mercoledì 2 novembre 2016

La saga di Abbronzatissimi – Il ritorno della commedia balneare


La commedia balneare classica può essere considerata un’antecedente della commedia erotica, perché la spiaggia serve a mostrare attrici in bikini e situazioni comiche legate alle vacanze. Domenica d’agosto (1950) di Luciano Emmer, è il primo film a episodi a struttura intrecciata del cinema italiano, ambientato tra la spiaggia di Ostia e la città deserta.  La spiaggia (1954) di Alberto Lattuada - sceneggiato da Luigi Malerba, Rodolfo Sonego e Charles Spaak -  è ancora un film strutturato per storie parallele con la storia di Annamaria Montorsi (Martine Carol) che porta la figlia al mare come filo conduttore. La donna si finge vedova per evitare pettegolezzi, diventa amica del sindaco (Raf Vallone) del paese, ma alla fine un villeggiante (Carlo Romano) racconta la verità sul suo conto. Le signore borghesi snobbano con disprezzo la prostituta ma nel segreto delle loro case fanno cose peggiori. Annamaria, disperata, decide di accettare la protezione dell’uomo più ricco del paese (Carlo Bianco) e di colpo torna a essere stimata da tutti. 



Lattuada sviscera il tema dei vizi privati e pubbliche virtù che al tempo scandalizza non poco i solerti censori. Commedia balneare di costume abbastanza impegnata che simpatizza con gli emarginati e strizza l’occhio a una polemica antiborghese. La pellicola viene censurata e provoca discussioni in parlamento per colpa di una scena audace di Valeria Moriconi in bikini sotto la doccia. L’interpellanza è di un parlamentare democristiano che forse legge nella pellicola un messaggio vicino alle idee comuniste e un riferimento al caso Montesi. Sono molte le commedie balneari e cittadine girate con il meccanismo degli episodi incrociati, su tutte ricordiamo Racconti romani (1955) e Racconti d’estate (1955), ispirate a racconti di Alberto Moravia e sceneggiate da Amidei, Flaiano e Sonego. Regista Gianni Fanciolini, alle sue ultime prove d’autore. 



Altre commedie balneari sono vere e proprie pochade, interessanti perché anticipano il discorso sexy insistendo sulle epidermidi femminili e sui bikini in campo lungo. Sono film di vario tenore diretti da Giorgio Bianchi (Brevi amori a Palma di Majorca, Peccati d’estate), Marino Girolami (Ferragosto in bikini, Scandali al mare, Veneri al sole, Spiaggia libera), Camillo Mastrocinque (Diciottenni al sole), Mario Mattòli (Tipi da spiaggia), Giulio Petroni (Una domenica d’estate), Vittorio Sala (Costa Azzurra, I dongiovanni della Costa Azzurra, Il treno del sabato, Ischia operazione amore). Si tratta di piccole commedie che si assomigliano tutte, prive di spessore, senza temi impegnati, ma girate per divertire senza farsi problemi e per mostrare qualche bella ragazza in bikini. Non dimentichiamo Frenesia dell’estate (1963) un contenitore di episodi orchestrati sulla spiaggia di Viareggio da Luigi Zampa. 



Lo schema della commedia balneare è immutabile, sarà replicato fino ai giorni nostri da autori come Franco Citti (Casotto), Carlo Vanzina (Sapore di mare), Neri Parenti (Vacanze… d’ogni tipo) e Matteo Cerami (Tutti al mare): sottofondo di musica alla moda e una serie di vicende comico - erotiche più o meno intrecciate tra loro. In tempi recenti abbiamo avuto almeno tre filoni di commedie balneari, più o meno riuscite, quasi uno ogni dieci anni. La saga Sapore di mare, indimenticabile, dal capostipite vanziniano (1982), al numero due di Bruno Contini, fino al triste remake Sapore di te (2014), sempre dei Vanzina. La serie ambientata a Rimini, cinema a episodi di buona qualità: Rimini Rimini (1987) di Sergio Corbucci, replicato da Rimini Rimini - un anno dopo (1998) di Corbucci e Capitani. Infine i due Abbronzatissimi di Bruno Gaburro (1991 e 1993), intervallati da Saint Tropez - Saint Tropez (1992) di Castellano e Pipolo.



