sabato 19 novembre 2011

Buon compleanno, Gloria!

Oggi è il compleanno di Gloria Guida, nata il 19 novembre del 1955. Cinquantasei anni, magnificamente portati, perchè è bella come quando ne aveva venti. Per augurarle buon compleanno ricordiamo il suo primo film. Il testo che segue è tratto dal mio LE DIVE NUDE - Il cinema di Gloria Guida e Edwige Fenech (Profondo Rosso, Roma).


Gloria Guida comincia quasi per caso. Il regista Mario Imperoli che la cerca dopo aver notato alcune foto della giovane cantante alla CHD che dovevano servire per delle copertine dei suoi dischi. A Imperoli la ragazza pare perfetta per un film che vuol girare, gli serve una diciassettenne dall’aria ingenua, inesperta e soprattutto bella. Gloria Guida risponde a tutte le caratteristiche. Mario Imperoli (Roma, 1931 - 1977) è un regista poco noto al grande pubblico, anche perché è morto proprio quando iniziava a riscuotere un certo successo. Di professione giornalista, diventa sceneggiatore cinematografico e subito dopo produttore. Si mette in proprio come regista nel periodo 1972 - 1977 dirigendo alcune commedie erotiche, tra queste due film con Gloria Guida (l’altro è Blue Jeans).


La ragazzina è sceneggiato da Mario Imperoli (pure regista e soggettista), Arpad De Riso, Nino Scolaro e Giorgio Piferi. La fotografia è di Alvaro Pianezzi, mentre il montaggio lo cura Sandro Lena. Aiuto regista è Silvia Silvani. Le musiche sono di Nico Fidenco e vengono eseguite dall’Orchestra di Giacomo Dell’Orso e dal complesso La Rosa dei Venti. Il primo film di Gloria Guida è prodotto da Roma International Film e da Screen Film e viene distribuito da Seven Arts. Interpreti: Gloria Guida, Paolo Carlini, Gian Luigi Chirizzi, Andres Resino, Colette Descombes, Lucia Catullo, Gianni Bortolotti, Piera Vidale, Umberto Scaglioni, Gian Carlo Cosma, Sonja Burron, Maria Grazia Turco, Leonora Puppo, Luigi Antonio Guerra, Mariano Arnosti, Armando Vecchio, Ada Arnaldi, Nadia De Minicis, Mario Di Girolamo, Andrea Gregoretti, Ornella Masciotti, Fiorella Piron, Giacomo Raffo, Maja Rimini, Augusta Sannini, Claudia Schiff, Alison Swaisaland e Germana Varini.


Gloria Guida è giovanissima, come abbiamo detto, non però come dicono Marco Giusti in “Stracult” e Manlio Gomarasca in un articolo comparso su “Nocturno Cinema” nell’estate del 1996. Non aveva quindici anni, ma diciotto passati al momento delle riprese. Marco Giusti non è nuovo a errori simili, Gomarasca invece in questo caso ci sorprende perché di solito è fonte più che attendibile. 


Il film non è certo un capolavoro e l’unico motivo per consigliarne la visione è il cult della prima apparizione sul grande schermo di Gloria Guida, dotata di un fisico ancora acerbo ma già capace di toccare sapientemente le corde della malizia. La Guida è Monica, una studentessa sedicenne di Lignano Sabbiadoro ancora illibata che vive il problema della verginità e vorrebbe perderla soltanto con l’uomo giusto.  Il film si sviluppa stancamente su di una sceneggiatura lenta e prevedibile e soprattutto è caratterizzato da una serie di dialoghi poco credibili. La trama è confusa e spesso si fatica a comprendere l’utilità di certe sequenze che sembrano messe nella pellicola soltanto per raggiungere la lunghezza canonica. Si pensi alla visita medica di Monica che serve a dare il via a una serie di palpeggiamenti da parte del dottore sul corpo della ragazzina. Oppure alle sequenze in cui Monica acquista il vestito per la festa di compleanno con il padrone del negozio intento a spiarla mentre si spoglia. Infine ci sono diverse scene che si perdono in dialoghi pseudo sociali e che tentano di dare spessore alla storia. Si affronta il tema della incomunicabilità tra genitori e figli, descrivendo il padre di Monica come uno che pensa soltanto a  lavorare e che non rientra a casa neppure per il compleanno della figlia. La mamma invece è una borghese annoiata che dice di non riuscire a fare un discorso con la figlia. Di contorno ci sono gli amici dei genitori che sono messi ancora peggio. L’avvocato Moroni (Paolo Carlini) se la fa con le ragazzine e vorrebbe a ogni costo portarsi a letto Monica, sua moglie invece è la classica borghese ricca e annoiata della vita che alla fine si trova un amante. 


