martedì 19 novembre 2013

Buon compleanno, Gloria!



Oggi è il compleanno di Gloria Guida. Non diciamo quanti anni sono. Non ha importanza. L'attrice di Merano è ancora un donna affascinante. Festeggiamo la ricorrenza, pubblicando la recensione di un film interpretato nel 1975, anno di grazia per il suo successo cinematografico.

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Il gatto mammone è un buon film che sfrutta il successo di Lando Buzzanca che in quel periodo riempiva le sale con salaci commedie all’italiana a base di equivoci, corna e situazioni paradossali. I suoi lavori sono stati così importanti da dar vita a un vero e proprio sottogenere: il Buzzanca-movie. Il soggetto è di Francesco Longo, la sceneggiatura di Alessandro Continenza e di Raimondo Vianello, la fotografia di Alfio Contini, le musiche di Carlo Rustichelli, il montaggio di Renato Cinquini e le scenografie di Enzo Altieri. Prodotto da Luciano Martino per una grande casa distributiva come Medusa. Il cast: Lando Buzzanca, Rossana Podestà, Gloria Guida, Grazia De Marzà, Franco Lantieri, Sofia Lucy, Franco Giacobini, Umberto Spadaro, Tiberio Murgia, Alessandra Vazzoler, Adriana Facchetti e Renzo Marignano. 


Si tratta del primo film importante interpretato da Gloria Guida, quello che la fa conoscere al grande pubblico. La bella attrice entra in scena soltanto a metà pellicola, doppiata da Micaela Esdra in un buffo dialetto da campagnola veneta, ma la parte che recita la impone all’attenzione di tutti. “Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!” è la battuta cult della pellicola che la Guida ripete ossessivamente, recitando la parte della ragazzina sprovveduta che accetta le conseguenze di una situazione paradossale. Il film si avvale di due sceneggiatori d’eccezione come Sandro Continenza e Raimondo Vianello e si propone di mescolare il filone delle ragazzine sexy con quello della più tipica commedia all’italiana. Ci riesce bene, al punto di costruire una pellicola dalla sceneggiatura quanto meno improbabile. 

Lollo Mascalucia (Lando Buzzanca) e Rosalia (Rossana Podestà) sono una coppia che non può avere figli. La vicenda si svolge in un paesino dell’entroterra siciliano, un posto cupo e pettegolo, dove non lasciare  eredi è motivo di grave disonore. Rosalia è incolpata di essere sterile e i due ricorrono a ogni rimedio per provvedere. Lollo è tormentato dal ricordo del padre che gli appare in sogno e pretende un l’erede. “L’uomo non è uomo se non è padre”, sono le parole che durante un incubo iniziale Lollo ripete ossessivamente. Sogna la moglie incinta e un pancione enorme che esplode mentre i suoi compaesani fuggono da lui e lo evitano come un appestato. Lollo per evitare il disonore dice a tutti che non vuole figli e per provare la sua volontà acquista una scatola di profilattici ogni settimana. 

La situazione precipita quando muore il fratello di Lollo con tutta la sua famiglia. Lollo resta l’unico Mascalucia, si sente moralmente costretto a dare continuità alla sua stirpe per mandare avanti il pastificio di cui è unico proprietario. Rosalia è la tipica moglie del sud remissiva e timorata di Dio che asseconda Lollo in tutte le richieste pur di dargli il sospirato figlio. Accetta il consiglio della madre e incontra una famiglia povera per trattare l’acquisto di un nascituro. Lollo rifiuta con decisione: il figlio deve essere suo. Cicero mostra uno spaccato sociale veritiero e denuncia episodi realmente accaduti (purtroppo accadono ancora) negli ambienti di famiglie indigenti. La moglie e la suocera contattano una vedova che si presta a fare un figlio con Lollo, ma la donna è troppo brutta e il marito desiste. “Con quella là neppure papà ce l’avrebbe fatta”, mormora sconsolo davanti alla tomba del padre. Se deve fare un figlio con un’altra vuole essere lui a sceglierla e per questo vanno a cercarla in un convento dove incontrano Marietta (Gloria Guida) e Lollo subito se ne invaghisce. Lei è una ragazza madre veneta,  suo figlio è stato adottato dopo che un siciliano l’ha sedotta e abbandonata. 