Abbronzatissimi 1 (1991) - Regia: Bruno Gaburro. Soggetto: Jerry Calà. Sceneggiatura: Castellano e Pipolo, Stefano Sudriè, Carlotta Ercolino. Fotografia: Sergio D’Offizi. Montaggio: Antonio Siciliano. Musiche: Riccardo Eberspacher. Scenografia: Enzo De Camillis. Costumi: Raffaele Fantasia. Produttore: Bruno Altissimi, Caludio Saraceni. Casa di Produzione: Penta Film, Maura International Film. Distribuzione: Penta Video, Medusa Video. Durata: 108’ (cinema e dvd) - 158’ (televisiva). Interpreti: Jerry Calà, Alba Parietti, Teo Teocoli, Mauro di Francesco, Franco Oppini, Eva Grimaldi, Nathalie Caldonazzo, Renato Cecchetto, Pier Maria Cecchini, Salvatore Marino, Guido Nicheli, Mariangela Giordano, Armando Ninchi, Monika Rebel, Sonia Grey, Enio Drovandi, Kim Van De Wint, Olinka Koster, Violaine Marie Bouloy, Clyde J. Barrett, Cristina Rinaldi, Rolanda Ravello, Valentine Demy, Carin McDonald, Aldo Ralli, Martina Colombari.



Un film a episodi che viaggiano ognuno per loro conto, come rette parallele, senza toccarsi mai, che hanno in comune soltanto l’ambientazione vacanziera, le spiagge di Rimini e Riccione, i locali alla moda e il Grand Hotel. Tipico film di Castellano e Pipolo, girato da un Gaburro in decadenza, ma che ritrova garbo e vigore in una commedia non molto nelle sue corde, ma che è invecchiata bene e si vede ancora con piacere. Tra l’altro esiste una versione tipo serie televisiva ante litteram da 158 minuti che a volte va in onda su Iris e che negli anni novanta abbiamo visto su TMC. In questi film la cosa importante è la colonna sonora alla moda, forse la cosa più costosa dell’intero prodotto: Can’t Take My Eyes off You di Glora Gaynor, Oh, Pretty Woman di Roy Orbison (che imperversa durante l’episodio con Eva Grimaldi prostituta dal cuore d’oro), Abbronzatissima di Edoardo Vianello (immancabile), ‘O scarrafone di Pino Daniele, La mia banda suona il rock di Ivano Fossati, Diavolo in me di Zucchero, Rocki’n Romance di Joy Salinas e You’re My Heart, You’re My Soul dei Modem Talking. 



Jerry Calà scrive il soggetto e si ritaglia il ruolo più importante, il filo conduttore della storia, come cantante di piano bar innamorato della bella Alba Parietti, moglie annoiata del padrone di un bagno. In tali panni Calà ci delizia come interprete di molte canzoni alla moda, mentre resta indimenticabile la sequenza del ballo sexy interpretata da Alba Parietti, che subito dopo raddoppia con un sensuale gelato che viene spalmato e leccato sul corpo del pianista. Calà è perseguitato da una fattucchiera brasiliana che gli fa maledizioni vudù a ripetizione, ritenendolo padre del suo bambino, mentre lui cerca di portarsi a letto la bella Parietti, promettendo di ucciderle il marito. Altra storia divertente vede gli squattrinati operai Teo Teocoli e Mauro Di Francesco fingersi ricchi clienti del Grand Hotel per accalappiare giovani turiste, ma com’è naturale ottengono solo problemi. 



