martedì 1 gennaio 2013

Lo smemorato di Collegno


di Sergio Corbucci (1962)


Regia: Sergio Corbucci. Soggetto e Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi. Fotografia: Enzo Barboni. Montaggio: Giuliana Attenni. Musiche: Piero Piccioni. Scenografia: Giorgio Giovannini. Costumi: Marcella De Marchis. Trucco: Anna Cristofani, Franco Di Girolamo. Produttore: Gianni Buffardi. Interpreti: Totò, Nino Taranto, Aroldo Tieri, Erminio Macario, Andrea Checchi, Yvonne Sanson (doppiata da Lydia Simoneschi), Elvy Lissiak, Riccardo Billi, Enrico Viarisio, Franco Giacobini, Gisella Sofio, Pietro Carloni, Mario Castellani, Gianni Rizzo, Franco Ressell, Antonio Acqua, Lina Alberti, Consalvo Dell’Arti, Mimmo Poli.

Macario e Totò, coppia straordinaria

Lo smemorato di Collegno è un’ottima commedia a tinte gialle, un noir comico con finale a sorpresa, ben sceneggiato da Bruno Corbucci (dirige il fratello Sergio) e Giovanni Grimaldi sulla base di un fatto di cronaca che tenne con il fiato sospeso l’opinione pubblica. Si tratta del caso Bruneri - Canella, accaduto in Italia nel 1926, che Totò cita come interprete di un film precedente: Sua eccellenza si fermò a mangiare (1961), girato da Mario Mattòli. Luigi Pirandello scrive la commedia Come tu mi vuoi, ispirandosi a identiche suggestioni, anche se con tenore più melodrammatico. Maurizio Zaccaro, nel 2009, realizza una miniserie televisiva, simile come registro di scrittura al dramma pirandelliano.


La semplice struttura è basata sulle ottime interpretazioni dei protagonisti, dove giganteggia un Totò imbrigliato da una sceneggiatura precisa e da un’unità di luogo e di azione come il tribunale, dal quale si dipanano i flashback - testimonianze. Un uomo (Totò) viene ricoverato in una clinica in seguito a una grave forma di amnesia. I giornali pubblicano la foto dello smemorato, dopo poco si fa avanti la ricca signora Ballarin (Sanson), tramite l’avvocato - amante (Tieri) per reclamare l’anziano marito. Naturalmente è solo una truffa. La donna cerca di approfittare della situazione per non dover spartire l’eredità con i fratelli del coniuge, scomparso in guerra. Il legale dello smemorato è un esilarante Mario Pisu, mentre Andrea Checchi è un elegante avvocato dell’accusa che corrompe un donna per dichiarare che l’imputato è il coniuge. Infatti, neppure la signora Polacich (Lissiak) è la vera moglie, così come Ferdinando Meniconi (Billi) viene pagato dal legale per incastrare lo smemorato nel ruolo di truffatore. Tutti mentono per interesse, ma alla fine Totò si trova solo, riconosciuto dal cane, suo unico vero e disinteressato amico. Il finale assume un tono farsesco e dà modo a Totò di esibirsi in una riuscita imitazione di Benito Mussolini che arringa la folla dal balcone di Palazzo Venezia.

Da notare che il personaggio da piccolo truffatore di Riccardo Billi cita il Ferdinando Meniconi - detto Nando - interpretato da Alberto Sordi ne Un giorno in pretura (1953) e successivamente ne Un americano a Roma (1954) di Steno, che tornerà nel 1975 nel film Di che segno sei? di Sergio Corbucci, come inaffidabile guardia del corpo. Molto bravo Erminio Macario, che presta un volto da clown per la parte di un pazzo convinto di essere un soldato napoleonico. Affascinante Yvonne Sanson, non più giovanissima, ma la parte erotica è limitata a una breve sequenza da pochade con l’amante Aroldo Tieri nascosto sotto il letto. Nino Taranto è un ottimo direttore della casa di cura che vediamo in alcuni buoni siparietti da commedia. Non può mancare Mario Castellani - spalla storica di Totò - nei panni di un fratello della signora Ballarin. Credibile Antonio Acqua come giudice. Una curiosità: la fotografia è di Enzo Barboni, colui che diventerà E. B. Cloucher per dirigere i film di Bud Spencer e Terence Hill.
Il film non piace a Paolo Mereghetti: “Un Totò minore che patisce una regia priva di invenzioni”. Una stella e mezzo. Pino Farinotti la vede come noi, non motiva ma concede tre stelle. Si ferma a due Morando Morandini (ma per il pubblico sono tre): “Un Totò in forma che ha una buona spalla in Nino Taranto e inietta nella farsa un dosa di malinconia”. A nostro avviso un buon film che non risente del tempo passato. Da recuperare.

Per vedere il film: http://www.youtube.com/watch?v=9BDxam-rIXM

Gordiano Lupi

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