di Camillo
Mastrocinque
Regia: Camilo Mastrocinque. Soggetto: Oreste Biancoli.
Sceneggiatura: Vincenzo Talarico, Sergio Velitti, Dino Verde. Fotografia:
Alvaro Mancori. Montaggio: Roberto Cinquini. Musiche: Piero Umiliani. Trucco:
Mario Van Riel. Produttore: Luigi Carpentieri, Ermanno Donati. Durata: 96’. Bianco e Nero. Interpreti:
Peppino De Filippo, Ugo Tognazzi, Alberto Telegalli, Scilla Gabel, Franco
Fabrizi, Sylva Koscina, Hélène Chanel, Mario Carotenuto, Lynn Shaw, Corrado
Pani, Lia Zoppelli, Tiberio Murgia, Cathia Caro, Irène Tunc, Lidia Martora,
Giuseppe Porelli, Marisa Ancelli, Graziella Tolusso, Giulio Girola, Ignazio
Dolce, Nino Musco.
Genitori in
blue-jeans di Camillo Mastrocinque è
una commedia all’italiana scanzonata che mette in primo piano il rapporto figli
- genitori e approfondisce un bisogno di maturità, spesso non abbastanza
sentito. Un film brillante che non gode buona critica, perché anticipa le
commedie sexy anni Settanta, piuttosto spinto sul versante erotico per alcune
sequenze girate a Sabaudia e diversi arditi approcci casalinghi.
La musica di
Piero Umiliani e le canzoni di Tony Del Monaco fanno da sfondo a una storia che
vede protagonisti due amici in vacanza a Parigi. Peppino De Filippo è un sarto avaro
che non vuol saperne di sposare una donna che lo corteggia con insistenza, ma a
Parigi perde la testa per una bella americana. Mario Carotenuto è il marito
fedifrago di una ricca proprietaria di una boutique che se la fa con una
spogliarellista, ma quando viene scoperto si riappacifica con la moglie perché
non può fare a meno dei suoi soldi. Tiberio Murgia è un poliziotto integerrimo
che coglie in flagrante le coppie clandestine quando si appartano in auto.
Ugo
Tognazzi è un padre severo con la figlia, costretta a studiare dalle suore, ma
in privato manda avanti una relazione fissa, passa da una conquista all’altra e
non si scompone se deve corteggiare una sedicenne. Scilla Gabel, Lynn Shaw e
Sylva Koscina conferiscono un tocco di sensualità alla pellicola, si spogliano
abbastanza, coperte (ma non troppo) da ammiccanti babydoll di pizzo nero,
sensuali completi di biancheria intima e audaci bikini. Molte riprese sono
davvero ginecologiche e approfittano di situazioni create ad arte per esibire
grazie discinte.
In alcune sequenze assistiamo a un’interessante commistione di
generi con i sexy mondo di notte che
fanno capolino, tra spogliarelli ed esibizioni nei locali notturni di Parigi e
Roma. La pochade di Feydeau è il
genere teatrale più vicino a un film che procede a forza di qui pro quo,
malintesi, amanti nascoste e scambi di persone. Il regista cita due film di
successo come Gioventù bruciata
(1955) di Nicholas Ray e A qualcuno
piace caldo (1959) di Billy Wilder grazie
a un paio di dialoghi dei protagonisti.
Alberto Telegalli è l’amico ironico che fa scherzi feroci a tutti, spesso anche
di pessimo gusto, mettendo in scena persino la sua morte, ma è l’animatore del
gruppo. Franco Fabrizi completa la banda di quarantenni farfalloni e pappagalli
dediti a una dolce vita in tono
minore, tra Roma e Parigi. Corrado Pani (giovanissimo) è il figlio di
Carotenuto, un aspirante medico più saggio e avveduto del padre che finisce per
innamorarsi della figlia di Tognazzi. La critica alla piccola e media borghesia
romana è evidente, così come il regista ironizza su vizi privati e pubbliche
virtù. I figli sembrano più saggi dei genitori, visto che i maturi adulti
passano il tempo a caccia di belle donne, bevono, fumano e fanno le ore
piccole.
Genitori in blue jeans
anticipa molte tematiche che saranno sviluppate in maniera più ampia da Pietro
Germi nel successivo Signore e signori
(1965), ma per certi versi anche nella saga Amici miei di Mario Monicelli e Nanni Loy. “Le battute e le
situazioni sono da avanspettacolo”, come annota saggiamente Pino Farinotti, ma
la pellicola è ancora oggi godibile e resta un esempio di comicità intelligente
e maliziosa. Una proto commedia sexy costruita su diverse storie concatenate
basate su mariti scapestrati e scapoloni impenitenti, schema ancora oggi utilizzato
dai Vanzina e da Neri Parenti, che non fanno mistero di essere andati a scuola
da Mastrocinque. Protagonisti sono ricchi borghesi sfaccendati che vivono di
eccessi, ma spesso si fanno turlupinare e vengono scoperti da mogli e amici. Non
ci sono poveri in questa commedia alto borghese, naturale evoluzione del
neorealismo rosa, che immortala l’Italia del boom con le immagini spensierate
di Tognazzi che balla il mambo e Telegalli che si scatena a suon di charleston.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Nessun commento:
Posta un commento