La trama non è di facile ricostruzione. Il film mostra subito Monica che corre libera e sorridente sulla spiaggia di Lignano, icona perfetta di gioventù e spensieratezza, Lolita stupenda dotata di ingenuo candore e straripante sensualità. Le corse di Gloria Guida sulla spiaggia sono il leitmotiv del film e costituiscono il pretesto ideale per passare in sottofondo l’ottima colonna sonora di Nico Fidenco. Nella scena successiva si comprende che Monica è l’oggetto dei desideri di alcuni suoi compagni di classe, soprattutto di Leo (Gianluigi Chirizzi) che ci prova spesso ma viene tenuto a bada dalla ragazza. Il film ci presenta, con una stilizzazione eccessiva, sia i vizi borghesi sia i pensieri degli studenti che sembrano avere in testa soltanto il sesso e poco altro. Leo è il personaggio più negativo perché fa innamorare le ragazze per poi consegnarle nelle mani del depravato avvocato Moroni (Paolo Carlini) che preferisce le studentesse alla moglie (la bella Colette Descombres). Il regista ci presenta subito dopo la villa dell’avvocato e mostra la moglie che fa il bagno nuda in piscina. Facciamo conoscenza pure con il professor Bruno De Angelis che ha affittato la mansarda della villa. Monica nel corso della storia si innamora proprio del giovane professore di storia dell’arte interpretato da Andres Resino. Lui se ne va in giro con una potente moto giapponese e un giaccone di pelle alla moda. La ragazzina è affascinata dai suoi modi gentili e dalla sua tenerezza. Intanto Leo continua l’attività di magnaccia e vorrebbe conquistare Monica solo per inserirla in quel torbido giro. Vediamo i due a bordo della decappottabile di Leo sulla spiaggia di Lignano e Monica guida l’auto seduta proprio sopra il grembo del ragazzo in una posa molto provocante. Gloria Guida recita per tutto il film vestendo minigonne ascellari con le mutandine che fanno capolino a più riprese. Era il periodo delle gonne a ruota multicolori con camicetta scollata e la bella attrice meranese ne sfoggia un intero guardaroba. Nella scena sulla spiaggia, girata con la tecnica del rallenty, c’è un tentativo di approccio da parte di Leo che viene subito scoraggiato dalla ragazza. Con una perfetta sintesi di malizia e finta ingenuità lei prima provoca Leo e poi lo disillude. Subito dopo la coppia si ferma a un distributore di benzina e Monica guarda con insistenza un signore di mezza età, soprattutto mette in mostra le cosce per provocarlo. Monica sa che quell’uomo è un amico di famiglia e lo fa soltanto per scatenare la sua reazione.


