di Ruggero Deodato
Regia: Ruggero Deodato. Soggetto e Sceneggiatura: Bruno Corbucci e Mario Amendola. Produzione e Distribuzione: Edmondo Amati per Fida. Musica. Willy Brezza. Scenografia: Giorgio Giovannini. Fotografia: Riccardo Pallottini. Montaggio: Vincenzo Tomassi. Aiuto Regista: Giuseppe Pollini. Durata: 98’. Colore. Genere: Commedia musicale. Interpreti: Little Tony, Ugo Fangareggi, Renzo Montagnani, Ferruccio Amendola, Enrico Montesano, Janet Agren, Carla Romanelli, Ettore Geri, Maria Tedeschi, Franco Giacobini, Ira Hagen, Marisa Merlini, Barbara Nelli, Carlo Pisacane (Capannelle), Fiorenzo Fiorentini, Bobby Solo, Pinuccio Ardia, Alberto Sorrentino, Jimmy il Fenomeno, Cesare Gelli, Luigi Leoni, Enrico Marciani, Luigi Minopoli, Giovanni Ivan Scratuglia, Mirella Pamphili. Alcune canzoni: Mille come me, Tante prossime volte, Gimme little sing, Un uomo piange solo per amore, Col cuore in gola, With Those Eyes o fan Angel, I Wanna Leave, I Love Mary, I’m Coming Home.
Janet Agren
Ruggero
Deodato non resterà nella storia del cinema per i primi film (Fenomenal, Donne… botte, Vacanze sulla Costa Smeralda, Gungala, Zenabel, I quattro del Pater Noster) girati
tra il 1968 e il 1969, che alternano avventuroso, fumettistico, Tarzan in
gonnella, musicarello, comico puro,
senza soluzione di continuità. In ogni caso si tratta di materiale di buona
qualità, meritevole di studio e sistemazione critica, anche se informe e
immaturo.
Ferruccio Amendola e Little Tony
Nel 1968
il produttore Edmondo Amati chiama Deodato a dirigere una pellicola
comico-musicale, dopo una lunga collaborazione con Bruno Corbucci come aiuto
regista nei tanti Little Tony movies. Il film s’intitola Donne... botte e bersaglieri, noto
anche come Un uomo piange solo per amore, frase prelevata da una canzone di Little Tony. Soggetto e
sceneggiatura sono di Mario Amendola e Bruno Corbucci, fotografia di Riccardo
Pallottini, scenografia di Giorgio Giovannini e musiche di Willy Brezza. La
pellicola è un esempio di film musicale, di gran moda negli anni Sessanta, girato
sulla base di canzoni di interpreti famosi come Gianni Morandi e Adriano
Celentano. Il meccanismo è collaudato, i produttori sanno di investire su film
di cassetta, prodotti con poco sforzo e di sicura resa economica. Si prende
l’ultimo successo del cantante di moda e ci si costruisce una storia, più o
meno ben strutturata; la trama non ha importanza, basta che funga da contenitore
per il repertorio del cantante di turno.
Donne… botte e bersaglieri presenta
Little Tony (idolo delle teenager),
ma accanto a lui sostengono la parte comica i tre componenti del complesso: Renzo
Montagnani, Ferruccio Amendola e Ugo Fangareggi. A un certo punto entra in
scena anche un debuttante Enrico Montesano, doppiato in un ridicolo dialetto
barese, che si ricorda per una poco riuscita imitazione di Franco Franchi. Le
bellezze femminili non mancano, a partire da una sconosciuta diciassettenne di
nome Janet Agren, spacciata per finlandese, che comunica in latino con l’imbranato
fidanzato Fangareggi. Ira Hagen, Carla Romanelli, Barbara Nelli, Beatrice Bensi
sono le altre presenze femminili, a parte la bravissima Marisa Merlini, che
interpreta la madre di Little Tony. Luigi Leoni è un esilarante regista gay che
mette in burletta autori intellettuali come Visconti e Antonioni, presentato
come un isterico omosessuale che disprezza il cinema di genere: “Vai a fare i
film con Sergio Tigrone che gira solo per denaro!”, grida. Bobby Solo interpreta
se stesso, ma non canta, si limita a dire: “Non c’è più niente da fare”, quando
il padre di Little Tony lo scambia per Celentano.
