di Ugo
Liberatore e Paolo Heusch
Regia: Ugo Liberatore
(riprese a Bali), Paolo Heusch (riprese in Italia). Soggetto e Sceneggiatura:
Ottavio Alessi, Ugo Liberatore, Fulvio Gicca, Pier Giuseppe Murgia. Fotografia:
Angelo Lotti, Roberto D’Ettorre Piazzoli. Montaggio: Giancarlo Cappelli,
Rosalba Sensi. Musiche: Giorgio Gaslini. Edizioni Musicali: Bixio Sam. Scenografie
e Costumi: Marilù Carteny, Andrea Crisanti. Assistente alla Regia: Tomaso
Sherman. Operatore alla Macchina: Arcangelo Lannutti. Fonico: Luigi Giuliani.
Colore: Technicolor. Negativi: Eastmancolor. Produttore Esecutivo a Bali:
Eliseo Boschi. Produzione: L.F.C., Gerico Sound. Durata. 90’. Genere: Esotico -
erotico, drammatico. Interpreti: Umberto Orsini, Laura Antonelli, John Steiner,
Petra Pauli, Elena Mercury (Ilona Staller), Ettore Manni, Johannes Schaaf,
Widyawati, Tjempaka Blanco, Mila Karmila, Fifi Young, Tjokorde G. De Agung
Sukowati, Ida Bagus Njana, Renato Spera, Carla Mancini.
Incontro d’amore (Bali) nasce come un film
esotico - erotico di Ugo Liberatore - uscito il 29 dicembre del 1970 con titolo
emblematico Bali -, rieditato nel 1971
come Incontro d’amore (Bali), aggiungendo
sequenze romane dirette da Paolo Heusch.
Il film si ricorda per una
Laura Antonelli alle prese con uno dei primi ruoli di una certa importanza e
per il debutto assoluto di Ilona Staller con il nome di Elena Mercury. Il film
è citato da Nanni Moretti ne Io sono un
autarchico (1976), in una sequenza dove
il regista dichiara il suo amore per Laura Antonelli. Siamo in presenza del classico esotico -
erotico, di cui Liberatore è un esperto, intriso di suggestioni magiche e di
riti indonesiani, impostato secondo lo schema amore e morte che vede coinvolti
Antonelli, Orsini e Steiner in un improbabile triangolo. Ugo Liberatore è il
regista della parte indonesiana girata a Bali tra suggestive scenografie e
fotografia perfetta. La pellicola non riscuote successo come esotico - erotico,
per questo viene acquistata da Alfredo
Bini che la rimonta con scene romane girate da Paolo Heusch, interpretate da
Ettore Manni (commissario) e Ilona Staller (prostituta). Due versioni in
circolazione per uno stesso film, la seconda di maggior successo, un vero e
proprio cult per i fan di Laura Antonelli, ma anche per chi ama Ilona Staller,
in seguito popolare Cicciolina. Proviamo a raccontare la trama. Glenn (Steiner) e Carlo (Orsini) vivono a Bali dove lavorano
alla stesura di un libro fotografico. Glenn è in preda a una crisi mistica,
suggestionato dai riti magici del posto, convertito all’induismo, frequenta un
amico santone e vive da poligamo con due mogli indigene. Carlo è scettico, non
crede in niente, solo nel suo lavoro, anche se pure lui non disdegna la
compagnia di una fedele amante indigena. Quando Daria (Antonelli), la moglie di
Carlo, lo raggiunge a Bali stringe una grande amicizia con il mistico Glenn e
finisce per innamorarsi di lui. Nonostante l’amore di Daria, l’uomo si uccide
dopo aver compiuto un rito magico che lo lega al santone induista. Carlo torna
a Roma da solo in preda a una crisi depressiva, dopo tre anni crede di rivedere
la moglie, ma è solo una prostituita (Staller) che lui identifica con la
consorte. Finale tragico con Carlo che uccide la presunta moglie e si suicida, dopo
aver confessato tutto a uno stralunato commissario di polizia (Manni) che cerca
una spiegazione razionale per la vicenda.
Ugo Liberatore gira un film nelle sue corde,
esotico, ai confini con il mondo movie,
intriso di erotismo; quando lo prende in mano Paolo Heusch per realizzare una
seconda versione non tocca l’impianto esotico, ma aggiunge Ilona Staller come
interprete di alcune scene di nudo integrale. La nuova versione racconta la
parte indonesiana come un lungo flashback
e la follia di un marito che confonde la moglie perduta con una prostituta che
uccide prima di suicidarsi. Si parte dall’omicidio della presunta moglie per narrare
quel che è accaduto prima, un vero e proprio film nel film, girato in stupende location esotiche. Incontro d’amore (Bali) si ricorda per un’ambientazione perfetta
e una suggestiva fotografia, non certo per una sceneggiatura sfilacciata e
zeppa di buchi, per una storia che presenta molte incongruenze, giustificate
con grande fatica da Ottavio Alessi. La stupenda scenografia balinese supplisce
alla pochezza del soggetto, monotono, montato con compassata lentezza, tra
lunghi silenzi, scenari esotici, templi indù, riti magici, inutili passeggiate
tra giungla e oceano. Tecnica di regia indonesiana molto suggestiva, a metà
strada tra il reportage naturalistico e la fiction,
grande uso dello zoom con particolari degli occhi in primissimo piano, come se
fossimo in un western di Sergio Leone. Parte romana più anonima, a parte una
bella panoramica della città eterna che scorre sui titoli di testa e le
sequenze truci dopo le brevi parti erotiche. Il genere passa dal mondo movie all’esotico - erotico, senza soluzione di continuità, ma grazie alla
parte romana contamina persino il thriller con elementi di horror metropolitano
e suggestioni magiche.