Leo intanto continua nei suoi loschi affari e il cliente più assiduo del ragazzo è proprio l’avvocato che paga fior di quattrini per portarsi a letto le ragazzine. Il suo sogno proibito però resta Monica. La studentessa invece si innamora del professore, va in moto con lui sul lungomare e ammira i suoi dipinti. “Bisogna credere in quel che si fa, pure nell’amore” dice il professore. E poi aggiunge: “Vedrai che anche tu troverai la giusta combinazione di colori”. Il dialogo è tra i peggiori dell’intera pellicola. Intanto il professore se la fa con la moglie dell’avvocato Moroni, che tutto preso dal vizio e dalle attività che rasentano lo strozzinaggio non se ne rende conto. Leo lo ha reso schiavo e adesso le offre pure Monica (“Sedici anni e ancora nuova…”). A questo punto Gloria Guida ci delizia gli occhi con uno spogliarello sensuale all’interno del bagno di casa. Rimane a seno nudo con un paio di mutandone bianche per niente sexy che in seguito si sfila ma senza far vedere niente allo spettatore. Per il nudo integrale si dovrà attendere il film successivo. La scena è comunque troppo lenta e precede pure una ridicola telefonata tra padre e figlia. Qualcuno avrebbe dovuto spiegare al povero Imperoli che le scene al telefono sono tra le più difficili da girare e da rendere credibili. L’avvocato Moroni comincia a insidiare Monica, la incontra e le offre un passaggio con la sua auto che dispone niente meno che di un registratore Geloso per ascoltare musica (le autoradio in Italia dovevano ancora prendere campo). Sull’auto c’è un’altra scena sensuale con Gloria Guida che accavalla le gambe e mette in mostra le cosce abbondanti da ragazzina. Si finisce ancora sul mare a correre sulla rena di Lignano (l’azienda turistica era uno sponsor del film) con lei che si fa appena toccare le gambe ma poi respinge l’avvocato. Ancora una perfetta sintesi di malizia e ingenuità. Il regista con poca continuità ci mostra poi una discussione familiare con la moglie che rimprovera l’avvocato di pensare soltanto al denaro. L’uomo capisce pure che la moglie ha un amante ma non gli interessa, basta che le apparenze siano salve e che non si sappia in giro. Arriva anche il gran giorno del compleanno di Monica con lei che resta senza mutandine, vittima di uno scherzo di Leo che le sfila gli slip rossi e la fa volteggiare in mezzo alla stanza con la complicità di altri amici. L’avvocato prende l’occasione per lanciarsi in accuse verso i ragazzi che non hanno un’educazione e una morale (come se lui fosse migliore). Poi passa a contestare i professori sessantottini e capelloni come Bruno De Angelis. Imperoli tenta (con risultati sconcertanti) di mettere il dito sulla piaga dell’ipocrisia borghese. Monica intanto è sempre più innamorata del professore e lo va a confessare proprio alla moglie dell’avvocato, non sapendo che lei è la sua amante. In ogni caso è con il professore che perde la verginità, al termine di una scena erotica abbastanza spinta che fa intuire più di quanto lascia vedere. La ragazza era vergine e lui non lo sapeva, ma lei non è pentita perché è davvero innamorata. Da segnalare alla fine del rapporto la stupidità del dialogo. “Abbiamo davvero fatto l’amore?” fa lei. “Su questo non c’è alcun dubbio” risponde serio il professore. Viene da pensare come si faccia a scrivere sceneggiature tanto ridicole. In ogni caso Monica viene a sapere subito che il tanto idealizzato professore è anche l’amante della moglie dell’avvocato che da tempo la insidia. L’avvocato tenta di consolare Monica, la conduce in una casa al mare che definisce “il nostro rifugio” e cerca di portarsela a letto. Lei resiste e lui prima tenta di violentarla, poi arriva a offrirle cinquecentomila lire. L’avvocato le consegna l’assegno e a quel punto la ragazzina si fa beffe di lui rivelandogli che il professore è l’amante di sua moglie. L’uomo, umiliato e deriso, la prende a ceffoni e la fa scappare via, ma poi si pente e la insegue nella pineta. Il finale drammatico è l’ultima delle cose improbabili di un pessimo film e vede l’avvocato morire travolto da un camion in corsa mentre insegue Monica. Al cimitero ci sono le malelingue che parlottano e dicono che la moglie dell’avvocato si è già consolata con un ragazzo più giovane. In ogni caso l’apparenza invece è velata della solita ipocrisia, a parte Monica che è spontanea e veste con abiti multicolori e provocanti (ha persino un ombrellino azzurro). Mentre in sottofondo ci sono le note dell’ottima colonna sonora di Nico Fidenco vediamo Monica che si immagina i morti distesi sulle loro pietre tombali. Lei tradita dalla vita vorrebbe vendicarsi del mondo. Un primo piano sul volto e su di un sorriso che adesso non pare più tanto ingenuo conclude la pellicola.  


Pur con tutti i suoi limiti La ragazzina lancia la Guida nel ruolo che le sarà più congeniale: la studentessa sexy e maliziosa che fa perdere la testa a compagni di classe e professori. La sola cosa che davvero merita la visione è il suo corpo, acerbo ma già notevole, esibito con generosità ricorrendo a minigonne vertiginose. Gloria Guida recita con freschezza e naturalezza una parte che risente purtroppo dei pessimi dialoghi e di una sceneggiatura non all’altezza. Il film ha un buon successo di pubblico e il destino della ex cantante d’ora in poi è segnato da pellicole all’insegna dell’erotico-malizioso. La critica accoglie bene La ragazzina, caso strano per pellicole di quel tipo. “Paese Sera” scrive: Il film ha delle buone intuizioni e la commedia è riuscita. Pure “Il Borghese”, giornale di destra, in un articolo del 14 luglio 1974 a firma Claudio Quarantotto salva Gloria Guida e le ritaglia un posto particolare nell’affollato panorama delle Lolite cinematografiche. Ragazzona, più che ragazzina, bionda, con le sue cosciotte muscolose, il suo viso un po’ duro e ossuto, i gesti impacciati dell’adolescente che non sa ancora bene usare tutto il ben di Dio che le è stato regalato, la Guida è forse, più di tutte, una Lolita ancora nabokoviana. In lei, cioè nel suo personaggio, ingenuità e malizia si confondono, insieme ad amoretti che durano lo spazio di un amplesso e che sono subito seppelliti con un incosciente cinismo. Statuetta di carne, niente turba eccessivamente quella sua espressione di appagamento sensuale, naturale, che la isola dal mondo circostante, nel quale provoca soltanto guai. Meno bamboleggiante della Muti, meno programmaticamente sexy della Giorgi, è una specie di vikinga nostrana del genere “acqua, sapone e perversione” ed è l’unica in ogni modo che si distingua nel gruppo delle Lolite
Mi sento di condividere in pieno questa analisi.

Gordiano Lupi

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