di Duccio
Tessari
Regia: Duccio Tessari. Soggetto: Gianluigi Bonelli
(numeri 101 - 102 - 103 Tex).
Sceneggiatura: Giorgio Bonelli, Gianfranco Clerici, Marcello Coscia, Duccio
Tessari. Montaggio: Mirella Mencio, Lidia Bordi. Fotografia: Pietro Morbidelli.
Musica: Gianni Ferrio. Costumi: Walter Patriarca. Scenografia: Antonello
Geleng, Walter Patriarca. Effetti Speciali: Paolo Ricci. Stunt Director:
Nazareno Zamperla. Operatore di Macchina: Franco Proto. Aiuto Regista. Martin
Sacristan, Gabriella Carosio. Assistente alla Regia: Giorgio Bonelli.
Consulenza Dialoghi: Selma Dell’Olio, Gianni Galassi. Organizzazione:
Gioacchino Marano, José M. Rodriguez, Paolo Bistolfi. Produttore Esecutivo:
Enzo Porcelli. Delegati di Produzione: Gabriella Carosio, Pino Ferrarini.
Produzione: Rai Tv 3, Cinecittà. Distribuzione: Sacis. Durata. 104’. Genere: Western.
Interpreti: Giuliano Gemma, William Berger, Carlo Mucari, Isabel Russinova,
Flavio Bucci, Peter Berling, Aldo Sambrell, José Luis De Villalonga, Riccardo
Petrazzi, Pietro Torrisi. Esterni: Spagna. Interni: Teatri di Posa Cinecittà.
Tex e il
signore degli abissi (1985) è un film
che Tessari non avrebbe dovuto fare, anche se è un prodotto meno scarso di
quanto si voglia far credere. La produzione tenta di rilanciare lo spaghetti-western
e al tempo stesso vuol rendere omaggio al popolare eroe dei fumetti ideato da
Gianluigi Bonelli. Giuliano Gemma è il protagonista, ma il cinema western è
ormai fuori tempo massimo e il pubblico non premia il coraggio del regista.
Tex e il
signore degli abissi (1985) rappresenta
un’occasione perduta ma forse nessuno avrebbe potuto coglierla, perché gli anni
non passano invano. Torna Giuliano Gemma, icona del Tessari-movie, nei panni di Tex, coadiuvato da William Berger (Kit
Carson), Carlo Mucari (Tiger Jack), Isabel Russinova (Tulac, la principessa
indiana), Peter Berling, Flavio Bucci (capo indiano), Gian Luigi Bonelli (il
papà del fumetto nei panni di uno stregone indiano), José Luis de Villalonga
(il dottor Warton).
Il film è tratto da una delle storie più belle di Tex, dal
taglio fantasy avventuroso, uscita nel 1948 sui fascicoli 101, 102 e 103 del
fumetto, scritta da Gianluigi Bonelli e illustrata dal grande Aurelio
Galleppini. Il film è sceneggiato da Gianfranco Clerici, Marcello Coscia,
Duccio Tessari e Giorgio Bonelli. Il problema sta tutto qui: un film non è un
fumetto, certi dialoghi e determinate situazioni credibili in una storia
disegnata non vanno bene al cinema. Invece gli sceneggiatori prendono il
fumetto e lo riversano su pellicola costringendo Tessari a girare dialoghi
improbabili e didascalici. Tex Willer, aiutato da Kit Carson e Tiger Jack,
indaga su un traffico d’armi al confine tra Stati Uniti e Messico. Il ranger
mezzosangue, chiamato dagli indiani Aquila Nera, sgomina una banda di
rapinatori e trafficanti, che assale i trasporti d’armi dell’esercito per
rivenderle a una bellicosa tribù indiana. Sono gli indiani Yaquis, capeggiati
dal malvagio Signore degli Abissi, che progettano una rivolta contro i bianchi.
Gli indiani possiedono una pietra fantastica quanto letale che mummifica
istantaneamente i corpi. Tex risolve tutto, come da logica fumettistica, ma i
colpi di scena non mancano.
La parte soprannaturale che spesso leggiamo nelle avventure
di Tex è salva, ma non la suggestione del personaggio che nella trasposizione
filmica perde parte del suo fascino. Giuliano Gemma non si cala a dovere nella
parte e Tessari non è consapevole del compito storico di portare al cinema
un’icona del fumetto italiano. Il film è un esperimento pilota di una serie che
muore sul nascere. Nonostante tutto Tex
e il Signore degli Abissi non è così brutto come lo dipinge la critica più
autorevole. Dialoghi e sceneggiatura sono fumettistici, il montaggio è lento, ma
la colonna sonora di Gianni Ferrio è ottima, gli effetti speciali di taglio
horror sono interessanti, le scene
acrobatiche ben fatte, la fotografia è perfetta.
Duccio Tessari gira molto bene
gli esterni in un altopiano spagnolo che si presta a ricostruire l’Ovest
nordamericano e il confine con il Messico. Sono curate le citazioni e non
mancano i riferimenti allo spaghetti western: polvere, vento, sporcizia, case
malandate, deserto, fichi d’india compongono un’eccellente apparato
scenografico. Particolari gore non stonano nel contesto, la ricostruzione dei
villaggi western e indiani è ottima, gli inseguimenti sono ben realizzati. La
parte in cui entra in scena il Signore degli Abissi sembra isopirata alle
scenografie di Bava e Ferroni, ricostruite in studio con un intenso colore
rosso fuoco che fa da sfondo. Gli attori sono bravi. Giuliano Gemma è un po’
troppo impostato come Tex Willer, soprattutto quando prende a cazzotti gli
avversari. William Berger è un convincente Kit Carson, Carlo Mucari è un discreto
Tiger Jack, Aldo Sambrell è nato come cattivo da western, Flavio Bucci è
insolito nei panni di un indiano, mentre Isabel Russinova è bellissima come
principessa.
Rassegna critica. Paolo Mereghetti (una stella):
“Catastrofica versione cinematografica di una delle più belle avventure di Gian
Luigi Bonelli. Giuliano Gemma nei panni di Tex è poco convincente e Tessari
inadeguato a rendere lo spirito più genuino del fumetto. Il più famoso e amato
eroe italiano del West meritava qualcosa di meglio”. Morando Morandini (una
stella e mezzo per la critica, due stelle per il pubblico): “Un fantasy
avventuroso migliore nella prima parte, grazie anche alla divertente e
pittoresca fraseologia bonelliana. Gli effetti speciali della seconda parte non
reggono il confronto con gli americani. Ottimo il Carson di Berger, discreto il
Tiger Jack di Mucari, poco convincente il Tex di Gemma”.
Pino Farinotti (due
stelle). “La realizzazione è modesta sotto ogni aspetto e Giuliano Gemma si
rivela del tutto inadeguato”. Marco Giusti su Stracult rivaluta il film dopo una visione televisiva: “Rivisto
oggi è divertente. Funziona anche bene come audience in tv”. Galleppini si
rifiutò di disegnarne il manifesto. Il film viene presentato a Venezia come la risposta italiana a Indiana Jones. Stroncato
da tutti come un fumetto noioso, povero e
pedante, rivisto oggi vale i soldi del dvd e il tempo della visione.
Una sequenza horror: http://www.youtube.com/watch?v=vvtUkjMBtcY
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Nessun commento:
Posta un commento