giovedì 28 giugno 2012

Mazzabubù... quante corna stanno quaggiù? (1971)

di Mariano Laurenti


Regia: Mariano Laurenti. Soggetto: Alessandro Continenza. Sceneggiatura: Alessandro Continenza, Amedeo Sollazzo. Montaggio: Giuliana Attenni. Fotografia: Clemente Santoni. Musiche: Roberto Pregadio. Produttore: Gino Mordini per Claudia Cinematografica srl (Roma). Direttore di Produzione: Govanni Antonio Giurgola. Interpreti: Carlo Giuffrè, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Isabella Biagini, Maurizio Bonuglia, Mariolina Cannuli, Nadia Cassini, Rosemary Dexter, Giancarlo Giannini, Claudia Lange, Sergio Leonardi, Ettore Manni, Renzo Montagnani, Silvana Pampanini, Luciano Salce, Gianna Serra, Fausto Tozzi,Ugo Adinolfi, Lino Banfi, Gino Pagnani, Marilia Branco, Maria Pia Conte, Umberto D’Orsi, Pippo Franco, Riccardo Garrone, Franco Giacobini, Gianni Musy, Alfredo Rizzo, Rosita Toros, Enzo Turco, Silva Koscina.


Mazzabubù... quante corna stanno quaggiù? è una commedia a episodi sul tema del tradimento che non può essere classificata tra i migliori lavori di Laurenti, ma è importante perché molti critici la citano come prima commedia sexy del cinema italiano. Il cast è molto buono ma non tutti gli attori recitano a livelli alti e alcuni sono alle prime esperienze da protagonisti. Carlo Giuffrè è il presentatore, una sorta di professore che porta avanti l’indagine sul tradimento con esempi ed episodi più o meno divertenti. Il difetto maggiore della commedia è la poca uniformità tra i vari segmenti che procedono con risultati altalenanti e a volte lasciano lo spettatore deluso e sconcertato. Si parte con Nadia Cassini (in una delle prime prove), moglie fedifraga di un tifoso che chiama cornuto l’arbitro mentre la consorte si fa baciare da un amico. Giuffrè cerca di dare una parvenza scientifica al discorso comico, sottolinea che le balie sono il primo esempio di adulterio quando passano il seno da un neonato all’altro. “Tutti sanno delle corna altrui, meno il cornuto”, è un’altra morale filosofica del presentatore. L’episodio più articolato del film vede protagonisti Franchi e Ciccio Ingrassia, affronta il tema del divorzio (era recente il ricordo del referendum sulla legge Fortuna) e l’ancor più spinoso argomento dello scambio di coppie. Molte parti comiche sono surreali. Vediamo Franco con il cartello “Viva la catena!” che serve sia a pubblicizzare la sua attività di commerciante di articoli da bagno che la sua opposizione alla legge sul divorzio. “Non siamo in Svezia! Siamo in Italia! Il matrimonio è sacro”, aggiunge. Laurenti illustra in maniera comica il menage familiare, le liti tra moglie e marito, le relazioni extraconiugali che avrebbero l’effetto di salvare i matrimoni. Franco non è d’accordo, non condivide l’amore di gruppo, da buon siciliano teme le corna più della peste. La soluzione sarebbe quella di cornificarsi a vicenda scambiandosi le mogli dopo averle drogate con whiskey e aspirina, ma il progetto non va in porto per la gelosia reciproca. Un episodio divertente, il migliore della pellicola, una pochade farsesca che finisce – come sempre – in bagarre.


Lo studio di Carlo Giuffrè sulle italiche corna prosegue con il divertente episodio che vede protagonista Luciano Salce nei panni di un saccente critico d’arte che pur di avere ragione fa andare a letto la moglie con un giovane pittore. Pippo Franco non è al massimo della forma in un breve segmento che ci porta al Polo Nord dove - secondo gli sceneggiatori - la buona moglie dovrebbe far l’amore con l’ospite.  Un episodio ci riporta al decamerotico e alla cintura di castità con un solerte servitore che prova subito ad aprirla, non appena il padrone è partito per le crociate. Lino Banfi (ancora agli esordi) è un marito pugliese alle prese con un venditore di enciclopedie che ha il vizio di andare a letto con le mogli dei clienti. Buono anche il segmento che vede protagonista Giancarlo Giannini, marito di una donna non più vergine che si sente truffato dalla menzogna. L’episodio è interessante perché mette alla berlina il finto valore della verginità e il rapporto moglie - marito negli anni Sessanta. Silva Koscina ci regala una breve apparizione come moglie di Carlo Giuffrè, sposata dopo aver consultato un computer, quindi il matrimonio sarebbe a prova di corna, salvo il caso improbabile di “cornuto elettronico”. L’ultimo episodio prende in esame “il cornuto biologico o genetico”, l’uomo sterile che non può avere figli, interpretato da Umberto D’Orsi. Renzo Montagnani (non ancora famoso) è la cavia prescelta per donare lo sperma, ma resta fregato, pensava di dover andare a letto con la moglie, invece è costretto a fare tutto da solo.


Mazzabubù... quante corna stanno quaggiù? contiene in nuce  molti elementi tipici del decamerotico presentati in chiave moderna, che saranno sviluppati nella commedia sexy: scambi di coppie, impotenza, tradimenti, mariti cornuti, mogli fedifraghe… Non è un film del tutto riuscito, ma è importante perché svolge un ruolo innovativo e porta avanti un discorso moderno sul rapporto coniugale, mettendo in primo piano problemi come divorzio e verginità.

Silva Koscina

Paolo Mereghetti demolisce il film assegnando una misera stella: “Un narratore (Giuffrè) racconta una serie di carnificazioni famose. Prontamente le situazioni sono visualizzate sullo schermo. Alla fine il narratore scopre d’essere anch’egli cornuto. Episodi di taglio breve come barzellette, alcuni ispirati al Decamerone. Sulla qualità il titolo dice tutto”. Morando Morandini conferma una stella come giudizio critico ma riferisce il gradimento del pubblico (tre stelle): “Episodi brevi come barzellette. Fantasia zero, banalità e volgarità”. Pino Farinotti si aggiunge al coro degli stroncatori e concede una stella: “Un uomo parla delle corna altrui e scopre di essere cornuto”. Marco Giusti è il più condivisibile, anche se è fin troppo entusiasta: “Un cast di stelle pauroso per un barzelletta-movie di una certa grazia ideato da Continenza e diretto dal maestro Mariano Laurenti. La presenza di Giancarlo Giannini fece allora un po’ di colpo. Oggi stupisce più quella di Mariolina Cannuli come moglie di Ciccio. Ma ci sono anche Silvana Pampanini e Nadia Cassini alla sua prima commedia. Renzo Montagnani è un contadino lombardo un po’ ignorante che non ha capito che dare il seme è una cosa del tutto artificiale”. Luci e ombre, come abbiamo detto. Due stelle.

Per vedere il film integrale: http://www.youtube.com/watch?v=lW1ZN2Z-lRQ&feature=g-all-u

Gordiano Lupi

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