da tempo della factory, altri entrano in occasione della nuova pellicola: Enrico Brignano, Biagio Izzo, Alena Seredova, Enrico Bertolino, Carlo Buccirosso, Maurizio Mattioli e Martina Stella. Le esistenze dei protagonisti si intrecciano in un gioco di ruoli e di situazioni, ma sui tutti svetta un grande Gigi Proietti che cita più volte il capolavoro Febbre da cavallo di Steno e il suo personaggio di Mandrake.
La vita è
una cosa meravigliosa (2010) inaugura
il nuovo fenomeno del cinecolomba,
perché esce in piene vacanze pasquali e segna un ritorno a un cinema comico sul
tipo della vera commedia all’italiana. Un netto passo in avanti nella loro
produzione - pur con i limiti di sempre - ma che prende in considerazione
fenomeni di costume come il giro delle escort di lusso, la corruzione e le
intercettazioni telefoniche.
I Vanzina frequentano ancora la televisione con la fiction Un ciclone in famiglia 5 (2010), ma è il cinema il loro approdo naturale, perché sempre nel 2010 girano la commedia romantica Ti presento un amico, interpretata da una coppia di belli come Martina Stella e Raul Bova, un esperimento nuovo rispetto agli ultimi lavori dei Vanzina. Sotto il vestito niente - L’ultima sfilata (2011) è un remake di poco successo, una sorta di operazione nostalgia rispetto ai vecchi film thriller del passato.
Ex - amici come prima (2011) rappresenta un ritorno al cinema di cassetta, girato con garbo e attenzione ai temi sociali, pur con la leggerezza di sempre e senza approfondire certe tematiche.
Nel 2012 i Vanzina sceneggiano uno stanco cinepanettone, girato da Neri Parenti,
come Vacanze di Natale a Cortina, interpretato da Christian de Sica e Sabrina
Ferilli, migliore dei precedenti ma poco premiato dal pubblico.
Buona giornata (2012) è ancora una volta un film interessante, forse il migliore dell’ultimo periodo dei Vanzina, una commedia a episodi girata come un film corale. Interpreti di alto livello (De Sica, Banfi, Abatantuono, Salemme…) per raccontare l’Italia di oggi, tra piccoli truffatori, escort, evasori fiscali e personaggi amorali.
Un netto passo indietro Mai Stati Uniti (2013), commedia corale on the road interpretata da un gruppo di attori poco affiatati, costruita su gag risapute e una sceneggiatura troppo prevedibile.
Sapore di te (2014) segna il ritorno sul luogo del delitto, trent’anni dopo il successo di Sapore di mare (1983). I Vanzina scelgono di ambientare il nuovo film vacanziero vent’anni dopo, negli anni Ottanta, a loro giudizio ultima epoca spensierata, un periodo in cui si faceva ancora la villeggiatura. Un flop totale, ma prevedibile, soprattutto per colpa degli interpreti giovani che non vanno oltre una recitazione da fiction televisiva. Il film non esce che in poche sale e non arriva neppure in provincia.
Un matrimonio da favola (2014) è il secondo film dei Vanzina che esce in un anno, leggermente migliore del precedente, ma siamo nel campo della farsa, una pochade alla Feydeau priva di connessioni con la realtà, recitata in maniera svogliata e con personaggi monodimensionali, fumettistici, dai caratteri appena abbozzati.
Nell’estate 2015 esce Torno indietro e cambio vita, una nuova versione vanziniana di Ritorno al futuro, una sorta di cinecocomero abbastanza riuscito interpretato da Ricky Memphis, Raoul Bova e Max Tortora. Commedia sentimentale dal taglio fantastico, sofisticata quanto basta, anche se ci troviamo abbondantemente nel campo del già detto.
Estate 2016, il copione si ripete. Nuovo cinecocomero, definizione che ai Vanzina non va a genio, ma quello sono, anche se le chiamamo pellicole vacanziere. Questa volta si tratta di un anonimo Miami Beach, che ricicla cosa già dette in passato e confeziona un nuovo film ambientato negli Stati Uniti, dopo Vacanze in America, Vacanze ai Caraibi e Mai Stati Uniti. Rapporto genitori - figli, storie d’amore giovanilistiche e comicità burina, affidata alla coppia Tortora - Minaccioni con Ricky Memphis di rinforzo. Niente di epocale, anche se è il film che celebra i quarant’anni dei Vanzina al cinema.
Ultimi film i modesti Non si ruba a casa dei ladri (2016) e Caccia al tesoro (2017), fino alla morte di Carlo, al termine di una lunga malattia, avenuta a Roma l’8 luglio del 2018.
Carlo ed Enrico Vanzina sono diventati un caso mediatico per i loro film di Natale che divertono il pubblico e sconcertano la critica, ma sono importanti perché - insieme a Neri Parenti e pochi altri registi popolari - portano avanti con serietà la nuova commedia all’italiana. Il loro cinema è spesso citazionista del passato, ricorda il neorealismo rosa, la commedia sentimentale, il cinema balneare, il barzelletta movie, il postatomico, il thriller erotico, la commedia classica che mette in luce vizi e difetti dell’Italia. Carlo ed Enrico Vanzina presentano il limite evidente della superficialità, del non impegno a ogni costo, di uno stile spesso superficiale che si limita a confezionare battute volgari e situazioni comiche eccessive. Potevano essere i nuovi fustigatori dei costumi italiani, se solo avessero deciso di abbandonare il commerciale senza limiti, la pellicola facile che non scontenta nessuno. Peccato che non l’abbiano mai fatto e che - a questo punto - non lo faranno mai.
