Regia. Francesco Nuti. Soggetto e Sceneggiatura:
Francesco Nuti, Vincenzo Cerami, Giovanni Veronesi. Fotografia: Giuseppe
Ruzzolini. Musiche: Giovanni Nuti. Produttore: Gianfranco Piccioni. Distribuzione:
Columbia. Durata: 100’.
Genere: Commedia sentimentale. Interpreti: Francesco Nuti, Ornella Muti,
Novello Novelli, Alex Partexano, Sergio Solli, Mirta Pepe, Giovanni Nuti.
Titoli estero: Hexerei (Germania), Bewitched (mercato anglofono), Ensorcèles (mercato francofono), Embrujados (mercato ispanico).
Stregati è il terzo film di Francesco Nuti regista, dopo Casablanca Casablanca (1985) e Tutta colpa del Paradiso (1985), il
secondo interpretato insieme a Ornella Muti (che avevamo visto nell’ottimo Tutta colpa del Paradiso), sicuramente
il suo lavoro migliore. La storia si racconta in poche parole. Lorenzo (Nuti) è
un disc-jockey che vive a Genova, nella zona del porto, lavora a Radio Strega dove
conduce una trasmissione notturna di musica e parole. Vive alla giornata,
insieme al padre (Novelli) - gestore di un cinema a luci rosse - e altri due
amici burloni (Alex e Remo 40), tra scherzi, goliardia e donne disponibili. Ha
anche un’amante come Clara (Pepe) che riempie i momenti di monotonia. Il film si
presenta come una sorta di Amici miei
versione genovese, narrando le avventure notturne dei quattro burloni, ma
quando compare sullo schermo la splendida Anna (Muti) si trasforma in commedia
sentimentale. Lorenzo incontra Anna durante una notte piovosa, mentre guida il
taxi dell’amico Remo, ci finisce a letto, si sente attratto da lei in maniera diversa
dal solito. Il problema è che Anna deve sposarsi il giorno dopo, ha il vestito bianco
in valigia e un treno che l’attende alla stazione, diretto a Verona. Tra i due
nasce un rapporto intenso, Anna perde il treno per ben due volte, fa ancora l’amore con Lorenzo, ma alla fine
parte verso il suo destino. Finale a sorpresa. Dopo alcuni giorni Anna torna,
in una notte di pioggia, perché ha deciso di stare insieme a Lorenzo e condividere
la sua vita bizzarra e sconclusionata.
Stregati si doveva intitolare Strega, a quel che dicono le cronache, lo stesso Cerami - ottimo
sceneggiatore - afferma che il film durante la lavorazione prese una piega diversa,
da commedia sentimentale, invece che ironica, perché Francesco Nuti e Ornella
Muti si innamorarono per davvero. Il film presenta una trama meno solida e
costruita del precedente Tutta colpa del
Paradiso, ma si salva per un’intensa fotografia genovese notturna
(Ruzzolini) e per una colonna sonora struggente e suggestiva (Giovanni
Nuti). Molti i premi: Nastro d’argento
per la migliore musica, nomination al
David di Donatello per la miglior canzone originale (Rose), quattro nomination
di Ciack d’Oro (miglior film, attore, attrice e fotografia). La location è molto curata: una Genova
notturna e deserta davvero straordinaria, le banchine del porto, le zone
centrali, la stazione (anche se è quella di Firenze), tutto girato sotto una
pioggia battente, riprendendo squarci di alba intensa e tramonti marini suggestivi.
Molte immagini del film restano indelebili: Ornella Muti che indossa il vestito
da sposa tra i docks del porto e le navi attraccate, Nuti ripreso con il
panorama di Genova alle spalle, intensi primi piani della bella attrice e squarci
di città deserta, in una notte surreale. Lo scherzo di Nuti al padre mentre pulisce
la sala del cinema a luci rosse è quasi da horror comico ed è realizzato con un
buon crescendo di tensione. La parte sentimentale non annoia, anche se qualche
sequenza è eccessivamente diluita e i rapporti erotici sono un po’ ripetitivi.
Tutto è salvato da un buon testo, ottimi dialoghi, colonna sonora adeguata,
fotografia intensa, recitazione mai sopra le righe. Francesco Nuti è promosso
regista a pieni voti, perché dimostra di avere dimestichezza con la macchina da
presa. Ornella Muti è attrice bella e sensuale, basta la presenza per far
risplendere la scena, ma in questo film i suoi occhi possiedono una luce
speciale. Forse la luce dell’amore per Nuti, di cui tanto parlano le cronache
rosa dei rotocalchi.
Rassegna critica. Paolo Mereghetti (una stella): “Alla
sua seconda regia, Nuti si scopre autore: snocciola massime da Baci Perugina e
cerca la poesia della città notturna, memore, secondo alcuni pazzi, delle Notti
bianche di Visconti. Ma quello che irrita non sono tanto le ambizioni di girare
qualcosa di più di un film comico, o la debolezza dell’intreccio: è il
narcisismo con cui Nuti regista contempla e ammira il Nuti attore, e la sua
presunzione che anche lo spettatore (o spettatrice) debba associarsi”.
