Regia: Adriano Celentano. Soggetto e Sceneggiatura: Adriano
Celentano. Dialoghi: Adriano Celentano. Montaggio: Adriano Celentano.
Operatori: Sandro Tamborra, Sandro Grossi. Costumi: Elena Mannini. Scenografia:
Enrico Tovaglieri. Musica. Adriano Celentano, Anthony Rutheford Mimms.
Fotografia: Alfio Contini. Direttore di Produzione: Angelo Zerella.
Organizzatore Generale: Eros Lanfranconi. Produzione: Clan Celentano. Durata:
118’. Genere: Commedia musicale. Interpreti: Adriano Celentano, Claudia Mori, Iris
De Santis, Jennifer (Chantal Benoist), Pietro Brambilla, Raf Di Sipio, Memo
Dittongo, Marco Columbro, Lory Del Santo, Gino Santercole, Miki
Del Prete, Rodolfo Magnaghi, Rodolfo Magnaghi, Anthony Rutheford Mimms, Dante
Sarzo, Luciano Bonanni, Diego Baudini,
Ugo Frisoli, Ernesto Giunti, Anna Maria Gallina, Giorgio Faletti, Danilo
Baudini, Sergio Castellini, Fabio Confente, Massimo Fusar Poli, Daniela
Piperno, Luana Barbieri, Jon Lei, Marina Arcangeli, Leona Laviscaunt Mayfair,
Marie Sylvania Wilson, Daniele Demma, Gianni Dell’Aglio, Silvia Annichiarico,
Alberto Carisch, Domenico Seren Gay.
Geppo il folle è il film più personale di Celentano, ancor più
di Yuppi Du - unico
esempio di musical italiano - perché
il molleggiato è onnipresente, dalla
scrittura al montaggio, passando per dialoghi, regia e colonna sonora. Un
prodotto indefinibile, se non con il generico e abusato Celentano - movie, che comprende
i successivi lavori di Castellano & Pipolo, le commedie con Ornella
Muti, Renato Pozzetto e altre celebrità degli anni Ottanta. Geppo il folle è un musicarello atipico, una commedia musicale che
racconta le gesta di un cantante di successo, idolo delle folle, numero uno in
Europa, nel momento più alto della sua carriera, mentre sta progettando un
viaggio negli Stati Uniti per conoscere Barbra Streisand. Prima di
partire, Geppo decide di prendere lezioni di inglese dalla bella
professoressa Claudia Mori, ma finisce per innamorarsi, mentre infrange
diversi cuori tra le studentesse iscritte al corso. La fan più sfegatata,
Marcella (Jennifer), sviene nei luoghi più impensati, tiene un diario del
cantante e finisce per farsi suora quando comprende che non può
averlo.
Lory Del Santo, invece, provoca Geppo mostrando cosce ben tornite
che fuoriescono da spacchi vertiginosi durante le lezioni. Non
mancano tre cattivi da fumetto che odiano il cantante e la sua musica, cercano
di eliminare Geppo e di violentare Marcella, ma sono così assurdi da non
spaventare nessuno. Celentano utilizza il terzetto per sfoggiare battute
surreali (“La mia ultima canzone l’ha scritta Celentano”; risposta: “Non
lo conosciamo”; “Meno male che non è presente. Se c’era, s’incazzava”),
ma anche per impostare alcuni sermoni sull’amore e sulla pace nel mondo,
da sempre alla base della sua filosofia.
Geppo
il folle anticipa i film sui gruppi musicali che oggi vanno di
gran moda, si fonda sull’ego smisurato di Celentano - popolare ma non
come Geppo -che il cantante stempera con un pizzico di ironia. Molta musica:
Dai Geppo dicci dove si va!, Sei proprio tu...,
Non darti troppo trucco..., tante coreografie da musical - interessanti un paio sulla neve e il
tango con Claudia Mori -, folli incursioni di Marco Columbro versione
disk-jockey, sequenze sexy con una stupenda Claudia Mori in vesti succinte.
Trovate surreali spesso eccessive (l’autista che si licenzia perché non
sopporta il successo del padrone), filippiche anticomuniste (“In Russia
non c’è niente e la miseria abbassa la temperatura”), discorsi non violenti,
amore dichiarato per Barbra Streisand, le folle in delirio che vanno
ai concerti. L’egocentrismo di Celentano trionfa su tutto, un
film autocelebrativo dove si definisce - per interposta persona - il
numero uno, il più forte, senza dimenticare le prediche da santone con frasi
tipo: “Non è con la violenza che si mettono a posto le cose nel mondo”, “La
morte genera solo morte”, “Chi usa le armi uccide se stesso”.
Da antologia
la sequenza che vede Claudia Mori spogliarsi lentamente e restare in babydoll, ma mentre lei sprizza sensualità da
tutti i pori Celentano incita i giovani a fare una rivoluzione non violenta,
senza partiti, ma seguendo l’amore che sconfigge tutti i nemici. Una sexy
Claudia Mori, occhi chiari, capelli neri, sguardo malizioso e un lungo bacio
appassionato con Celentano nello chalet montano. Alcuni attori
interpretano la parte di loro stessi: Alberto Carisch, Domenico Seren Gay
cercano di convincere Geppo a cantare una canzone delle edizioni musicali
Carisch, con il testo scritto da Seren Gay. Gianni Dell’Aglio e Silvia
Annichiarico sono altri due interpreti che recitano loro stessi. Tra i banchi
della scuola d’inglese dove insegna Claudia Mori s’intravede un ancora poco
noto Giorgio Faletti.
La fan Marcella dallo svenimento facile è Jennifer, nome
d’arte della bella cantante e attrice francese Chantal Benoist (1954),
fotomodella e icona sexy conosciuta in Italia per alcuni dischi di successo e
per aver interpretato Figlio delle stelle
(1978) di Carlo Vanzina. Geppo il folle, proprio come Yuppi
Du, non è uscito nel circuito Home Video, per
volere dello stesso Celentano. Nel 2014 il canale tematico SKY Hit ha diffuso
la pellicola per festeggiare il settantaseiesimo compleanno di Celentano; non è
stata messa in onda l’edizione originale ma quella tagliata di circa venti
minuti e parzialmente rimontata negli anni Novanta (già passata da Canale 5).
Geppo il folle è un contenitore di silenzi, frasi assurde ma in fondo
vere, filosofia spicciola, sentenze, considerazioni apodittiche sulla vita che acquistano
senso solo se pronunciate con il carisma del molleggiato. Celentano convince persino i fan a pagare un biglietto
per fare da comparse e assistere al finto concerto - nello stadio di
Novara - del loro beniamino, brandendo striscioni che inneggiano
a Geppo. Un’altra parte lo vede in concerto, ma in quel caso è una
vera esibizione a Ome (BS), il cui incasso - proprio come nel soggetto
del film! - fu destinato ai lavori di recupero del Santuario della Madonna dell’Avello.
Certo, il Celentano regista non è Bergman, usa lo
zoom a sproposito (negli anni Settanta lo facevano in molti), abbonda in
dissolvenze e ralenti, per non parlare di una macchina da
presa innamorata di un se stesso onnipresente. Resta un Celentano in
gran forma che si fa perdonare un eccesso di arroganza scrivendo un film
strampalato e originale, cinema d’autore ricco di coreografie, parti
canore e gag visive d’impronta surrealista.
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