mercoledì 21 maggio 2014

La bella di Lodi (1963)

di Mario Missiroli


Regia: Mario Missiroli. Produttore: Alfredo Bini. Soggetto: Alberto Arbasino. Sceneggiatura: Alberto Arbasino, Mario Missiroli. Fotografia: Tonino Delli Colli. Montaggio: Nino Baragli. Musiche: Piero Umiliani. Costumi e Scenografia: Danilo Donati. Organizzazione Generale: Manolo Bolognini. Operatore alla Macchina: Giuseppe Ruzzolini. Distribuzione: Cineriz. Durata: 85’. Interni: Incir - De Paolis. Esterni: Viareggio. Canzoni: I tuoi capricci, La terza luna, Il re dei pagliacci (Migliacci - Luis Enriquez Bacalov, canta Neil Sedaka), Legata a un granello di sabbia (Fidenco - Marchetti, canta Nico Fidenco), Amore Twist (Bovenzi, canta Rita Pavone). Interpreti: Stefania Sandrelli, Angel Aranda, Elena Borgo, Maria Monti, Giualiana Pogliani, Cesare Di Montignano, Gianni Clerici, Renato Montalbano, Mario Missiroli.


Mario Missiroli (Bergamo, 1934) è scomparso nel maggio del 2014. Assistente di Strehler in teatro e di Zurlini al cinema, gira un solo film - La bella di Lodi - per poi dedicarsi alla regia teatrale, sua vera vocazione. Molte le opere di successo: Eva Peron di Copi, L’ispettore generale (Il revisore) di Gogol, La locandiera di Goldoni, Il tartufo di Molière, Zio Vanja di Čechov, Verso Damasco di Strindberg, I giganti della montagna e Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, La mandragola di Machiavelli. Dirige attori come Adriana Asti, Anna Maria Guarnieri, Ugo Tognazzi, Arnoldo Foà, Gastone Moschin, Monica Guerritore, Glauco Mauri, Anna Proclemer, Giuseppe Cederna, Valeria Moriconi, Umberto Orsini, Laura Betti. Direttore del Teatro Stabile di Torino (1977 - 1985). Prima di debuttare in proprio nel cinema è aiuto regista per Valerio Zurlini in Estate violenta (1959) e Cronaca familiare (1962), dove è anche sceneggiatore.


La bella di Lodi vede interprete principale una giovanissima Stefania Sandrelli (doppiata in milanese da Adriana Asti) nei panni di una ricca borghese a caccia di avventure, annoiata della vita, ma di grande senso pratico, che durante un’estate in Versilia s’invaghisce d’un giovanotto povero ma bello (Angel Aranda). Il ragazzo la deruba di alcuni gioielli e quando va a trovarla a Lodi lei lo fa arrestare, ma dopo si pente, lo cerca, fugge con lui - dando vita a un appassionato road movie notturno - e dopo un rapporto tormentato e litigioso finisce per sposarlo.


Un film girato in un intenso bianco e nero, fotografato con sapienza da Tonino Delli Colli, sceneggiato dallo stesso Arbasino (autore del romanzo omonimo pubblicato in prima edizione su Il Mondo nel 1960) con la collaborazione di Missiroli, suono in presa diretta con rumori di fondo e musiche originali di Piero Umiliani che mixa motivetti alla moda a tempo di twist e yè-yè. Non mancano le canzoni romantiche con citazioni da Gino Paoli, Nico Fidenco, Johnny Dorelli e Rita Pavone. Arbasino e Missiroli raccontano in modo non convenzionale l’Italia del boom economico, descrivendo la diversità dei mondi alto borghese e proletario ricorrendo a due personaggi simbolo: la donna emancipata e il ragazzo strafottente. 


Lo spettatore di oggi apprezza l’opera molto di più di quanto non risultò gradita allo sconcertato pubblico del 1963, che decretò il totale insuccesso del film. Troppo sperimentale per i tempi e molto diverso dal neorealismo rosa e dalla commedia balneare che la storia poteva sottintendere. Un film anche abbastanza erotico, condito di sequenze piccanti con la Sandrelli seminuda in camera d’albergo e in bikini sulla spiaggia. Arbasino e Missiroli stigmatizzano l’amore per il denaro e il senso degli affari dei lombardi, al tempo stesso mettono l’accento sulla struttura agricola che sta lasciando il posto a un’Italia industriale. L’Agip sembra lo sponsor principale del film con numerose inquadrature dei grandi distributori costruiti fuori dai centri abitati, ma si vedono anche i marchi Pirelli e Michelin, come le auto di gran moda tipo la MG e l’Alfa Romeo Giulietta Spider. 


Stefania Sandrelli è una splendida ragazza emancipata, una ricca borghese che fuma, guida la spider, domina il suo uomo e lo tratta come un sottoposto. Bravo anche lo spagnolo Aranda, molto più ordinario nel ruolo da bello e maledetto, da macho che non accetta la donna padrona ma che finisce per diventare il mantenuto della ricca borghese. Fotografia notturna, musica suadente, montaggio dai tempi dilatati, sottofondo agrodolce e tono malinconico per un film che va oltre la commedia per comporre uno spaccato credibile figlio del neorealismo. Da recuperare, nonostante la critica negativa - soprattutto contemporanea - che parla di film irrisolto, di storia stiracchiata e di una commedia che non diverte. La bella di Lodi è soprattutto un film originale e sperimentale, ricco di insoliti movimenti di macchina e di improvvisi cambiamenti di scena.


Nessun commento:

Posta un commento