di Neri Parenti
Regia: Neri Parenti. Soggetto e Sceneggiatura:
Alessandro Bencivenni, Domenico Saverni, Volfango De Biasi, Nerio Parenti.
Fotografia: Tani Canevari. Montaggio: Claudio Di Mauro. Musica: Produttore:
Maurizio Amati, Aurelio e Luigi De Laurentiis. Casa di Produzione: Filmauro.
Durata: 100’.
Commedia. Interpreti: Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Fatima Trotta, Marek
Hamsik, Christian Maggio, Christian De Sica, Francesco Mandelli, Pasquale
Petrolo (Lillo), Claudio Gregori (Greg), Barbara Folchitto, Raffaella Carrà.
Neri Parenti e De Laurentiis festeggiano trent’anni di
cinepanettone facendo il bis di Colpi di fulmine (2012), stesso cast e
identica idea di fondo, solo che al posto dell’amore improvviso questa volta
c’è l’inatteso colpo di fortuna. Tre episodi invece che due. Confermati:
Christian De Sica, Greg e Lillo. Nuovi ingressi: Luca e Paolo, Francesco
Mandelli. Colpi di fortuna non ha la
stessa freschezza di Colpi di fulmine,
ma è un buon film, un prodotto commerciale per niente volgare che cita a piene
mani la vecchia commedia all’italiana e molto cinema internazionale. Vero che
spesso le gag sono risapute, che certe situazioni comiche sono già state
sfruttate all’inverosimile, ma è anche vero che l’episodio finale ripaga il
prezzo del biglietto per freschezza e originalità. Vediamo in breve i vari
segmenti.
Luca e Paolo sfruttano il cliché del biglietto
vincente perduto, ma anche il motivo cinematografico della ragazza contesa tra
due amici. Brava e bella Fatima Trotta, che se la cava a dovere, citando persino
Laura Antonelli in una sequenza storica di Malizia.
Christian De Sica è un fortunato e superstizioso uomo d’affari che deve
superare la sfiga arrecata da un menagramo di professione. Francesco Mandelli,
reduce da i soliti idioti, non è male
nella parte di un surreale traduttore dal mongolo che sputazza, parla con la
lisca e soprattutto porta male a chiunque si avvicini. Echi di Totò, lugubre
iettatore nel pirandelliano La patente,
se non altro per il modo di vestire. Mandelli ricorda anche Tomas Milian nelle
diverse interpretazioni da mongolo nel corso della sua carriera, valga per
tutte Delitto al ristorante cinese.
Lillo e Greg sono due fratelli che si ritrovano a causa di un’eredità, il
secondo è piuttosto strano, per non dire completamente matto, e viene dato in
adozione al primo. Lillo è un ex ballerino di Raffella Carrà che si è ridotto a
fare l’istruttore per anziani in una casa di riposo e fatica a mantenere la
famiglia. Alla fine il fratello bislacco guadagna una fortuna per aver
investito il denaro in azioni e realizza i desideri di tutti, persino quello di
Lillo di ballare ancora con Raffaella. In questo episodio si citano Edward mani di forbice (Greg intaglia
il giardino improvvisandosi artista) e Blow
Up (partita di tennis immaginaria). Greg e Lillo sono stratosferici. Tempi
comici perfetti, battute surreali, gag strampalate, personaggi sopra le righe.
Insomma, per fortuna il regista ha messo il loro episodio alla fine del film,
così lo spettatore esce dal cinema con un buon ricordo dell’intera pellicola.
Resta la curiosità di vederli all’opera - prima o poi - in un intero film da
protagonisti.
Molti critici hanno trovato puerili e scurrili i
primi due episodi, ma non mi pare che abbiano colto nel segno. Parlerei - caso
mai - di idee vecchie riciclate e di scarsa originalità, ma non ho notato
pesantezza verbale né momenti di volgarità gratuita. Sono molte fastidiose le
pubblicità indirette, soprattutto nel primo episodio, vero e proprio spot
prolungato di un’azienda marittima che organizza crociere. Non è il solo sponsor del film, ma la
presenza delle altre aziende è molto più discreta. Valga per tutte la Provincia
Autonoma di Trento, che - come in Colpi
di fulmine - è la location di numerose sequenze. La pellicola
si è giovata anche dei contributi statali per il cinema culturale e
obiettivamente non sembrano così giustificati. Un buon cinepanettone. Importante è che lo spettatore (o il critico) non
entri in sala convinto di assistere a un film di Bergman.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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