venerdì 26 settembre 2014

Scandalo (1976)

di Salvatore Samperi


Regia: Salvatore Samperi. Interpreti: Lisa Gastoni (Eliane Michoud), Franco Nero (Armand), Raymond Pellegrin (professor Michoud), Andrea Ferreol (Juliette), Claudia Marsani (Justine), Antonio Altoviti, Carla Calò, Franco Patano. Soggetto: Salvatore Samperi. Sceneggiatura. Ottavio Jemma, Salvatore Samperi. Montaggio: Sergio Montanari. Fotografia: Vittorio Storaro (Technicolor). Musiche. Riz Ortolani (Composte e Dirette). Edizioni Musicali: Ameuropa International. Aiuto Regista. Piernico Solinas. Operatore alla Macchina: Enrico Umetelli. Fotografo di Scena: Angelo Samperi. Trucco: Franco Schioppa. Direttore di Produzione: Marcello Crescenzi. Costumi: Gitt Magrini. Scenografia. Ezio Altieri. Produttore: Silvio Clementelli. Produzione: Clesi Cinematografica. Ricostruzione Esterni ed Interni: Teatri di Posa De Paolis (Roma). Capo Costruzioni: Pietro Galli.


Salvatore Samperi scrive e dirige uno dei suoi film più morbosi e intriganti, permeato di un erotismo malsano, scandagliando l’animo umano per mettere in luce elementi di sadismo e masochismo presenti nel rapporto uomo - donna.


Scandalo è ambientato nel 1940, in un’immaginaria cittadina francese - ricostruita fellinianamente nei teatri di posa De Paolis - alla vigilia dell’invasione tedesca, dove Armand (Nero), un imboscato che lavora come garzone di farmacia, intesse una relazione pericolosa con Eliane (Gastoni), la padrona del negozio. Armand manda avanti un rapporto fedifrago con Juliette (Ferreol), la cassiera della farmacia, che tradisce il marito, ma non è soddisfatto, vuole levarsi lo sfizio di andare a letto con la padrona, che in un primo tempo lo rifiuta ma subito dopo gli si concede e diventa la sua schiava. Il rapporto tra Armand ed Eliane si trasforma passo dopo passo in una relazione dominante - dominato, dove la donna è un’inerme succube disposta ad accettare qualunque umiliazione. Il marito (Pellegrin) è un intellettuale, un appassionato collezionista, freddo, distante, fondamentalmente vigliacco, perché quando viene a sapere della relazione tra moglie e garzone piange in silenzio ma accetta il fatto e non interferisce.


Alla fine Armand chiede la prova più grande alla sua schiava d’amore: la figlia adolescente Justine, interpretata da Claudia Marsani, fresca debuttante in Gruppo di famiglia in un interno (1974) di Luchino Visconti.  Irrompe la gelosia isterica nel rapporto con la madre resa folle dal fatto che il suo uomo possa far l’amore con la figlia, ma alla fine sarà proprio lei a spingerla tra le sue braccia, mentre il marito si chiude nello studio e come sempre finge di non sapere. Assistiamo a uno sdoppiamento della personalità: da una parte la madre che non vorrebbe consegnare la figlia all’uomo che ama, dall’altra la succube che non può fare a meno di ubbidire al dominatore. Il finale è emblematico. Armand fa l’amore con Justine (con grande dolcezza) durante i bombardamenti e il coprifuoco, mentre moglie e marito si tengono ipocritamente per mano nel grande letto matrimoniale. I valori borghesi sono stati fatti a pezzi, primo tra tutti il matrimonio, ma quel che conta è salvare le apparenze.


Scandalo è un film erotico d’impostazione melodrammatica, fotografato con tonalità ocra che conferiscono un sapore antico dal bravo Vittorio Storaro, impreziosito dalle musiche suadenti composte e dirette dal grande Riz Ortolani. Tornano vecchi temi cari al regista: il sadomasochismo alla Grazie zia, l’amore tra una donna matura e un giovane, il rapporto con un’adolescente. Scandalo resta un’opera irrisolta, ambientata in una Francia di fantasia, interpretata a dovere da Franco Nero e Lisa Gastoni, intensi protagonisti di un dramma erotico. 


Figure marginali la lieve e sorridente Ferreol, ma soprattutto il fumettistico professore interpretato da Pellegrin e l’acerba adolescente impersonata dalla giovanissima Marsani, una meteora che dopo una copertina su Playboy e pochi lavori nel periodo 1974 - 1976 abbandonerà il cinema. Samperi continua nel lavoro di demolizione dei valori borghesi, girando un nuovo atto di accusa nei confronti della famiglia come istituzione, caratterizzato da uno stile sensualmente morboso. 


Stupenda Lisa Gastoni in numerose sequenze erotiche, immortalata mentre passeggia nuda per strada, umiliata da un amore impossibile e distruttivo. Franco Nero è fantastico nei panni del dominatore, un individuo rozzo, spietato, consapevole del suo fascino, che umilia la donna spingendola ad atti erotici esibizionisti e degradanti, mettendola in ridicolo davanti alla sua amante, incitandola a compiere striptease ed esibizioni sempre più audaci. Samperi è molto bravo a spingere sull’acceleratore dell’erotismo, alcune sequenze sono da maestro del genere: la donna telefona e l’uomo le accarezza il seno, la masturbazione sotto il bancone, la fellatio obbligata, l’ossigeno soffiato sotto la gonna in presenza della figlia, le torture sessuali di varia natura, la passeggiata per strada nuda come se fosse una puttana, i vestiti lacerati con una lama sottile… 


Il matrimonio diventa una gabbia - sembra voler dire Samperi - dalla quale si desidera uscire per assaporare una ventata di libertà, al punto di accettare una schiavitù peggiore, se a proporla è un nuovo e affascinante oggetto del desiderio. Straordinaria l’ultima sequenza senza personaggi, un soggettiva inquietante che dal letto matrimoniale conduce in strada dove infuriano i bombardamenti, passando per la camera dove la figlia sta consumando il rapporto che la renderà donna.

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