Regia: Mario Siciliano (alias
Luca Delli Azzeri). Soggetto e Sceneggiatura: Mario Siciliano. Fotografia: Gino
Santini. Montaggio: Otello Colangeli. Musiche: Carlo Savina (dirette dall’autore/
Edizioni Musicali Cam). Direttore di produzione: Paolo Mercuri. Aiuto Regista: Antonio Gramaglia. Distribuzione:
Cinematografie Internazionali Associate. Produzione: Mario Siciliano per Metheus
Film. Interni: Elios (Roma). Interpreti: Franca Gonella, Gianni Dei, Femi Benussi, Giorgio Ardisson,
Mario Colli, Carla Calò, Luis La Torre, Enzo Andronico, Ester Carlone, Filippo
Torriero, Antonello Baranta, Paola Corazzi, Clara Paoli, Alessandra Palladino,
Bruno Brugnola, Bruno Tocci, Patrizia Laricchio, Giovanni Sabbatini, Rosa Maria
Calogero.
Mario Siciliano (1925 - 1987) è un regista che proviene dal mondo della produzione, fonda la Metheus, realizza parecchi film avventurosi, firma diverse opere popolari, si dedica alla commedia erotica di ambientazione provinciale e termina la carriera nel mondo del porno. Si firma spesso Marlon Sirko, Luca Delli Azzeri e Lee Castle (per i film hard). Eroticofollia noto anche come Malocchio (1974) è un horror erotico incentrato sulla figura di un serial killer e sulle grazie di Pilar Velasquez, Daniela Giordano e Pia Giancaro. Una vergine in famiglia (1975) è il suo erotico - campagnolo più importante con protagonista Franca Gonella, improbabile vergine in una famiglia di allupati, ma nel cast c'è anche Femi Benussi. Non va dimenticato Campagnola bella (1976), che vede la coppia Gonella - Benussi alla riscossa in mezzo a un gruppo di assatanati provinciali. In questi film erotici si nota la propensione di Mario Siciliano per l'esibizione estrema del corpo femminile e per le scene ai limiti dell'hard. Nel 1980 comincia la sua discesa negli inferi della cinematografia porno con i primi film interpretati da Marina Frajese (La zia svedese) e altri titoli eloquenti (Orgasmo esotico, Porno lui, erotica lei...).
Mario Siciliano si
firma Luca Delli Azzeri per dirigere una commedia sexy abbastanza divertente e
trasgressiva che racconta le vicissitudini di Anna (Gonella), figlia vergine
che studia dalle suore, educata in una famiglia di depravati. Il padre (Colli)
è un avvocato pieno di amanti, la madre se la intende con il parroco (“Sei
bella come una Madonna”, le dice in una sequenza a rischio censura ambientata
in chiesa), il fratello si dà alla dolce vita, ma dalla ragazzina pretendono
verginità e impegno. A nessuno interessano vita scolastica e problemi, ma sono pronti a punire gli errori, spedendola in campagna dalla zia. Anna ha un fidanzato (Dei) che la cerca ancora dopo che il padre l’ha portata a Roma dalla natia Sicilia, per impedire che finisse a letto con lui.
La parte migliore del
film è ambientata in Ciociaria, quando la commedia sexy diventa un erotico -
campagnolo, sottogenere di cui Siciliano è un esperto. Tra l’altro in questa
parte entra in scena un ottimo Enzo Andronico nei panni dello zio sporcaccione
che tocca il sedere alle serve e tenta di scoparsi la nipotina. La popolare
spalla di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia impersona un assurdo personaggio
sessuomane, sempre in tiro e a caccia
di carne fresca, impensabile per i
tempi che stiamo vivendo, ossessionati dalla pedofilia. Nel 1975, invece, un
simile personaggio - estremo e surreale - veniva considerato comico. Franca
Gonella, invece, è la lolita nobokoviana,
stile Gloria Guida, bionda con gli occhi chiari, che fa innamorare coetanei e
uomini maturi, provoca maliziosamente e conduce le danze, concedendosi solo
quando decide di farlo. Da ricordare un ballo campestre, scatenata e seducente,
da film di Kubrick, ma anche alcune perversioni con lo zio e insieme ai
compagni.
Non manca il voyeurismo che mette alla berlina la curiosità degli spettatori ed è incarnato da un Enzo Andronico interessato alle effusioni erotiche tra la ragazzina e il fidanzato. La terza parte del film si svolge in una finta Calabria ed è ancora sottogenere erotico - campagnolo con la stupenda Femi Benussi nei panni (per lei) consueti di cameriera sporcacciona che si concede al pubblico interpretando sequenze bollenti ai limiti dell’hard. Franca Gonella in fuga perde la verginità con il primo che capita e finisce tra le braccia di un uomo maturo (Ardisson) mentre Gianni Dei se la fa con la Benussi.
Il finale è quasi da love story, con tanto di filippica contro l’ipocrisia dei vizi
privati e delle pubbliche virtù, per sottolineare la commistione di generi
messa in campo dal regista. Siciliano gira con stile da cinema hard, al punto
che molte sequenze sembrano uscite da un porno tagliato e spesso viene il
dubbio che esista una versione addizionata con inserti a luci rosse. Un film
esplicito, giudicato erotico, stroncato da tutta la critica alta, ma che va storicizzato ai tempi in
cui il sesso era una visione proibita, riservata alle anguste sale di un cinema
di terza visione. Il film è uscito in Germania
con il titolo Eine Jungfrau in blue jeans. Una
vergine in famiglia costa una denuncia per atti osceni a Franca Gonella, conclusa con una sentenza a quattro
mesi di reclusione (con la condizionale), nonostante il suo ruolo fosse più casto rispetto alle altre attrici. Purtroppo
la bionda interprete incappò in identica condanna l’anno successivo, partecipando
a La bolognese di Alfredo Rizzo. Una leggenda metropolitana dà per morta
Franca Gonella, ma sono tutte balle; tra l’altro partecipa ancora a qualche produzione
ed è laureata in storia del cinema.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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