A cura di Katia Ciarrocchi
Il gotico, da Mario Bava a Stefano Simone
Ammetto, da parte mia, una grande ignoranza sul genere horror cinematografico, di conseguenza prima di parlare di “Storia del cinema Horror italiano” di Gordiano Lupi, edito Il Foglio Letterario, una panoramica ben dettagliata eseguita da un cultore del genere che va da Mario Bava a Stefano Simone, mi sono immersa nella visione di molti dei film citati nel libro.
Gordiano Lupi, scrittore, traduttore, editore, saggista, un uomo che crede profondamente in quello che fa e soprattutto un uomo che mentre lo si legge scatena grandi emozioni, un crampo alla pancia che si diffonde per tutto il corpo. Lo caratterizzano la sciattezza e il non aver peli sulla lingua, cosa non apprezzata dai molti, ma dote a mio parere che rende grande un uomo.
Tornando a parlare di “Storia del cinema horror italiano”, questo è il primo volume di un’opera che comprende sei volumi, un viaggio che parte da Mario Bava a Stefano Simone (appunto il primo volume), proseguendo Dario Argento e Lucio Fulci (vol. 2), Joe D’Amato e il cannibal movie (vol. 3), Splatter, esorcistico e horror metropolitano (vol.4), Horror Anni Ottanta (vol. 5), per terminare con Horror Anni Novanta e Duemila (vol. 6).
Il primo libro è un viaggio nel gotico horror del cinema italiano che inizia con Freda che “sa fare di necessità virtù”, nonostante il modesto budget a disposizione riesce a “realizzare atmosfere inquietanti e macabre con stile e maestria”, lo stesso Freda in un’intervista riportata da Lupi nel libro afferma che “Il regista di film horror è come un trapezista del circo”, per Freda “non serve esibire il male ricorrendo al soprannaturale e ai mostri della fantasia, perché il vero male è dentro la società, i mostri sono persone comuni che spesso scatenano passioni incontenibili”, crede in un “orrore sottile, psicologico, senza vampiri e senza mostri raggiungendo il terrore con mezzi semplici e comuni, sfruttando la realtà”, anticipa la tema contemporanea del serial Killer che “Mario Bava perfezionerà (…) nei successivi thriller e horror, ma Fulci e Argento saranno degni continuatori di una tradizione inaugurata da Freda”.
Lupi prosegue con Mario Bava, maestro degli effetti speciali, che “la stampa contemporanea ribattezza come Hitchcock di Cinecittà”, unico regista italiano “ad aver lavorato con le principali stare del cinema horror inglese e americano (…). Non solo, ci sono attori scoperti da Bava e consacrati a futuri ruoli nel cinema horror italiano. Basti per tutti l’esempio di Nicoletta Elmi…”
In Storia del cinema Horror italiano sono presentati tutti i film del genere, introducendoci nelle opere con analisi dettagliate sulla lavorazione di ogni film, trame, retroscena delle lavorazioni, tratti psicologici del regista, dello sceneggiatore degli attori nelle loro interpretazioni sino allo spettatore e quant’antro possa incuriosire il lettore; appassionato o no del genere a poca importanza, visto che comunque la curiosità ti spingerà oltre la lettura volendo a tutti i costi visionare i lavori che in me personalmente, hanno fatto crescere una passione incredibile per il genere horror gotico.
Ma il viaggio non termina qui, si passa per Giorgio Ferroni a protagonisti minori dell’horror gotico. In Italia vedremo soprattutto un horror gotico unito all’erotismo soffuso e malsano che si inserisce bene in un’ atmosfera gotica, fino ad arrivare a Roberto Mauri con il suo “La strage dei vampiri”, considerato “uno dei primi film di vampiri italiani, importante da un punto di vista storico” e la lista è ancora lunga…
Affascinanti le pagine dedicate a “l’horror intellettuale di Federico Fellini”, Fellini ci offre un horror che “è un incubo delirante che mette in primo piano i perversi meccanismi del mondo dello spettacolo e fa da cartina di tornasole per gli orrori quotidiani”.
Un lavoro capillare e dettagliato, nel dentro “Tra genere e impegno – Non solo horror”; “Antonio Margheriti…”, definito “il Roger Corman italiano” per la facilità di passare da un genere all’altro realizzando prodotti di buona fattura con poche lire;
considerazioni degli sceneggiatori e dell’autore del libro, citazioni e per concludere le interviste ai protagonisti dell’horror italiano di Emanuele Mattana.
Un libro degno di nota, e non posso che augurami che presto sia in libreria il proseguo dell’opera: Dario Argento e Lucio Fulci (vol. 2).
Lupi non finirà mai di coinvolgere stupire e appassionare.