Enio Drovandi è un truffatore di provincia perfetto nella parte del topo d’albergo, con la collaborazione di due ragazze compiacenti. Eva Grimaldi è una prostituta destinata a essere sfruttata anche quando incontra un compagno che pare dolce e innamorato come il finto cieco Franco Oppini. Nathalie Caldonazzo è una bella ragazza innamorata di un medico di colore (Salvatore Marino) che i genitori non vogliono come genero. Le storie portanti sono tutte qui. Finale a Cortina, si passa dal mare alla montagna, con Teocoli e Di Francesco che incontrano due ricche imprenditrici e si sistemano, Calà riesce a mangiare l’aragosta  (portarsi a letto la Parietti), la Grimaldi fa la solita vita con un nuovo compagno e la Caldonazzo si sposa il bel dottore, ma questo al mare, per lei non serve la trasferta montana.
Il film è ambientato a Riccione e in parte a Rimini, rispetta tutti i topoi della commedia balneare corretta in pochade e presenta qualche accenno di commedia sexy (Alba Parietti in alcune sequenze, ma anche la Grimaldi e la Caldonazzo), ormai molto stemperato. Film televisivo, per famiglie, di piacevole consumo, condito di battute e situazioni comiche che non invecchiano.



Abbronzatissimi 2 - un anno dopo (1993) - Regia: Bruno Gaburro. Soggetto: Carla Giulia Casalini. Sceneggiatura: Lucio Gaudino, Bruno Gaburro, Carla Giulia Casalini. Fotografia: Sandro D’Eva. Montaggio: Antonio Siciliano. Musiche: Roberto Eberspacher. Scenografia: Enzo De Camillis. Costumi: Raffaella Fantasia. Produttore: Mario e Vittorio Cecchi Gori, Bruno Altissimi. Casa di Produzione: Penta Film, Video Maura. Distribuzione: Penta, Cecchi Gori Home Video. Durata: 96’ (versione cinema), 137’ (integrale). Genere. Commedia balneare. Interpreti: Jerry Calà, Eva Grimaldi, Vanessa Gravina, Mauro Di Francesco, Pier Maria Cecchini, Franco Oppini, Maria Grazia Cucinotta, Valeria Marini, Renato Cecchetto, Marina Occhiena, George Hilton, Marco Modigliani, Fabrizio Cerusico, Barbara Cavallari, Philippe Boa, Carmen Di Pietro, Gabriella Barbuti, Gianfranco Manfredi, Anne Maj Montonen, Giusepe D’Aloja, Letizia Raco.



Bruno Gaburro ci riprova due anni dopo, ma senza Castellano e Pipolo, che intanto hanno girato in proprio un nuovo film balneare (Saint Tropez - Saint Tropez, 1992), di sicuro più efficace di questo stanco sequel, orfano di Teocoli e Parietti, rimpiazzati da una serie di giovani attori poco incisivi. Ma è la sceneggiatura non all’altezza della situazione che fa i danni maggiori, confezionando un contenitore di storie fiacco e poco appassionante. Jerry Calà ne esce meglio di tutti grazie alle innegabili doti comiche, nei panni di uno scrittore di successo in crisi con la moglie (Grimaldi), sempre a caccia di un editore. Per il resto citiamo Valeria Marini accanto a George Hilton, scambiato per il padre mentre si tratta del compagno, che alla fine viene lasciata libera di vivere la sua vita con i giovani. 



Franco Oppini è il direttore sessuomane del Grand Hotel, impegnato in una volgarissima scena di fellatio dietro la scrivania. Maria Grazia Cucinotta è una sottoutilizzata inserviente alla reception, mentre prova a intraprendere la carriera di attrice la bionda dei Ricchi e Poveri, Marina Occhiena, ma ne esce con le ossa rotte. Storie fiacche: una moglie separata (Gravina) e un marito (Di Francesco) che sono ancora innamorati, un laureato costretto a fare l’idraulico e il finto fidanzato (Cecchini), un marito scambista (Cecchetto) che cade in una serie di malintesi… Finali tutti prevedibili, totale assenza di erotismo e di suspense comica. Esiste anche una versione televisiva da 137 minuti di non facile reperibilità, ma vista la pochezza delle storie è più che sufficiente la versione cinematografica che fa rimpiangere non poco il primo capitolo della serie. Bruno Gaburro chiude con il cinema, ma visto il suo stile molto televisivo, continua a lavorare per il piccolo schermo: Come quando fuori piove (1998), Il cielo può attendere (2005), Prima della felicità (2010), Un angelo all’inferno (2012).



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