Il mio cinema è su Futuro Europa: http://www.futuro-europa.it/dossier/cineteca
I Vanzina frequentano ancora la televisione con la fiction Un ciclone in famiglia 5 (2010), ma è il cinema il loro approdo naturale, perché sempre nel 2010 girano la commedia romantica Ti presento un amico, interpretata da una coppia di belli come Martina Stella e Raul Bova, un esperimento nuovo rispetto agli ultimi lavori dei Vanzina. Sotto il vestito niente - L’ultima sfilata (2011) è un remake di poco successo, una sorta di operazione nostalgia rispetto ai vecchi film thriller del passato.
Ex - amici come prima (2011) rappresenta un ritorno al cinema di cassetta, girato con garbo e attenzione ai temi sociali, pur con la leggerezza di sempre e senza approfondire certe tematiche.
Buona giornata (2012) è ancora una volta un film interessante, forse il migliore dell’ultimo periodo dei Vanzina, una commedia a episodi girata come un film corale. Interpreti di alto livello (De Sica, Banfi, Abatantuono, Salemme…) per raccontare l’Italia di oggi, tra piccoli truffatori, escort, evasori fiscali e personaggi amorali.
Un netto passo indietro Mai Stati Uniti (2013), commedia corale on the road interpretata da un gruppo di attori poco affiatati, costruita su gag risapute e una sceneggiatura troppo prevedibile.
Sapore di te (2014) segna il ritorno sul luogo del delitto, trent’anni dopo il successo di Sapore di mare (1983). I Vanzina scelgono di ambientare il nuovo film vacanziero vent’anni dopo, negli anni Ottanta, a loro giudizio ultima epoca spensierata, un periodo in cui si faceva ancora la villeggiatura. Un flop totale, ma prevedibile, soprattutto per colpa degli interpreti giovani che non vanno oltre una recitazione da fiction televisiva. Il film non esce che in poche sale e non arriva neppure in provincia.
Un matrimonio da favola (2014) è il secondo film dei Vanzina che esce in un anno, leggermente migliore del precedente, ma siamo nel campo della farsa, una pochade alla Feydeau priva di connessioni con la realtà, recitata in maniera svogliata e con personaggi monodimensionali, fumettistici, dai caratteri appena abbozzati.
Nell’estate 2015 esce Torno indietro e cambio vita, una nuova versione vanziniana di Ritorno al futuro, una sorta di cinecocomero abbastanza riuscito interpretato da Ricky Memphis, Raoul Bova e Max Tortora. Commedia sentimentale dal taglio fantastico, sofisticata quanto basta, anche se ci troviamo abbondantemente nel campo del già detto.
Estate 2016, il copione si ripete. Nuovo cinecocomero, definizione che ai Vanzina non va a genio, ma quello sono, anche se le chiamamo pellicole vacanziere. Questa volta si tratta di un anonimo Miami Beach, che ricicla cosa già dette in passato e confeziona un nuovo film ambientato negli Stati Uniti, dopo Vacanze in America, Vacanze ai Caraibi e Mai Stati Uniti. Rapporto genitori - figli, storie d’amore giovanilistiche e comicità burina, affidata alla coppia Tortora - Minaccioni con Ricky Memphis di rinforzo. Niente di epocale, anche se è il film che celebra i quarant’anni dei Vanzina al cinema.
Ultimi film i modesti Non si ruba a casa dei ladri (2016) e Caccia al tesoro (2017), fino alla morte di Carlo, al termine di una lunga malattia, avenuta a Roma l’8 luglio del 2018.
Carlo ed Enrico Vanzina sono diventati un caso mediatico per i loro film di Natale che divertono il pubblico e sconcertano la critica, ma sono importanti perché - insieme a Neri Parenti e pochi altri registi popolari - portano avanti con serietà la nuova commedia all’italiana. Il loro cinema è spesso citazionista del passato, ricorda il neorealismo rosa, la commedia sentimentale, il cinema balneare, il barzelletta movie, il postatomico, il thriller erotico, la commedia classica che mette in luce vizi e difetti dell’Italia. Carlo ed Enrico Vanzina presentano il limite evidente della superficialità, del non impegno a ogni costo, di uno stile spesso superficiale che si limita a confezionare battute volgari e situazioni comiche eccessive. Potevano essere i nuovi fustigatori dei costumi italiani, se solo avessero deciso di abbandonare il commerciale senza limiti, la pellicola facile che non scontenta nessuno. Peccato che non l’abbiano mai fatto e che - a questo punto - non lo faranno mai.
Il mio cinema è su Futuro Europa: http://www.futuro-europa.it/dossier/cineteca
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