CIERRESSE – CENTRO RECUPERO SUPEREROI
Di Claudia Marinelli
Regia: Luca Murri
Produzione: Roberto Dominiyanni
Sceneggiatura: Antonio Mercanti, Raffaella Cutolo, Maria Amabile Milioto, Luca Murri
Soggetto: Oldstyle Group
Distribuzione internazionale: Paolo Ballarini, Patrizio Partino
Fotografia: Alfonso Cipolla
Montaggio: Paolo Ballarini (A.M.C.), Patrizio Partino (A.M.C.)
Mixage: Paolo Ballarini
Anno di produzione: 2011
Operatore di macchina: Alessandro Fabio Cifariello
Interpreti: Pietro Manigrasso, Lorenzo Marte Menicucci, Laura Sellari
Durata: 8 minuti
Premi: Premio del Pubblico - 48 Hour Film Project 2011 di Roma
Premio del Pubblico - CinEuphoria Prémios 2012 (Portogallo)
Premio del Pubblico - Migliori Attori CinEuphoria Prémios 2012 (Portogallo)
Nomination: Best Short Film - CinEuphoria Prémios 2012 (Portogallo)
Best Screenplay - CinEuphoria Prémios 2012 (Portogallo)
Miglior Cortometraggio - David di Donatello 2012
Si può raccontare una storia delicata, seria e al tempo stesso impegnativa in soli otto minuti? Sembrerebbe un’impresa impossibile, eppure quattro giovanissimi sceneggiatori, uno dei quali, Luca Murri, anche regista, insieme a tutta la troupe di “Oldstyle Group Produzioni Cinematografiche”, sono riusciti a “confezionare” in sole 48 ore, questo piccolo, prezioso cortometraggio, combinando così bene gesti, parole e immagini, da comunicare con dolcezza agli spettatori le difficoltà, le incertezze, le battaglie quotidiane, ma anche la voglia di “vivere nella normalità” delle persone mentalmente disabili.
Si può raccontare una storia delicata, seria e al tempo stesso impegnativa in soli otto minuti? Sembrerebbe un’impresa impossibile, eppure quattro giovanissimi sceneggiatori, uno dei quali, Luca Murri, anche regista, insieme a tutta la troupe di “Oldstyle Group Produzioni Cinematografiche”, sono riusciti a “confezionare” in sole 48 ore, questo piccolo, prezioso cortometraggio, combinando così bene gesti, parole e immagini, da comunicare con dolcezza agli spettatori le difficoltà, le incertezze, le battaglie quotidiane, ma anche la voglia di “vivere nella normalità” delle persone mentalmente disabili.
Siamo in una città italiana. Il protagonista, un ragazzo con zaino in spalla, arriva davanti alla porta di una casa e legge la targa scritta a mano attaccata con lo scotch di lato alla porta: “C.R.S. Centro Recupero Supereroi” Il ragazzo entra e viene accolto da Nicola, il cuoco, con un ampio grembiule da cucina che pare riconoscerlo. Mentre Nicola cucina entra Rainbow Woman, che aggancia il nuovo arrivato con frasi sconclusionate e poi esce di scena. Il cuoco mette al corrente il ragazzo dei problemi degli abitanti della casa: Rainbow Woman è andata fuori di testa perché lasciata da Capitan Europa, Mr. Elastik non si allunga più, il pittore non si arrabbia più perché dipinge, Calamita Man si è smagnetizzato e Babbo Natale dà da mangiare alle galline. Il cuoco ha scambiato il protagonista per un altro super eroe, ma invece lui è un medico che è venuto a controllare i pazienti e constata che Nicola, nonostante l’aumentato dosaggio delle medicine, non è migliorato. Il protagonista esce dalla casa senza parlare ma, prima di allontanarsi strappa il foglio di carta vicino alla porta d’ingresso attaccato con lo scotch con la scritta “C.R.S.” rivelando la targa originale sulla porta: “Centro d’Igiene Mentale”.
Il film è stato prodotto nell’ambito del “48 Hour Film Project”, un’iniziativa nata per dare spazio e visibilità ai registi emergenti. I partecipanti devevano produrre un corto di pochi minuti in 48 ore con un tema specifico assegnato. Il tema del 2011 era: “I super eroi”.
“Volevamo fare qualcosa di non scontato, non banale,” dice Luca Murri, il regista, quando gli si chiede di spiegare la scelta di parlare della disabilità mentale. E originale è stato il modo di trattare il tema, associando i super – eroi ai disabili mentali, tanto che il film ha vinto il premio del pubblico.
I componenti della casa sono inquadrati da occhi garbati e vigili, partecipi delle difficoltà di vivere una vita al margine, senza cadere nel melodramma o nella pietà. In pochi minuti eccoci trasportati nell’universo di chi è considerato “non normale”. Osserviamo i componenti della casa che cercano di essere eccezionali e unici, e sorridiamo, diventando spettatori compassionevoli di una realtà che non accetta la propria realtà. Usciamo infine con il protagonista, come lui siamo disincantati, abbiamo un po’ l’amaro in bocca perché non abbiamo risposte o soluzioni. Forse anche noi, ad un certo punto della nostra vita abbiamo desiderato essere “diversi”, più bravi, più grandi, più buoni, più giusti, super insomma, e questi personaggi ci hanno ricordato che siamo forse dei fortunati. Quando appaiono i titoli di coda, ci rendiamo conto che, in pochi minuti, con una dolcezza tinta di ironia e forse di melanconia, gli sceneggiatori sono riusciti a proporci una squarcio di mondo che spesso dimentichiamo, e al non sempre chiaro confine tra “normalità” e follia.
Interessanti e ben scelti i brani musicali che accompagnano le immagini, curata la scenografia, che permette allo spettatore di riconoscere subito una casa dove vive una comunità “diversa”.
Interessanti e ben scelti i brani musicali che accompagnano le immagini, curata la scenografia, che permette allo spettatore di riconoscere subito una casa dove vive una comunità “diversa”.
Il messaggio di fondo e lo sguardo amorevole del regista, fanno di questo corto il “fiore all’occhiello” della casa di produzione, e ci fanno dimenticare i limiti tecnici che sicuramente la troupe ha incontrato, visto il tempo ristretto che aveva a disposizione.
La “Old Style Group Produzioni Cinematografiche” è composta da ragazzi giovani che si sono conosciuti frequentando L’Istituto per la Cinematografia e Televisione “Roberto Rossellini” Roma, sono entusiasti e vulcanici in quanto a nuove idee. In questo momento stanno lavorando alla trasposizione teatrale del corto, che speriamo poter vedere presto nelle sale dei teatri di Roma, e hanno in cantiere altri progetti. Ci auguriamo dunque che la casa di produzione e il regista, in un futuro prossimo, riescano a produrre altri audiovisivi di diversi tipi, ed infine dei veri e propri lungometraggi, conservando sempre quello sguardo delicato ed elegante, che è la caratteristica più bella di “Cierresse”, e diventando un punto di riferimento nel nuovo cinema italiano.
Claudia Marinelli
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