Regia: Marcello Ciorciolini. Soggetto e Sceneggiatura: Amedeo Sollazzo, Marcello Ciorciolini. Montaggio: Luciano Anconetani. Fotografia. Enzo Barboni. Scenografia: Enzo Bulgarelli. Musiche: Robert Poitevin. Aiuto Regista: Filiberto Fiaschi. Effetti Speciali: Sergio Chiusi. Girato: Teatri di Posa De Paolis In.Cir.. Direttore di Produzione: Ezio Palaggi. Produttore Esecutiv: Roberto Palaggi. Produzione: Italo Zingarelli per West Film. Distribuzione: Delta Film. Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Giusi Raspani Dandolo, Gianni Agus, Umberto D’Orsi, Adriano Micantoni, Barbara Nelli, Ignazio Leone, Fortunato Arena, Spartaco Battisti, Giorgio Dolfin, Ton Felleghy, Leo Gavero, Tony Santaniello.
Franco e Ciccio… ladro e guardia è un giallo comico adatto a un pubblico di famiglie, una farsa che cita il cinema muto e l’avanspettacolo che gode di una puntuale ambientazione nel mondo del circo. Guardie e ladri (1951) di Steno e Mario Monicelli, interpretato dai grandissimi Totò e Aldo Fabrizi è solo il pretesto per dare il via alla parodia, ma il film di Ciorciolini prende altre strade e ha diverse ambizioni.
Ciccio Chiappalone è un vicebrigadiere di polizia, degradato e messo in aspettativa perché si fa sempre sfuggire il cugino Franco, ladro provetto e truffatore, protagonista di situazioni che anticipano La stangata (1973). Il regista ci presenta subito la sua abilità mostrando Gianni Agus in mutande, derubato di ogni avere all’aeroporto di Roma, persino vestiti e automobile, grazie a un abile trucco di Franco aiutato dalla solerte zia (Raspani Dandolo). “Trattamento a grappolo d’uva, le ha tolto tutto. Purtroppo lei è il raspo”, commenta Ciccio. Per la zia, il vicebrigadiere è la pecora nera della famiglia, uno sbirro senza morale, lei protegge il nipote prediletto, nascondendolo nella lavatrice. Ciccio sventa una rapina in gioielleria, insegue Franco per tutta Roma in una sequenza che ricorda Guardie e ladri, solo che non ci troviamo in periferia ma sui tetti della capitale. I due vengono incastrati in un brutto fatto di sangue, prima sospettati di omicidio e infine utilizzati come esche per scoprire il vero colpevole. “Ciccio è un’esca perfetta. Lui è un verme”, afferma Franco. A questo punto la storia prende la piega inattesa di una pellicola di ambientazione circense che cita analoghi lavori statunitensi come Il circo (1928) di Charlie Chaplin e Il più grane spettacolo del mondo (1952) di Cecil B. DeMille. In Italia ricordiamo alcune commedie di ambientazione circense: Circo equestre Za-bum (1944) di Mario Mattòli, Il più comico spettacolo del mondo (1953), sempre di Mattòli, vera e propria parodia del capolavoro statunitense. Altri film italiani sono solo in parte ambientati nel circo: Il figlio del circo (1962) di Sergio Grieco, Chimera (1968) di Ettore Maria Fizzarotti, I clowns (1970) di Federico Fellini, Stringimi forte, papà (1978) di Michele Massimo Tarantini, L’una e l’altra (1996) di Maurizio Nichetti, La tigre e la neve (2005) di Roberto Benigni. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia interpretano altri due film che presentano scene di ambientazione circense: Due bianchi nell’Africa nera (1970) di Bruno Corbucci - con sequenze dal Circo nell’Acqua di Darix Togni - e Paolo il freddo (1974) di Ciccio Ingrassia - con scene dal Circus on Ice di Moira Orfei.
