domenica 3 marzo 2013

Terraferma (2011)

di Emanuele Crialese

Regia: Emanuele Crialese. Soggetto: Emanuele Crialese. Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni. Fotografia: Fabio Cianchetti. Montaggio: Simona Paggi. Musiche: Franco Piersanti. Scenografia: Paolo Bonfini. Costumi: Eva Coen. Trucco: Ermanno Spera. Produttori: Riccardo Tozzi, Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Fabio Conversi, Fabio Massimo Cacciatori. Produttore Esecutivo: Matteo De Laurentiis. Produzione: Cattleya, Rai Cinema, Cinesicilia, Babe Film, France 2 Cinema, Canal+, CinéCinéma. Distribuzione: 01 Distribution. Italia - Francia (2011). Durata: 88’. Drammatico. Interpreti: Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello, Mimmo Cuticchio, Martina Codecasa, Filippo Pucillo, Tiziano Lodato, Claudio Santamaria, Timnit T., Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon, Robel Tsagay Abraha.


Terraferma vince con merito il Premio Speciale della Giuria (Leone d’Argento) alla 68° Mostra del Cinema di Venezia ed Emanuele Crialese si aggiudica il Premio Bif&st 2012 per la Miglior Regia. Un film importante, intenso, drammatico, ben girato in 12 settimane, a Linosa, nelle Isole Pelagie, ricorrendo ad attori professionisti, ma anche a figuranti e interpreti presi dalla vita reale. La pellicola ottiene molti riconoscimenti: il regista si aggiudica il Premio Mario Monicelli al Bari International Film Festival e riceve tre candidature per i David di Donatello 2012 (film, regista e attrice protagonista). Candidato con merito all’Oscar 2012 come miglior film straniero, ma purtroppo non selezionato.

Un grande Mimmo Cuticchio nei panni del vecchio pescatore

In breve la trama. Un’isola siciliana abitata da pescatori comincia ad aprirsi al turismo ma viene contemporaneamente invasa da clandestini che la legge impone di ricacciare in mare. I vecchi pescatori si oppongono a questa regola, contrapponendo la legge del mare, secondo la quale i naufraghi vanno aiutati e portati in salvo. La famiglia protagonista del film vede il personaggio fondamentale del vecchio (Mimmo Cuticchio) che sfida la Guardia di Finanza fino a farsi sequestrare il peschereccio, ma compie il suo dovere morale. La madre vorrebbe una vita migliore, per sé e per i suoi figli, lontana da un’isola che non ha futuro. In un primo tempo pretende che i clandestini lascino la sua casa, ma alla fine aiuta un’africana a partorire e si affeziona alle sorti dei reietti. Il figlio più giovane vive sentimenti contrapposti, si rende colpevole di omissione di soccorso, ma nelle ultime sequenze decide di aiutare i profughi a cercare una via di fuga nella terraferma. Il gruppo dei personaggi rappresenta - forse in maniera un po’ stereotipata - la vita quotidiana di un’isola a largo del Mediterraneo. Il peggior ruolo tocca a Claudio Santamaria, un comandante della guardai di finanza troppo integerrimo e surreale per essere vero, ma anche Beppe Fiorello, nei panni dell’imprenditore che chiude gli occhi di fronte all’evidenza per mandare avanti una spiaggia privata non ha più fortuna. Fantastica Donatella Finocchiaro come madre coraggio, intensa nei silenzi, ripresa in suggestivi momenti di disperazione, credibile interprete del ruolo di una donna che si lascia coinvolgere nelle altrui disgrazie. Le figure dei vecchi pescatori sono importanti, la loro solidarietà è tipica di chi ha vissuto fame e sofferenza in un recente passato e adesso non può permettere che altri vengano trattati come bestie. I giovani, invece, non hanno una vera cognizione del dolore e restano indecisi sul da farsi di fronte alla calamità dei clandestini che invadono l’isola. Stupenda la scena girata al ralenti con gli africani che approdano sulla spiaggia privata privi di sensi e vengono aiutati dai bagnanti e dagli abitanti dell’isola. Il gesto finale del ragazzino che porta i clandestini verso la libertà è indicativo sulla morale trasgressiva prescelta dal regista.

Donatella Finocchiaro, intensa interpretazione
Emanuele Crialese (1965), romano, figlio di genitori siciliani, studia alla New York University, si ricorda per la coproduzione italoamericana Once We Were Strangers (1997), Respiro (2002), Nuovomondo (2006), due film ambientati in Sicilia di grande successo in Francia e premiati in diverse manifestazioni internazionali. Terraferma gode di una fotografia fantastica, scenografie suggestive, ralenti eseguiti a regola d’arte che rendono intensi i momenti drammatici, montaggio senza sbavature e sceneggiatura priva di pecche. Notiamo con piacere tra i produttori la Cattleya di Riccardo Tozzi, produttrice di molti film di Virzì, impegnata in un’opera di valorizzazione del nuovo cinema italiano di qualità. Terraferma è un film utile a capire un dramma contemporaneo, girato in modo molto pasoliniano, con spaccati lirici che si fondono a un intenso realismo. 

Per vedere il film:


Gordiano Lupi

Nessun commento:

Posta un commento