martedì 9 agosto 2011

Ai confini del trash contemporaneo

La valigia sul letto e Sharm el Sheikh
La morte della commedia all’italiana

A volte si vedono pellicole che non meriterebbero non dico una recensione ma neppure un istante di attenzione, ma finisce che ne scriviamo per il fascino del brutto, per l’attrazione che produce il trash, per analizzare fino a che punto regista e sceneggiatori vogliano prenderci in giro. Il cinema italiano contemporaneo, soprattutto nel campo della commedia - una volta genere vivo e fondamentale - fa spesso di questi scherzi.


La valigia sul letto (2010) di Eduardo Tartaglia è un esempio eclatante di come sia agonizzante la commedia all’italiana. La pellicola è interpretata da Biagio Izzo, Eduardo Tartaglia, Alena Seredova, Maurizio Casagrande, Ernesto Malieux, Veronica Mazza e Stefano Sarcinelli. Eduardo Tartaglia scrive e sceneggia i penosi dialoghi in napoletano insieme a Elvio Porta, giocando sul tono farsesco, su citazioni dal teatro brillante partenopeo, imitando lo stile di Totò e la comicità di Franchi e Ingrassia. Gli interpreti sono del tutto fuori ruolo, le battute non fanno ridere, non esistono tempi comici, i dialoghi sono assurdi e macchinosi. Alena Seredova è la sola cosa bella (in senso fisico) del film, ma recita come una velina in prestito al cinema e nel ruolo della killer fa davvero ridere. Achille Lo Chiummo (Tartaglia) è un disoccupato sfrattato che finisce nei guai dopo aver alterato il cognome ed essersi spacciato per un parente del boss camorrista Antimo Lo Ciummo (Izzo). La convivenza tra Izzo e Tartaglia produrrà qualche breve momento comico, ma soprattutto tanta noia, in compagnia di un commissario sfigato, una sorella beghina e una compagna stressata. Eduardo Tartaglia cerca di attualizzare un capolavoro come Totò cerca casa (1949), ambienta la storia ai tempi moderni e tenta di mettere in mostra uno spaccato sociale napoletano, ma fallisce miseramente. Non ha la classe né di Steno né di Monicelli. Fa gridare vendetta il contributo ministeriale come opera di interesse culturale.


Sharm el Sheikh (2010) di Ugo Fabrizio Giordani è ancora peggiore come conferma del nostro assunto. Interpreti: Enrico Brignano, Maurizio Casagrande, Giorgio Panariello, Cecilia Dazzi, Laura Torrisi, Elena Russoi, Michela Quattrociocche, Fioretta Mari, Ludovica Bizzaglia, Daniele La Leggia, Hassani Shapi, Sergio Muniz. Il film è una cartolina turistica di Sharm el Sheikh, un invito alla vacanza egiziana nelle località più commerciali note a chiunque sia stato in vacanza in un grande albergo della zona. Come spot propagandistico va molto bene, come film è davvero irritante, tra l’altro nella sequenza finale si permette di citare un capolavoro come Una vita difficile (1961) di Dino Risi, spiegandolo in maniera didascalica. Tutto il resto è preso da Domenica d’agosto (1950) di  Luciano Emmer, solo che al posto della poesia neorealista vediamo diffusa a piene mani la cialtroneria contemporanea. I comici di punta sarebbero Casagrande e Brignano, due assicuratori a rischio licenziamento che cercano di far cambiare idea a un pessimo Panariello, attore dai tempi non cinematografici, imprenditore alla Briatore ma con accento toscano. La pellicola è molto televisiva, non mancano gli amori giovanili tra gli attori in erba Bizzaglia e La Leggia dedicati a un pubblico di teenager, compaiono le grazie di Laura Torrisi per deliziare gli occhi, ci sono molte battutacce sulla società contemporanea che potrebbero andare bene per un varietà ma non per una pellicola e la storia manca del tutto di mordente. Responsabili di un tale obbrobrio sono il regista e i due sceneggiatori Alfredo Arciero e Massimiliano Orfei.
Tutta roba targata MEDUSA, pronta per essere riciclata in TV...
A quando i funerali della commedia all’italiana?


Per rendervi conto da soli della penosa realtà delle pellicole:

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