Vip è un film per la televisione girato da Carlo
Vanzina, scritto e sceneggiato con la collaborazione del fratello Enrico, che è
andato in onda domenica 12 ottobre 2008, in prima serata su Canale 5, interpretato
da un buon cast per raccontare le follie
delle star e i sogni impossibili delle classi medie. Protagonisti della fiction sono un’infermiera sexy come
Martina Colombari, un coatto romano (Enrico Brignano), l’oste di una trattoria
prossima alla chiusura (Maurizio Mattioli), un giovane giornalista di gossip
(Matteo Branciamore) e il portiere di un grande albergo (Carlo Buccirosso).
Il
motivo che riunisce i protagonisti è l’invito all’evento mondano dell’anno,
un’occasione unica per respirare la vita dorata dei vip e per scoprire, una volta
di più, che in quel mondo patinato non c’è nulla da invidiare. Tra gli altri
protagonisti citiamo due bellezze del calibro di Maria Grazia Cucinotta e Alena
Seredova, ma anche Hana Komestikova, Monica Scattini e Paolo Triestino. Molte
storie si intrecciano secondo uno schema ormai collaudato dalla premiata ditta
Vanzina che sforna buoni prodotti di intrattenimento: l’attrice Julia Logan
(Hana Komestikova) racconta i problemi di cuore al giornalista di cronaca rosa
Daniele Finzi (Matteo Branciamore); Il titolare di un ristorante in crisi
(Maurizio Mattioli), è innamorato della nobile Nancy Scalera di Mondragone
(Maria Grazia Cucinotta); Max, coatto proprietario di una jeanseria (Enrico
Brignano) si finge un sovrano arabo per catturare l’interesse di Sabrina
(Martina Colombari), assistente di un chirurgo plastico, che si spaccia per
stilista; un portiere (Carlo Buccirosso) di un hotel importante è costretto ad
accompagnare Alexandra (Alena Seredova), amante dell’ingegnere Sansoni (Paolo
Triestino), alla festa e finisce per trescare con lei.
La fiction è
girata con cura, ma si nota dai tempi del montaggio che si tratta di un
prodotto televisivo. Una tematica interessante viene trattata con il consueto
stile superficiale dai Vanzina che sembrano in difficoltà quando devono
affrontare una problematica in cui è necessario schierarsi. L’inaugurazione del ristorante alla moda L’impero del sushi pare ricalcare
l’apertura del Piper degli anni Sessanta, tanta è l’importanza che le cronache
rosa conferiscono all’evento. Tutti i vip vogliono essere presenti e chi non è
vip vuole esserci lo stesso per vedere da vicino il bel mondo. I tempi
cambiano, sembrano dire i Vanzina, si va matti per una cosa ignobile come il
sushi e si disdegnano le trattorie che servono romanissime fettuccine. La
pellicola presenta i toni della telenovela
sul mondo dei vip, perché i pochi elementi critici sono stemperati dalla
melassa televisiva.
La galleria di personaggi è riuscita, anche se non tutte le
storie sono legate tra loro e la pellicola ricorda i vecchi film a episodi. Tra
le storie migliori citerei quella del fettuccinaro
in crisi interpretato da un grande Maurizio Mattioli, ma anche Enrico Brignano
innamorato di Martina Colombari non è male. La sceneggiatura è piuttosto debole
e i racconti risentono della collocazione televisiva, anche se attori come
Carlo Buccirosso sono bravi in ogni situazione. Da dimenticare l’episodio che
presenta Matteo Branciamore giornalista alle prime armi innamorato di Julia
Logan (Hana Komestikova), sia per la poca credibilità che per la recitazione ai
minimi storici. Tra le attrici migliori citiamo Maria Grazia Cucinotta e
Martina Colombari, calate con grande professionalità nelle rispettive
interpretazioni.
Alena Seredova è stupenda, recita con la sua voce, ma non ha
il carisma della vera attrice, mentre Monica Scattini è brava nei panni di una
donna in carriera tradita da un marito trascurato. I fratelli Vanzina hanno
confessato a Repubblica che una fiction odierna per avere successo non
deve piacere a tutti: “Hai successo se riesci a fotografare una generazione in
un momento di cambiamento. Deve esserci qualcosa che evolve: gli anni Sessanta
hanno segnato un momento importante, come gli anni Ottanta, mentre i Settanta
sono i più duri. E con la fiction non
devi colpire tutta la società, ma un settore. Se una parte si riconosce - penso
ai trentenni di Friends - hai
raggiunto l’obiettivo. Essere generalisti non paga”. Forse hanno ragione loro…
www.infol.it/lupi
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