domenica 26 giugno 2011

Pointblank recensisce il mio libro sull'horror italiano

Storia del cinema horror italiano Vol. 1 – Il Gotico

Autore: Gordiano Lupi
Titolo: Storia del cinema horror italiano Vol. 1 – Il GoticoCasa editrice: Il Foglio
Collana: Cinema
Dati: 225 pp., brossura
Anno: 2011
Prezzo: 15.00 €
Web info
Gli appassionati di cinema Horror saranno contenti del progetto avviato dalla casa editrice Il Foglio: una vera e propria ricostruzione del cinema horror made in Italy, con tanto di filmografia dettagliata dei maggiori autori del genere e spazi importanti anche per i registi minori, quelli che, tra un film e l’altro, hanno avuto il tempo e la voglia di confrontarsi con l’horror, come Camillo Mastrocinque, Damiano Damiani e anche il Federico Fellini di Toby Dammit, episodio del film Tre passi nel delirio (1967). Il lavoro di Lupi si mostra come una sorta di vera e propria opera omnia dell’horror nostrano. Il libro che presentiamo, Storia del cinema horror italiano Vol.1 – Il Gotico, è solo il primo di sei volumi creati con l’intento di mettere un po’ d’ordine in un genere considerato minore, ma che ha avuto tra le sue fila maestri e artigiani di grande livello, primo fra tutti Mario Bava.
L’operazione è costruita in modo molto intelligente e ricercato: affiancare in maniera cronologica i registi con la storia del genere, partendo appunto da Riccardo Freda, autore a cui viene riconosciuta la realizzazione del primo horror italiano – I vampiri (1957). In questo primo volume Gordiano Lupi ricostruisce il genere gotico, forse il più raffinato all’interno dell’horror, e di nomi da citare ce ne sono tanti. Se, come detto, si comincia con Riccardo Freda, sviluppando la sua filmografia, il passo successivo è quello di dare ampio spazio a Mario Bava, sicuro maestro dell’horror italiano e ancora attuale ispiratore di molti lavori nostrani e, soprattutto, americani (basta rileggere delle interviste rilasciate da Tarantino, Landis e Dante). Al regista sanremese Lupi offre molto più spazio, anche perché, se di gotico si vuol parlare, non si può fare altro che stazionare sui lavori di Bava, e soffermarsi su due opere fondamentali della sua filmografia: La frusta e il corpo (1963) e Gli orrori del castello di Norimberga (1971). E poi, per affondare ancora di più il colpo e offrire a Bava quella riconoscenza che purtroppo ancora oggi viene meno, viene offerta un’intervista a Dardano Sacchetti, sceneggiatore e collaboratore del regista. Intervista, questa, che ne accompagna altre due, ad Antonio Tentori ed Ernesto Gastaldi, che permettono ai lettori di entrare completamente all’interno dell’universo horror gotico italiano.
Infine, per completare l’opera, Lupi sorvola anche gli autori minori, non dimenticando di fare un salto all’interno di “generi e impegno”, e ripescare opere che proponevano un horror alternativo rispetto al genere maggiore praticato all’epoca: da Ubaldo Ragona a Brunello Rondi, fino all’horror intellettuale di Federico Fellini e del già citato Toby Dammit.
Gordiano Lupi offre un affresco esauriente dell’horror gotico, realizzando un’opera che non solo può interessare gli amanti del cinema (e del genere), ma anche a coloro che, non esperti, hanno deciso di aprirsi alla visione dell’horror italiano classico. Un lavoro che riesce a rivalutare un genere sempre troppo sottovalutato in Italia, ma che ha offerto tante buone operazioni non solo mediatiche, ma anche intellettualmente riuscite. Aspettando gli altri volumi, si spera che abbiano la stessa qualità del primo. Ma conoscendo l’autore e la casa editrice, non sovvengono molti dubbi.

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