Tiziano Longo (1924 - 1978) proviene da esperienze di attore, direttore della produzione e produttore in proprio di pellicole commerciali. Comincia a fare il regista con un film per ragazzi come Michelino Cucchiarella (1964) per poi dedicarsi quasi esclusivamente a commedie erotiche e sceneggiate napoletane. Nella commedia sexy concentra la sua attenzione sull’erotico provinciale e firma lavori non pregevoli come Sedicianni (1973), La profanazione (1974), La prova d’amore (1974), Lo stallone (1975) e Peccatori di provincia (1976).
Sedicianni è il film che lancia come protagonista sexy una giovanissima e disinvolta Ely Galleani. Nel cast troviamo Eva Czemerys (mamma) e Giorgio Ardisson (padre), mentre
Tiziano Longo vuole Ely Galleani anche sul set de La prova d’amore (1974), dramma erotico conturbante che manda in crisi i censori e fa sognare i ragazzini. La pellicola è un melodramma erotico che vede
La profanazione (1975) non è commedia sexy, ma rappresenta l’ultimo ruolo erotico per Simonetta Stefanelli che interpreta una suora innamorata di un medico. Nel cast ci sono anche Jean Sorel, Anita Strindberg e Teodoro Corrè.
Peccatori di provincia (1976) è una commedia erotica non eccezionale che passa spesso sui canali satellitari. Nel cast ci sono Renzo Montagnani, Riccardo Garrone, Macha Meril, Lauretta Masiero, Luciana Turina e Femi Benussi. Tiziano Longo dirige un erotico - provinciale di taglio campagnolo che parte da un’eredità contesa e una serie di scene stile Malizia con mutandine rosse sotto il vestito da lutto (Femi Benussi). Riccardo Garrone è l’avvocato che dà buoni consigli su come impugnare un testamento che concede tutto a una figlia naturale del defunto. Renzo Montagnani e Macha Meril sono due ottimi marito e moglie che cercano con ogni mezzo di risolvere a loro vantaggio il problema eredità. L’erede è Daniela Halbriter che veste in modo modesto e alla prima apparizione regala un anonimo spogliarello prima di andare a letto. La pellicola presenta rapporti sessuali da barzelletta con mariti che fanno i loro comodi e mogli frigide, ma il difetto principale sta nella lentezza e macchinosità della trama. Montagnani è un mattatore ma può fare poco per valorizzare un soggetto scontato e poco intrigante. Tutti provano a farsi la ragazzina per prendere possesso dell’eredità, ma nessuno ci riesce. A un certo punto i parenti la drogano per fotografarla nuda insieme a Femi Benussi e sputtanarla moralmente. Montagnani mostra le foto rubate alla ragazzina che esclama: “È opera del demonio!”. Per i parenti serpenti è importante soltanto che la ragazza perda ogni diritto sull’eredità. Alla fine si scopre che la ragazza è una suora, non voleva il denaro ma una famiglia e ha capito di non averla. Lascia tutto al figlio di Montagnani che si è dimostrato buon amico e lo trasforma nella nuova preda degli avidi parenti. Le parti più erotiche della pellicola sono interpretate da Femi Benussi, immancabile sexy cameriera che non lesina nudi quasi integrali. Il film è modesto, lontano anni luce dai migliori lavori della commedia erotica.
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