Stenderei un velo pietoso su questa recensione falsa e cattiva, inutilmente
astiosa, soprattutto lontana anni luce dalla pellicola. Oltre tutto Mereghetti
conta male pure le regie di Nuti, perché Stregati
è la terza! Morando Morandini (due stelle per la critica, tre stelle per il pubblico):
“Struggente e un po’ stupido sullo sfondo di una Genova invernale di bella
suggestione, è un omaggio alla notte e al cinema. Qualche sconnessione, un
lieto fine improbabile”. Toglierei lo stupido,
ma per il resto è condivisibile. Pino Farinotti concede due stelle ma non
motiva. A nostro giudizio, il film vale tre stelle, il solo difetto risiede
nella frammentarietà e in alcune sequenze troppo diluite.
Due parole su Francesco Nuti (Prato, 1955) vanno
dette, anche se per approfondire l’importanza dello sfortunato attore - regista
consigliamo lo splendido volume curato da Matteo Norcini e Stefano Bucci “
Francesco Nuti - La vera storia di un grande talento” (Ibiskos, 2009), che
vendica troppe ingiustizie critiche compiute ai suoi danni. Nuti nasce come
attore nel gruppo de I Giancattivi, voluto da Alessandro Benvenuti e Athina
Cenci, il primo film interpretato è il surreale Ad ovest di Paperino (1982), diretto da Benvenuti. Conclusa l’esperienza
di cabaret e televisione con il gruppo, Nuti si mette in proprio e interpreta
alcune commedie dirette da Maurizio Ponzi, che riscuotono un grande successo di
pubblico (soprattutto giovane) e sonore stroncature critiche.
Ricordiamo: Madonna che silenzio c’è stasera (1982),
Io Chiara e lo Scuro (1983), Son contento (1984). Debutta alla regia
nel 1985 con Casablanca, Casablanca,
prosegue con grandi successi di pubblico (osteggiati dalla critica) come Tutta colpa del Paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Paskoski di padre polacco (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1989), Donne con le gonne
(1991). La crisi irreversibile arriva con OcchioPinocchio
(1994) - non compreso dal pubblico - ma prosegue con Il signor Quindicipalle (1998), interpretato con Sabrina Ferilli, e
si aggrava con Io amo Andrea (2000)
e Caruso, zero in condotta (2001).
Nuti si produce le ultime due pellicole che sono entrambe un insuccesso
clamoroso, perché sono cambiati i tempi e portare al cinema una pellicola
italiana è sempre più difficile. Il suo tentativo di riprendere un filone di
successo negli anni Ottanta si rivela fallimentare. La sua ultima prova
cinematografica è come attore nel noir Concorso
di colpa (2005) di Claudio Fragasso, che hanno visto in pochi. Nuti non si
dà per vinto, nonostante gravi problemi di salute di cui soffre da tempo,
annuncia un nuovo film: Olga e i
fratellastri Billi, con Sabrina Ferilli e Isabella Ferrari, ma non se ne fa
di niente. Il 3 settembre 2006 entra in coma a causa di un ematoma cranico in
seguito a un incidente domestico, viene ricoverato d’urgenza, operato e avviato
a un processo di riabilitazione. Francesco Nuti migliora, ma è l’ombra di se
stesso, la televisione del dolore ne approfitta per fare sfoggio di idiozia e
di insensibilità. Per fortuna il fratello Giovanni e l’ex compagnia Annamaria
Malipiero (madre della figlia Ginevra) si occupano di lui e lo accudiscono con
amore.
Matteo Norcini rende giustizia al Nuti pubblico pubblicando un libro
monumentale e indispensabile per capire il percorso del grande artista toscano.
Francesco Nuti sta scrivendo una raccolta di poesie, mentre Giovani Veronesi lavora
al progetto di far conoscere al meglio il cinema di Nuti. Nel 2009 la Cineteca
nazionale dedica al regista pratese una retrospettiva. Esce anche un
documentario: Francesco Nuti… e vengo da
lontano (2010), presentato al Festival del Film di Roma. Il videoclip
musicale Olga tu mi fai morir (2013),
canzone scritta insieme al fratello Giovanni, è la sua ultima cosa. Nuti è
stato anche cantante di buon successo (Puppe
a pera, Sarà per te…) e ha
partecipato ad alcune edizioni del Festival di Sanremo. Ricordiamo l'interessante autobiografia, curata dal fratello Giovanni ed edita da Rizzoli: "Sono un bravo ragazzo" (2011). Roberto Poppi, in tempi
non sospetti, sapeva andare oltre le baggianate del Mereghetti: “Nuti ha
diretto commedie non prive d’impegno, lontane dal puro intrattenimento, che
evidenziano le sue doti di attore e autore portato verso una comicità
malinconica, romantica e surreale, ma attenta a cogliere aspetti non
trascurabili dell’attuale società italiana”. Addolora sapere che adesso Nuti è
muto, sofferente, incapace di comunicare il suo mondo interiore. Addolora
perché a noi giovani degli anni Ottanta ha fatto passare momenti allegri e
spensierati. Ricordo di essermi innamorato per la prima volta guardando Tutta colpa del Paradiso. Grazie
Francesco.
Link per il libro "Sono un bravo ragazzo": http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5133_sono_un_bravo_ragazzo_nuti.html
Alcune sequenze di Stregati:
Link per il libro "Sono un bravo ragazzo": http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/5133_sono_un_bravo_ragazzo_nuti.html
Alcune sequenze di Stregati:
Gordiano Lupi - www.infol.it/lupi
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