Ruggero Deodato
eredita il film da Bruno Corbucci, che lo scrive con Amendola, infatti pare un
prodotto più nelle corde dei due autori comici che del futuro Monsieur Cannibal. La storia racconta di
quattro giovani che formano un complesso musicale (il pretesto per far cantare
Little Tony) ma vengono chiamati a fare il servizio militare. Nonostante i
tentativi per evitare la naia finiscono a correre tra i bersaglieri, perché la
ragazza di Little Tony è nipote di Lamarmora ed esige che il fidanzato non si
sottragga agli obblighi verso la patria. Non mancano buoni spunti comici,
merito soprattutto di un travolgente Renzo Montagnani, che recita in toscano,
autore di una serie di scherzi da caserma che sembrano anticipare la verve di Amici miei. Tra
tutte le gag che imperversano nella pellicola ricordiamo le tagliatelle di
gomma e la tazzina di alluminio rovente.
Ugo Fangareggi parla un divertente ciociaro e il leitmotiv della sua interpretazione è la storia d’amore con Janet
Agren, che non capisce una parola d’italiano. Ferruccio Amendola, futura voce
del Tomas Milian trucido, è un ciclista che arriva sempre ultimo, ribattezzato
Gimondi o Bartali dagli amici burloni, che manda avanti una relazione con una fidanzata
grassa e fortissima (Bensi).
Il
difetto della pellicola è la mancanza di uniformità, le singole gag e le varie
sequenze sono tenute insieme dal tenue collante delle canzoni. C’è una storia
d’amore a quattro, la principale è quella con protagonista Little Tony e la sua
bella, tutto finisce con un bacio e con la canzone Tante prossime volte, dopo una breve crisi coniugale. Molto
perbenismo di facciata, come la sequenza anti divorzista che in un film di
Deodato stona non poco, viste le sue idee controcorrente e i film che farà in
seguito. Un po’ di pubblicità indiretta agli autogrill Pavesi e alle pompe di
benzina Shell, forse dovuta per raggiungere un budget adeguato e poter girare
il film. Un musicarello comico, in
parte riuscito, perché si ride molto, soprattutto nella prima parte e durante
le sequenze girate in caserma. Ricordiamo Jimmy il Fenomeno alla visita di leva,
scartato per il suo caratteristico tremolio da nevrotico. Divertenti Amendola
che si finge cieco, Montagnani nei panni di un pazzo, Fangareggi fumatore
incallito e Little Tony con i piedi piatti. Non disprezzabili alcune sequenze
prelevate dall’avanspettacolo. La mancanza di una trama solida e di una
sceneggiatura ben strutturata fanno di Donne… botte e bersaglieri solo un
contenitore di gag e situazioni comico - canore più che un film. In ogni caso è
un lavoro che si segue ancora con piacere.
Ruggero Deodato
utilizza molti obiettivi nuovi per l’epoca come il grandangolo e il fish-eye, gira alcune canzoni con effetti
di colore tendenti al blu, ma regala anche qualche zumata di troppo… Inesperienza,
certo, ma il regista mostra anche invenzioni nuove. Little Tony aveva già
cantato in mezzo agli hippies in Peggio per me… meglio per te (1967)
di Bruno Corbucci, ed era stato proprio Deodato a volere la scena. Pino
Farinotti è l’unico a citare l’esistenza del film, a parte Marco Giusti su Stracult e me stesso in Cannibal - Il cinema selvaggio di Ruggero
Deodato (Profondo Rosso, 2003). Concede due stelle, più che adeguate. Marco
Giusti scrive: “Un film corale, fresco, di gran divertimento. Cast di new entries pazzesco, con Enrico
Montesano come barese, la bellissima Janet Agren, ancora intatta per il cinema
(è il suo primo film, aveva diciassette anni). Ma ci sono anche Capannelle come
vecchio bersagliere, la Merlini. Ovviamente i bersaglieri corrono sempre”.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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