Regia: Alessandro Metz. Soggetto e Sceneggiatura: Leo
Chiosso, Sergio D’Ottavi, Alessandro Metz. Costumi: Luciana Marinucci.
Scenografia. Mauro Vigneti. Montaggio: Alberto Moriani. Fotografia: Giuseppe
Berardini. Musiche: Stelvio Cipriani. Aiuto Regia: Filiberto Fiaschi. Operatore
alla Macchina: Sergio Melaranci. Edizioni Musicali: Peer-Southern, Milano.
Produzione: Giuseppe Zaccariello per la Kappa Film srl (Roma). Produttore
Associato: Pierandrea Caleo. Direttore di Produzione: Giuseppe Mangogna.
Interpreti: Bombolo, Enzo Cannavale, Licinia Lentini, Gianni Ciardo, Carolina
Palermo, Sandro Ghiani, Xiomara Gonzales, Tognella, Carlo Gravina, Jimmy il
Fenomeno, Ennio Antonelli. Interni: De Paolis.
Alessandro Metz (Roma, 1940) si cimenta nella sua
ultima regia con È forte un casino!,
dopo Pierino il fichissimo e Care amiche mie (1981), anche se
imperversa nel mondo del cinema fino al 1994 con ruoli di aiuto regista e
sceneggiatore. Missione eroica - I
pompieri 2 (1986) di Giorgio Capitani lo vede regista della seconda unità,
mentre con Castellano & Pipolo è un regista aggiunto, vista la grande
collaborazione sul set dei film ai quali Metz partecipa.
È forte un
casino! è La stangata (1973) di George Roy Hill in salsa romanesca, ispirato
anche a Gli amici di Nick Hezard
(1975) di Fernando di Leo, dignitosa riduzione italica del capolavoro
nordamericano. È forte un casino! è
soprattutto farsa caciarona, pochade
basata sulla comicità fisico-verbale di Bombolo e Cannavale (coppia dai
sincronizzati tempi comici) e sull’avvenenza delle protagoniste femminili.
In sintesi la trama. Un gruppo di imbroglioni composto
da Bombolo, Cannavale, Ghiani, Tognella e Palermo vive di espedienti. Il primo
colpo andato male è il tentativo di vendere Castelgandolfo a un emiro, ma anche
il secondo non va meglio. Cannavale legge l’annuncio di una ricca ereditiera e
con l’aiuto di Bombolo - domestico in una villa signorile - si sostituisce al
padrone di casa, assente per un viaggio. Bombolo si finge maggiordomo, Ghiani e
Palermo camerieri, Tognella autista. Tutto va a rotoli: il vero conte (Ciardo)
di cui Cannavale aveva preso le sembianze torna in villa prima del previsto e
pone fine alla messa in scena. Si scopre pure che la ricca ereditiera è una
truffatrice come il nostro gruppo di sprovveduti. Alla fine gli imbroglioni decideranno
di unire le forze per dare vita a nuove truffe.
Si ride per merito di Bombolo e Cannavale, anche se la sceneggiatura è televisiva, piena di momenti morti nella fase centrale e conclusa da un finale prevedibile. Tognella è come sempre irritante, spesso pure incomprensibile, mentre Ghiani se la cava con diligenza nel solito ruolo da tonto. Ottimo il cast femminile. Ricordiamo docce e brevi momenti sexy di Licinia Lentini, ultima bellezza della morente commedia sexy, ma anche alcuni nudi frontali della poco nota Xiomara Gonzales. Carolina Palermo non lesina sequenze audaci prima della fuga con il conte, Gianni Ciardo, che - more solito - non entusiasma.
Si ride per merito di Bombolo e Cannavale, anche se la sceneggiatura è televisiva, piena di momenti morti nella fase centrale e conclusa da un finale prevedibile. Tognella è come sempre irritante, spesso pure incomprensibile, mentre Ghiani se la cava con diligenza nel solito ruolo da tonto. Ottimo il cast femminile. Ricordiamo docce e brevi momenti sexy di Licinia Lentini, ultima bellezza della morente commedia sexy, ma anche alcuni nudi frontali della poco nota Xiomara Gonzales. Carolina Palermo non lesina sequenze audaci prima della fuga con il conte, Gianni Ciardo, che - more solito - non entusiasma.
Frasi epocali di Bombolo: A me me pare ‘na stronzata!; Sorco’
per dire sor conte, aggiungendo
subito: “No, non dico a lei…”, riferito a una bella ragazza come forma
contratta di sorcona (bella fica in romanesco); “Vado in
cantina a famme un goccetto de’ vino che quast’acqua m’ha fatto du’ palle così!”
(dopo l’ennesima caduta in piscina). Ennio Antonelli è un benzinaio romanesco
che prende alla lettera l’espressione mi
dia un colpetto ai vetri: usa il mazzuolo e frantuma il parabrezza. Jimmy
il Fenomeno è un barista scemo e credulone che cambia i pagherò forniti dalla
banda di imbroglioni.
Tutta la seconda parte della pellicola è una pochade erotica condita di bagarre (cadono tutti in piscina),
scambi di coppie e di camere, irruzioni a sorpresa di personaggi che cambiano
il corso degli eventi. Elementi di commedia sexy: il voyeurismo di Bombolo con la Gonzales spiata dal buco della chiave -
in sintonia con lo spettatore - e le docce delle protagoniste.
Il titolo del film è una frase che i protagonisti
pronunciano almeno una volta nel corso della storia, riferita alle più
disparate situazioni. Marco Giusti su Stracult sostiene : "È forte un casino! è uscito nel 1987 ed è l'ultimo lavoro di Bombolo (Franco Lechner), morto alcuni mesi dopo la fine
delle riprese". Non è vero.
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