La sequenza della truffa a Gianni Agus
La parte principale del film è ambientata all’interno del Circo Gaspare, dove vediamo animali feroci, equilibristi, clown, domatori di leoni, un nano che beve e fuma, un fratello gigante, zebre, elefanti, cammelli… Il direttore del circo è il bravo Umberto D’Orsi, ma anche gli altri comprimari non sono da meno e realizzano un clima di tensione da giallo comico che si stempera grazie all’interpretazione dei due comici. Il vero colpevole tenta di uccidere Franco e Ciccio, assunti come inservienti, mentre Franco ruba bistecche al leone, sogna di fare il domatore e al tempo stesso la bestia feroce, ma rischia di finire sbranato. La parte in cui Franco sfoggia le sue capacità mimiche e da imitatore di belve è puro avanspettacolo ambientato al circo. Non mancano le battute. Ciccio “Ci sono già state due coincidenze”. Franco: “La terza coincidenza la prendo io. Per Palermo. E me ne vado”. Un’altra parte da antologia è quando Franco tenta di cucinare la pasta all’uovo a bordo di una roulotte ma non ci riesce per colpa della guida spericolata di Ciccio, minacciato da un finto frate. Ciorciolini e Sollazzo citano Charlie Chaplin a più non posso, ma Franchi è bravissimo a rifare identiche sequenze come un consumato attore del cinema muto. Comicità mimica, gestuale, da comica, basata su musica e situazioni paradossali. Sono da citare altre battute al circo quando i due cugini cercano di scoprire il colpevole. Battute anche un po’ razziste e non politicamente corrette, ma sono altri tempi. “Il nano non può essere. Non è all’altezza”. La roulotte del nano è definita “la casa di Pollicino”. Il nano legge “Moby Dick, la sardina bianca”. Ciccio: “È alticcio”. Franco: “Non è possibile”. Grandissima la parte in cui Franco e Ciccio si improvvisano clown del Barbiere di Siviglia. Avanspettacolo puro, dove mettono in scena gran parte del loro repertorio a base di smorfie e lazzi, citando numeri ideati agli esordi e scenette portate in palcoscenico. “Ridi pagliaccio” cantata da Franco interrompendo un tango di Ciccio e rimediando una serie di schiaffoni, ma sono da ricordare anche il numero della bilancia, l’interpretazione da manichino, nei panni di una marionetta, di un pagliaccio con il piede calpestato e infine un tango dopo un finto duello. Franco è un clown naturale ma Ciccio è una spalla eccellente e i due attori rispettano tempi comici da manuale. Alla fine si scopre che il vero colpevole è Oscar, il fratello della trapezista che dopo un incidente si era finto morto per diventare una spia internazionale. Bellissima la battuta dei due comici che ironizza sulla loro carriera. Ciccio: “Riuscissimo a prenderlo!”. Franco: “Noi due? L’Oscar? E quando mai!”. Ciccio è promosso brigadiere, mentre Franco è messo in libertà. “Un’aspirazione ce l’avrei. Vorrei aprire un negozio…”, dice Franco. Sì, ma con il piede di porco. Tutto ricomincia da capo, anzi finisce, con Ciccio che insegue Franco per mettergli le manette e portarlo in galera.
Franco e Ciccio clown del circo
La critica è più benevola del solito. Paolo Mereghetti concede una stella e mezzo: “Non molto più di un canovaccio che abbandona ben presto la parodia di Guardie e ladri per lasciare il posto a una serie di assolo di Franchi (domatore e leone in gabbia, cuoco in una roulotte troppo instabile) per la verità non molto divertenti. Solo il numero con lui e Ingrassia vestiti da pagliacci testimonia le grandi potenzialità mimiche della coppia, purtroppo poco sfruttate”. Morando Morandini concede due stelle ma non ha visto il film perché parla di “una parodia di Guardie e ladri con Franco nella parte di Totò e Ciccio in quella di Aldo Fabrizi”. Pino Farinotti conferma le due stelle, ma cita persino Margaret Lee nel cast, che purtroppo non è presente.
Il film è un’ottima farsa dai toni gialli, ben ambientata tra Roma e il circo equestre, con alcuni numeri del circo e molti pezzi da antologia del comico, spesso improvvisati e recitati da Franco e Ciccio in gran forma. I dieci minuti in cui si concedono al pubblico vestiti da pagliacci sono entrati nella storia del cinema comico.
Per vedere la fantastica sequenza dei clown: http://www.youtube.com/watch?v=Qdvo-dA1270
Gordiano Lupi
salve mi farebbe piacere sapere se questo dvd e in vendia se e si cuanto mi costerebbe con le spese per il belgio, grazie e buona giornata, il mio indirizzo é antoine_petrangolini@hotmail.com grazie
RispondiEliminaNon mi ricordo più che circo fosse qualcuno si ricorda
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