domenica 27 novembre 2011

Il cuore grande delle ragazze (2011)

di Pupi Avati


Regia: Pupi Avati. Soggetto e Sceneggiatura: Pupi Avati. Produttore: Antonio Avati. Fotografia: Pasquale Rachini. Musica. Lucio Dalla. Scenografia: Giuliano Pannuti. Costumi: Catia Dottori. Montaggio: Amedeo Salfa. Interpreti: Cesare Cremonini, Micaela Ramazzotti, Gianni Cavina, Andrea Roncato, Erika Blanc, Manuela Morabito, Gisella Sofio, Marcello Caroli, Sara Pastore, Massimo Bonetti, Sydne Rome, Rita Carlini, Patrizio Pelizzi. Voce narrante: Alessandro Haber.

Pupi Avati

La voce narrante di Alessandro Haber e la colonna sonora suadente di un ispirato Lucio Dalla ci accompagnano nei meandri di una storia intensa e delicata che profuma di tempi passati e di biancospino, per citare la dote non comune del protagonista. Pupi Avati racconta una vicenda di vita quotidiana ambientata nella provincia italiana nel periodo fascista, ispirata come sempre ai ricordi d’infanzia. Il mondo piccolo di Avati si apre all’esterno e produce grandi storie girate con stile inimitabile che restano nell’immaginario collettivo.

Cesare Cremonini

Carlino Vigetti è il figlio di un mezzadro molto fortunato con le donne, non può far passare un giorno senza fare l’amore, e in paese gli resiste solo la fidanzata di un cugino del duce per ovvi motivi di convenienza. Un giorno accetta di sposare una delle due figlie del padrone che non sono mai state corteggiate da un uomo e non sono del tutto normali, in cambio di una moto Guzzi e di un contratto di affitto decennale per il padre. Purtroppo il progetto va a monte per l’arrivo della bella Francesca Osti, figlia della seconda moglie del padrone, che fa perdere la testa al ragazzo.

Erika Blanc

Carlino e Francesca si sposano, nonostante l’opposizione del padrone che voleva sistemare una delle figlie subnormali, perché la ragazza forza la mano con un tentativo di suicidio. I guai sono soltanto all’inizio. In un primo tempo si deve rimandare il matrimonio per una tonsillite del parroco e la festa di nozze diventa un’occasione di rissa tra le due famiglie; subito dopo il padre di Carlino muore per un attacco di cuore provocato dal grande dolore. Alla fine Carlino sposa Francesca, ma il vizio di andare a donne non passa, perché tradisce la moglie in albergo durante la prima notte di nozze, proprio con la fidanzata del cugino del duce.

Sydne Rome

Francesca fugge in Puglia da una zia, si fa scrivere e desiderare dal marito, ma è sempre innamorata e se non torna a casa è soltanto per orgoglio. Carlino riesce a farla rientrare con lo stratagemma di un telegramma dove comunica la sua morte per impiccagione. Tutto finisce bene, comunque, davanti a un siepe di biancospino, simbolo di tanti ricordi, metafora del ritorno della primavera e luogo riparato dal silenzio dove i ragazzi fanno l’amore.

Micaela Ramazzotti

Il cuore grande delle ragazze è una storia semplice e delicata, raccontata con lo stile leggero tipico del cinema di Pupi Avati. Una fotografia flou e anticata, costumi ineccepibili, grande ricostruzione storica, scenografie suggestive della campagna marchigiana e del litorale romano, pennellate da artista tra dissolvenze e trovate grottesche. I personaggi sono costruiti molto bene e vanno a comporre un vero Amarcord felliniano, ognuno con la sua stranezza che lo rende simpatico, unico e non riproducibile.

Gianni Cavina

Bravi gli attori. Andrea Roncato è alle prese con il suo primo vero film in carriera e dimostra di essere un ottimo attore tra le mani di un grande regista. La scena in cui il padre di Carlino muore è grande cinema e Roncato se la cava egregiamente dando prova di doti melodrammatiche. Gianni Cavina è il burbero padrone vessato da una madre arcigna (Sofio) e da una moglie incontenibile (Morabito) che lo rimprovera in continuazione.

Andrea Roncato

Stefano Cremonini e Micaela Ramazzotti sono i protagonisti impeccabili e danno vita a due personaggi per niente stereotipati e molto credibili. Erika Blanc e Sydne Rome tornano con prepotenza alla ribalta in due ruoli importanti che permettono di mostrare la classe del passato. Pupi Avati scrive, sceneggia e dirige un film che riconcilia con il cinema italiano dopo tante commedie pretenziose e pellicole così poco cinematografiche tanto osannate dalla critica. Da tempo non sbaglia un film e pare aver ritrovato un’ispirazione potente che gli permette di girare al ritmo di una pellicola all’anno. Per fortuna che esiste ancora…


Gordiano Lupi

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