domenica 25 marzo 2012

Autostop rosso sangue (1977)

di Pasquale Festa Campanile

Locandina ispanica

Regia: Pasquale Festa Campanile. Soggetto e trattamento di Aldo Crudo dal romanzo The violence and the fury di Robert Kane. Sceneggiatura: Ottavio Jemma, Aldo Crudo, Pasquale Festa Campanile. Produttore esecutivo: Diego Alchimede. Scenografia: Giantito Burchiellaro. Montaggio: Antonio Siciliano. Fotografia: Franco Di Giacomo, Giuseppe Ruzzolini. Musica: Ennio Morricone. Aiuto Regista: Neri Parenti. Produzione: Medusa. Interpreti: Franco Nero, Corinne Clery, David Hess, John Loffredo, Carlo Puri, Monica Zanchi, Pedro Sanchez, Leon Lenor, Benito Pacifico, Angelo Ragusa, Luigi Birri, Robert Sommer, Ann Fergusen, Fausto Di Bella. Titolo inglese: Hitch - Hike. Girato tra Stati Uniti (esterni) e Roma (interni).

Locandina inglese

Autostop rosso sangue (1977) è un insolito film drammatico che interrompe la produzione comico - erotica di Pasquale Festa Campanile. Il film è classificabile solo in parte come un rape & revenge, le così dette pellicole di stupro e vendetta particolarmente crude che si limitano a rappresentare la violenza. Basti pensare a L’ultima casa a sinistra (1972) di Wes Craven che teorizza il genere e ritaglia un ruolo per David Hess che lo accompagnerà a lungo. Hess è protagonista anche di questa pellicola dove interpreta un rapinatore psicopatico che dopo aver accettato un passaggio prende in ostaggio un giornalista (Nero) e sua moglie (Cléry). Molto sesso, scene di stupro e di sadismo esibite a piene mani, rapporti sessuali con lo psicopatico, in parte consenzienti per criticare l’istituzione borghese del matrimonio.

Corinne Clery e David Hess

Autostop rosso sangue avrebbe la pretesa di costruire un apologo sul matrimonio, ma è soprattutto un thriller duro e spietato, on the road, girato in stupendi esterni che ci conducono nelle zone di confine tra Stati Uniti e Messico. La sceneggiatura è di Ottavio Jemma, Aldo Crudo e del regista, che adattano per il cinema il romanzo La violenza e il furore di Robert Kane. I personaggi sono tutti negativi, a cominciare dalla coppia di sposi che non convivono per amore, ma solo per un legame di interesse. “Loro fanno l’amore, noi scopiamo”, dice Corinne Clery mentre osserva due giovani fidanzati. La moglie invidia la dolcezza nel rapporto degli altri, quella dolcezza che con il marito è andata perduta, o forse non c’è mai stata.

Corinne Clery, la sua bellezza spregiudicata vale il film

Vediamo il marito ubriaco, prendere di mira la moglie con il fucile e poi uccidere un cervo, subito dopo una scena d’amore selvaggio fa capire il loro rapporto malsano erotico. La perversione raggiunge livelli alti e le sequenze erotiche sono da divieto ai minori di anni diciotto quando David Hess si unisce alla coppia e comincia a insidiare la moglie. Molte sequenze di sesso e violenza sono degne del miglior Quentin Tarantino che conosce sicuramente questa pellicola. Il tono è da film nero, a tratti pulp, con cervelli che esplodono dopo colpi di pistola, schizzi di sangue, omicidi efferati, auto che finiscono negli strapiombi e crudeltà esibita senza risparmio.

Corinne Clery e Franco Nero in una scena di sesso

Ben girate le scene di azione lungo strade sterrate di montagna, ricche di inseguimenti mozzafiato. Molti i nudi integrali di Corinne Clery, esibita dal marito, posseduta dal rapinatore, picchiata, immortalata in pose provocanti. Il finale è sconvolgente e per niente consolatorio. Marito e moglie si liberano del rapinatore, fuggono con il malloppo, ma entrano in scena dei giovani motociclisti, personaggi negativi pure loro, che provocano un incidente e fanno cappottare l’auto con i fuggitivi. Il marito si salva, ancora una volta si dimostra avido e senza cuore, perché lascia la moglie morire nell’auto in fiamme e scappa con i soldi. La pellicola finisce con Franco Nero che chiede l’autostop e completa la sua fuga.

Locandina italiana

L’affascinante parigina Corinne Clery (il vero nome è Piccolo) proviene dal successo scandalo di Histoire d’O (1975) e da alcune pellicole comiche come Sturmtruppen (1976) di Salvatore Samperi e Tre tigri contro tre tigri (1977) di Sergio Corbucci. Perfetta per il ruolo, sprizza erotismo perverso, sensualità e passione, mentre si lascia accarezzare e fa l’amore con David Hess sotto gli occhi del marito. Il suo è un personaggio complesso, fondamentalmente negativo, perché  convive da nove anni con un marito che non ama, fa l’amore con piacere con il rapinatore, infine lo uccide per vendetta e accetta la complicità del coniuge per scappare con i soldi. Franco Nero è molto bravo nel prestare il volto a un personaggio di borghese fallito, piccolo arrivista, geloso della moglie come un semplice oggetto, che non esita ad approfittare degli eventi per scappare con il malloppo. Franco Nero è attore completo, capace di passare da ruoli drammatici e avventurosi al cinema western, senza soluzione di continuità.

Locandina asiatica

David Hess è il perfetto maniaco, l’attore feticcio per un ruolo simile, la sua carriera è segnata da film come L’ultima casa a sinistra (1972) di Wes Craven, al punto che - dopo Autostop rosso sangue - lo vedremo in un nuovo ruolo in un puro rape & revenge ne La casa sperduta nel parco (1980) di Ruggero Deodato. Monica Zanchi - futura starlet del cinema erotico -  compare nella prima parte della pellicola per poche sequenze, nel ruolo della fidanzata che amoreggia con il compagno. La colonna sonora è di Ennio Morricone, ricca di elementi country e di musica folk nordamericana, a tratti suggestiva, intensa, soprattutto ben amalgamata con la pellicola. I Gladrags eseguono le canzoni Sunshine e Notturno per tre. Il titolo inglese del film è Hitch - Hike. La pellicola esce tagliata in Giappone e Olanda, dove manca la lunga scena realistica del rapporto sessuale tra David Hess e Corinne Clery.

La bellezza di Corinne Clery

Il film piace molto a Marco Giusti che su Stracult scrive: “Mio personale straculto. La scena dello stupro (ma non è uno stupro, nda), violentissima e realistica, vale il film. Un film assolutamente anomalo per Pasquale Festa Campanile, crudo, violento, sadico, amorale, dominato dalla presenza di un notevole cattivo, ma anche dalle grazie della Clery che si lascia toccare dappertutto dal violentatore”. Meno entusiasta il giudizio di Mereghetti che concede due stelle: “Come apologo sul matrimonio il film non regge cotante ambizioni. Come thriller on the road, invece funziona e la sceneggiatura sa servirsi degli stereotipi per spingersi in territori poco battuti, e rilancia abilmente la storia quando sembra terminata. La sgradevolezza di tutti i personaggi, la crudezza nella rappresentazione di sesso e violenza (a rischio di tagli) e il finale poco consolatorio sono tipici del cinema di quegli anni”.


Gordiano Lupi

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