Ottimi gli attori. Umberto Orsini interpreta un ruolo da
marito tradito e al tempo stesso fedifrago a lui congeniale, parte che nel
corso della carriera ripeterà spesso al fianco di bellissime attrici. John
Steiner è molto giovane, alle prese con un personaggio complesso, ma se la cava
bene. Laura Antonelli è una donna bella e innamorata, fa quel che può in un
ruolo da fotoromanzo, pure troppo vista la pessima scrittura del personaggio e
molti dialoghi poco realistici. Ilona Staller deve solo far vedere le sue
grazie, che la Antonelli nasconde per tutto il film, limitandosi a qualche posa
in bikini. Ettore Manni è un diligente commissario. Molte comparse indonesiane sono
ben fotografate. Il commento musicale di Giorgio Gaslini è sinfonico, a tratti
psichedelico, ricco di sonorità esotiche e di tamburi, in sintonia con i gusti
di fine anni Sessanta.
Le vicende produttive su Incontro d’amore sono narrate da Alfredo Bini ne Il Cinema Italiano d’oggi - 1970-1984 -
Raccontato dai suoi protagonisti, di Franca Faldini e Goffredo Fofi
(Mondadori). Sintetizziamo il suo pensiero: “Dopo
Bora Bora decisero di fare un altro
film per sfruttarne il successo. Però dissero: lo facciamo noi e lasciamo
perdere Bini.
Bora Bora costò 120
milioni, fu girato in otto settimane e nonostante i problemi con la censura
incassò tre miliardi. Loro vanno a Bali, ci stanno tre o quattro mesi e
spendono mezzo miliardo. Prendono Liberatore perché è quello di Bora Bora e due
attori molto più importanti e conosciuti dei miei Quindi montano tutto, distribuiscono
e non incassano niente. Convinti che c'è qualcosa che non va, rimontano e
ridoppiano tutto spendendo una barca di soldi. Il film esce in due città e fa
due milioni. A quel punto lo ritirano e lo buttano. Allora mi presento io e gli
dico: ve lo compro per 15 milioni e loro me lo vendono. Prendo un regista nuovo
e convinco Orsini a girare qualche scena, quella dell’edicola quando vede una
ragazza si spalle che non è la Antonelli ma quella che oggi fa Cicciolina. Se
la porta a casa, comincia a raccontarle una storia e alla fine l’ammazza a
coltellate. Al commissariato racconta nella confessione la storia che io avevo
comprato e di cui avevo tenuto le cose migliori. Diedi il film alla Cidif
lasciando il titolo originale e togliendo solo Bali. Incassò, solo in Italia,
un miliardo e mezzo. Girò il tutto Heusch ma l’idea fu mia”.
Ugo Liberatore (1927) proviene dal successo commerciale
di Bora Bora, il primo esotico -
erotico italiano, ma non lo ripete e la
sua carriera da regista - appena cominciata - inizia a declinare. Ricordiamo
Liberatore come sceneggiatore di molte pellicole, alcune di grande qualità, ma
da regista restano impresse soprattutto le sue vicissitudini con la censura. Il sesso degli angeli (1967) e Bora Bora (1968) sono due grandi successi
di pubblico che affrontano il tema erotico, ma subiscono gli strali di
un’inclemente censura. Film trasgressivi ed espliciti che nascondono la
sessualità sotto il furbo schema della finta indagine scientifica e del mondo movie. Liberatore ideò e scrisse
da solo Bora Bora, una novità nel cinema erotico, che Bini rese più
trasgressiva modificando le età dei due protagonisti, con lei addirittura
minorenne, cosa che provocò guai con la censura. Liberatore si ritaglia un
ruolo da regista trasgressivo, ma dopo Bora
Bora riesce a far centro solo con Nero
veneziano (1977), quindi torna al suo lavoro di sceneggiatore
cinematografico e televisivo.
Dimenticabili Alba pagana (1969), L’uomo
per fare l’amore (1969) e Noa Noa
(1973), tentativo fallito di rinverdire i fasti di Bora Bora. Paolo Heusch (1924 - 1982), invece, è un cineasta
tuttofare che si ricorda come autore del primo film di fantascienza italiano (La morte viene dallo spazio, 1958), ma
anche per Un uomo facile (1958), in
collaborazione con Fausto Tozzi, per l’horror d’imitazione Lycanthropus (1961) e per l’ottimo Una vita violenta (1962), sceneggiato e girato con Brunello Rondi, tratto
dal romanzo di Pasolini. Regista per Totò: Il
comandante (1963), Che fine ha fatto
Totò Baby? (1964) e Totò d’Arabia
(1964), gli ultimi due firmati da Ottavio Alessi e da J.A. De La Loma per incomprensibili
esigenze produttive. I suoi ultimi lavori sono proprio le sequenze aggiuntive
nei film interpretati da Laura Antonelli che analizziamo in questo volume: Incontro d’amore (Bali) e Le malizie di Venere.
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