di Aurelio Grimaldi
Regia: Aurelio Grimaldi.
Soggetto: Alina Reyes
(romanzo Le Boucher), Sceneggiatura: Aurelio
Grimaldi. Fotografia: Romano Albani. Montaggio: Mauro
Bonanni. Musiche: Maria Soldatini.
Produttore: Marco Poccioni,
Marco Valsania
(Freeway Production). Costumi. Carlo
Cordaro. Scenografia: Manuel
Gilberti. Interpreti: Alba
Parietti, Miki
Manojlovic, Lorenzo
Majnoni, Giulio Base, Caterina
Vertova, Rosa Pianeta, Lucia Sardo,
Alessandra Costanzo, Barbara Cavallari.
Il macellaio è uno di quei film che simboleggia molto bene la crisi
del cinema italiano degli anni Ottanta, perché neppure un regista impegnato come
Aurelio Grimaldi riesce a impostare un clima erotico psicologico degno
di questo nome e finisce per annoiare a morte il povero
spettatore. Il macellaio e La donna lupo (1999) -
persino peggiore, con Loredana Cannata più inespressiva di Alba
Parietti - sono le due macchie indelebili in una carriera interessante che vede
Grimaldi scrivere soggetti
come Mery
per sempre e Ragazzi fuori, ma anche
regista pasoliniano
degli
ottimi Nerolio
(1995), Rosa Funzeca (2002)
Un mondo d'amore (2003). Diciamo che l'erotismo non è proprio il suo
forte e forse il romanzo Le boucher
di Alina Reyes
avrebbe avuto miglior ralizzatore per immagini in
Tinto Brass che su quella storia doveva girare Tenera è la carne
(1992), rimasto incompiuto per la morte del produttore Pino Giovannini. La
trama del film si riassume in poche righe. Alba Parietti è
Alina, trentenne in crisi, direttrice
di una galleria d'arte, sposata con Daniele (Base), importante direttore
d'orchestra che spesso la lascia sola a Roma per andare in
turné.
Alina
vorrebbe adottare un figlio per dare un senso alla sua vita ma
nel frattempo sente che il suo rapporto con il marito si sta affievolendo
dal punto di vista erotico. Un giorno ha un malore e le viene diagnostica una
forma di anemia che va curata consumando molta carne. Scatta la molla erotica
del film con la conoscenza del tenebroso macellaio e soprattutto con la
visione di un suo intenso rapporto con la commessa nel retrobottega. A questo
si aggiungono i sogni erotici di Alina che
ricorda il giorno in cui un collega gallerista provò a farsi avanti e lei
rifiutò la proposta. Il rapporto adulterino con il macellaio va a buon fine,
invece, approfittando di un'assenza del marito, proprio sul talamo nuziale, che
copre tutta la lunghissima parte finale - forse la più interessante - e vede la
coppia impegnata in rapporti focosi e fantasiosi (vedi sequenza della panna sul
corpo). Il film finisce con il ritorno alla normalità: l'amante se ne va, un fax
annuncia il rientro del marito e la donna osserva il panorama di Roma che si
specchia in un'alba luminosa.
Il problema principale del film sta in un soggetto ai minimi termini e in una
sceneggiatura che non prova neppure a dare un senso psicologico agli
eventi e alle scelte della protagonista. La fotografia è discreta, il montaggio
lentissimo e compassato, la musica cupa e angosciante, la regia tutto sommato
sufficiente, grazie a diversi piani sequenza e ad alcune sequenze erotiche
davvero ben girate. Gli attori sono inespressivi, sia la Parietti - per quanto
molto bella e molto nuda - che il truce amante
Manojlovic, per non parlare di Base nei panni
del marito cornuto. La critica ha parlato di un fumettaccio erotico
(Bertarelli, Il Giornale), ma
non offenderei i vecchi fumetti erotici, che avevano una loro dignità popolare e
non ambivano a risultati alti, mentre qui si nota l'ambizione di realizzare un
dramma psicologico, alla prova dei fatti del tutto disattesa.
I personaggi
sono privi di spessore, agiscono e lo spettatore si domanda il perché di certe
azioni, inoltre nella parte finale il regista si abbandona a un alternarsi
stucchevole di sesso e immagini di un'orchestra che suona, non solo
incomprensibile, ma davvero fuori luogo. Il solo significato che uno spettatore
con spiccato senso dell'umorismo (erotico) può dare alle sequenze è che moglie e
marito suonano in contemporanea... A parte le battute, un film non riuscito, sia
dal punto di vista drammatico che squisitamente erotico. Grimaldi riesce a
fallire tutto il fallibile.
Il mio cinema, due volte a settimana lo trovi su Futuro Europa:
http://www.futuro-europa.it/dossier/cineteca
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