La suora accetta una generosa ricompensa per convincerla ad andare a servizio dai Mascalucia. Marietta viene trattata con ogni riguardo da Lollo e Rosalia: fa colazione a letto, sceglie i programmi televisivi, mangia come un tribunale, scola fiaschi di vino e legge fotoromanzi. Invece di fare la serva viene trattata come una figlia e Lollo parla pure in veneto pur di ingraziarsela. A Lollo la ragazza piace. Nelle scene successive lo vediamo spiarla a seno nudo in camera e dal buco della chiave mentre fa la doccia. La sequenza della doccia è molto sexy, forse una delle scene più erotiche dell’intero film e la telecamera indugia a lungo sul sedere bagnato di Gloria Guida. Un classico della commedia sexy, immagine spesso ripetuta in moltissimi film e divenuta ormai elemento imprescindibile. Dopo un dialogo tra Lollo e Marietta che dovrebbe essere chiarificatore, la ragazza equivoca ancora di più e pensa che la vogliono adottare perché sono senza figli. Sarà la vecchia vedova che era stata contattata per mettere al mondo il tanto desiderato figlio a farle capire la verità. Marietta indignata scappa via in una notte di tempesta, ma alla fine ritorna e pronuncia la solita frase: “Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno”.

Prima della decisione di Marietta continua la commedia degli equivoci con Lollo che rientra a casa e scambia prima la vecchia vedova per Marietta e poi addirittura la suocera. La serie dei palpeggiamenti si conclude in entrambi i casi con Lollo che si ritrae schifato. Il padre continua ad apparire nei momenti più imprevisti, tanto che Lollo per strada investe pure un poliziotto credendolo una visione. Lollo si prepara a fare un figlio con Marietta ma in casa non ci riesce perché la moglie piange dietro la porta e la suocera prega in compagnia della vecchia vedova. Non è l’ambiente giusto. I due se ne vanno per qualche mese e fanno spesso l’amore senza che niente accada. Lui scrive alla moglie, dice che si sacrifica tanto, anche cinque volte al giorno, che per lui è come un’operazione, soffre più di lei. Ovvio che sono tutte balle. A Lollo la bella cameriera piace e a un certo punto le fa pure una proposta che lei non capisce o finge di non capire (“Abbiamo fatto sessantotto, facciamo…”). Le provano di tutte, persino la psicoterapia e il training autogeno ma l’unico risultato è che Lollo si addormenta sopra Marietta. È lei che alla fine gli apre gli occhi: “Potremo provare in eterno ma non accadrà niente, perché lo sterile sei tu!”. Lollo si sottopone a una serie di esami, scopre che è la triste verità e finisce in depressione. 

Durante un nuovo incubo Lollo vede i compaesani che lo insultano e lo lapidano, pure la moglie e la suocera fanno parte del gruppo. Il padre esce all’orizzonte e pare yn sole che sorge, ma non è soddisfatto come quando Lollo provava ad avere un figlio. Pure lui ha una pietra in mano per colpirlo. Lollo è distrutto ma la soluzione la trova Rosalia. Adesso tocca a lei sacrificarsi, sarà come fare un’operazione chirurgica… “Chi è il chirurgo?” domanda lui. “Questa è l’unica cosa che non saprai mai”, conclude Rosalia. Finale surreale con l’immagine del padre che sorge all’orizzonte ed esibisce un paio di corna verso il figlio che espone il bambino ai compaesani. 

Il film viene passato spesso sulle reti televisive, conserva la freschezza di oltre trent’anni fa e diverte senza mai cadere nella volgarità. Lando Buzzanca è bravo a recitare la solita parte da maschio latino, Gloria Guida è una perfetta ragazzina ingenua che si fa spiare dalla serratura del bagno mente fa la doccia, Rossana Podestà è una professionista assoluta. Una commedia casalinga degli equivoci con punte di comicità che superano il lato erotico della pellicola. Tanto che non si può ascrivere questo film al filone erotico-malizioso del cinema italiano. Siamo in presenza di una semplice commedia, che pure al tempo uscì senza divieti ai minori, e le uniche parti dove si spinge sul versante sexy sono le sequenze in cui la Guida compare nuda sotto la doccia. 



Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

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