Rivedere il cinema degli anni Settanta per fare un viaggio
nella bellezza che non può tornare, nei ricordi di un’adolescenza
sconvolta da presenze conturbanti, da volti di attrici che imperversavano sul
grande schermo e nelle fantasie dei ragazzini. Eravamo così noi quattordicenni
degli anni Settanta, disposti a fare carte false pur di vedere un film
vietatissimo come Salon Kitty,
interpretato dalla bellezza selvaggia e sensuale di Thérèse-Ann Savoy.
Ricordo ancora la paura di essere scoperto al
botteghino del Teatro Metropolitan e di non venire ammesso al cinema, come
rammento i sogni erotici che mi portavano a rivedere nella memoria le scene più
calde. La Savoy
che cammina a quattro zampe davanti a Helmut Berger, la torrida scena di sesso
finale, l’amore con il pilota nel bagno di una stazione. Non era così facile
vedere una donna nuda a quattordici anni e allora avevamo il cinema, questo
tipo di cinema che dava l’illusione di poter sognare accanto alla bella attrice
del momento.
E t'innamoravi di Michela Miti che impersonava una Biancaneve
sporcacciona degna del miglior fumetto porno, stravedevi per la biondissima
Daniela Poggi e per il seno stupendo di Anna Maria Rizzoli, ti perdevi dietro
alle forme abbondanti di Carmen Russo. Lasciatemi dire che era un cinema
poetico fatto di piccole cose, un cinema che ti portava per mano alla scoperta
dell’erotismo e del corpo femminile, che ti sconvolgeva tra calze a rete calate
e ragazzine che salivano su scale ammiccanti, servette che si facevano tastare
il sedere da padroni maiali e adolescenti in calore che spiavano nudità
stupende dal buco della serratura.
Tra i miei amori cinematografici degli anni
Settanta, è indimenticabile la bellezza esotica di Laura Gemser, una
delle protagoniste dei miei libri. Tutti noi abbiamo straveduto per Emanuelle,
forse più per lei che per l’originale francese con due emme interpretato da
Sylvia Kristel. I suoi viaggi per il mondo erano il nostro unico modo di
viaggiare, di sognare posti sconosciuti, di vedere la Thailandia , l’Africa,
Santo Domingo e l’America. Oggi che tutto sembra così facile e i paesi
all’altro capo del mondo sono raggiungibili con un semplice volo di aereo, pare
quasi impossibile, ma c’è stato un tempo che non era così e certi sogni esotici
li dispensava soltanto il cinema.
Gli amori saffici di Emanuelle, le
trasgressioni da fotografa dell’amore, i tanti incontri a base di sesso
sfrenato, sono stati parte della nostra adolescenza e ancora adesso resta il
ricordo indelebile di lussuriosi corpi femminili che scomparivano al risveglio.
Era l’Italia sconvolta dalle battaglie femministe, un mondo che faceva apparire
come una colpa la bellezza femminile, ma era anche l’Italia democristiana e
baciapile dei censori bacchettoni ed era pure l’Italia della prima rivoluzione
sessuale. Una donna doveva essere apprezzata solo per quello che aveva in
testa, dicevano le guerrigliere acide del post Sessantotto. Le nostre attrici
preferite erano aborrite e contestate da queste donne che rifiutavano la
femminilità e che volevano vestire con jeans strappati e maglioni cadenti.
Per
reazione noi ragazzini di quei tempi ci rifugiavamo tra le calde membra
immaginarie di Ria De Simone, nel seno piccolo e ben fatto di Zigi Zenger, tra
le forme acerbe di Ely Galleani e Cinzia Monreale. Forse per questo mi trovo spesso a parlare di loro, delle tante stelle minori d'un panorama quasi infinito, d'un sogno perduto di tanti anni fa. Il cinema degli anni Settanta che si
spinge a contaminare i primi anni Ottanta per poi morire di televisione, come
un triste destino. Diamo il ciack iniziale e lasciamole sfilare, come modelle
immaginarie della nostra memoria: Laura Gemser, Thérèse-Ann
Savoy, Michela
Miti, Daniela Poggi, Zigi Zanger, Anna Maria Rizzoli, Carmen Russo, Franca
Gonella, Ely Galleani, Cinzia Monreale, Ria De Simone, Simonetta Stefanelli,
Karin Schubert, Paola Senatore, Sonia Viviani, Martine Brochard, Dada
Gallotti...
Segui la mia rubrica bisettimanale di cinema su Futuro Europa: http://www.futuro-europa.it/category/cultura
Gordiano Lupi
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