Ammetto, da parte mia, una grande ignoranza sul genere horror cinematografico, di conseguenza prima di parlare di “Storia del cinema Horror italiano” di Gordiano Lupi, edito Il Foglio Letterario, una panoramica ben dettagliata eseguita da un cultore del genere che va da Mario Bava a Stefano Simone, mi sono immersa nella visione di molti dei film citati nel libro.
Gordiano Lupi, scrittore, traduttore, editore, saggista, un uomo che crede profondamente in quello che fa e soprattutto un uomo che mentre lo si legge scatena grandi emozioni, un crampo alla pancia che si diffonde per tutto il corpo. Lo caratterizzano la sciattezza e il non aver peli sulla lingua, cosa non apprezzata dai molti, ma dote a mio parere che rende grande un uomo.
Tornando a parlare di “Storia del cinema horror italiano”, questo è il primo volume di un’opera che comprende sei volumi, un viaggio che parte da Mario Bava a Stefano Simone (appunto il primo volume), proseguendo Dario Argento e Lucio Fulci (vol. 2), Joe D’Amato e il cannibal movie (vol. 3), Splatter, esorcistico e horror metropolitano (vol.4), Horror Anni Ottanta (vol. 5), per terminare con Horror Anni Novanta e Duemila (vol. 6).
Il primo libro è un viaggio nel gotico horror del cinema italiano che inizia con Freda che “sa fare di necessità virtù”, nonostante il modesto budget a disposizione riesce a “realizzare atmosfere inquietanti e macabre con stile e maestria”, lo stesso Freda in un’intervista riportata da Lupi nel libro afferma che “Il regista di film horror è come un trapezista del circo”, per Freda “non serve esibire il male ricorrendo al soprannaturale e ai mostri della fantasia, perché il vero male è dentro la società, i mostri sono persone comuni che spesso scatenano passioni incontenibili”, crede in un “orrore sottile, psicologico, senza vampiri e senza mostri raggiungendo il terrore con mezzi semplici e comuni, sfruttando la realtà”, anticipa la tema contemporanea del serial Killer che “Mario Bava perfezionerà (…) nei successivi thriller e horror, ma Fulci e Argento saranno degni continuatori di una tradizione inaugurata da Freda”.
Lupi prosegue con Mario Bava, maestro degli effetti speciali, che “la stampa contemporanea ribattezza come Hitchcock di Cinecittà”, unico regista italiano “ad aver lavorato con le principali stare del cinema horror inglese e americano (…). Non solo, ci sono attori scoperti da Bava e consacrati a futuri ruoli nel cinema horror italiano. Basti per tutti l’esempio di Nicoletta Elmi…”
In Storia del cinema Horror italiano sono presentati tutti i film del genere, introducendoci nelle opere con analisi dettagliate sulla lavorazione di ogni film, trame, retroscena delle lavorazioni, tratti psicologici del regista, dello sceneggiatore degli attori nelle loro interpretazioni sino allo spettatore e quant’antro possa incuriosire il lettore; appassionato o no del genere a poca importanza, visto che comunque la curiosità ti spingerà oltre la lettura volendo a tutti i costi visionare i lavori che in me personalmente, hanno fatto crescere una passione incredibile per il genere horror gotico.
Ma il viaggio non termina qui, si passa per Giorgio Ferroni a protagonisti minori dell’horror gotico. In Italia vedremo soprattutto un horror gotico unito all’erotismo soffuso e malsano che si inserisce bene in un’ atmosfera gotica, fino ad arrivare a Roberto Mauri con il suo “La strage dei vampiri”, considerato “uno dei primi film di vampiri italiani, importante da un punto di vista storico” e la lista è ancora lunga…
Affascinanti le pagine dedicate a “l’horror intellettuale di Federico Fellini”, Fellini ci offre un horror che “è un incubo delirante che mette in primo piano i perversi meccanismi del mondo dello spettacolo e fa da cartina di tornasole per gli orrori quotidiani”.
Un lavoro capillare e dettagliato, nel dentro “Tra genere e impegno – Non solo horror”; “Antonio Margheriti…”, definito “il Roger Corman italiano” per la facilità di passare da un genere all’altro realizzando prodotti di buona fattura con poche lire;
considerazioni degli sceneggiatori e dell’autore del libro, citazioni e per concludere le interviste ai protagonisti dell’horror italiano di Emanuele Mattana.
Un libro degno di nota, e non posso che augurami che presto sia in libreria il proseguo dell’opera: Dario Argento e Lucio Fulci (vol. 2).
Lupi non finirà mai di coinvolgere stupire e appassionare.
Katia Ciarrocchi
Titolo:Storia del cinema horror italiano: Vol1
Autore: Gordiano Lupi
Editore: Ass. Culturale Il Foglio
Collana: Cinema
Prezzo: € 15.00
Data di Pubblicazione: 2011
ISBN: 8876063242
ISBN-13: 9788876063244
Pagine: 225
Fote: http://www.liberolibro.it/gordiano-lupi-storia-del-cinema-horror-italiano/
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