di Salvatore Samperi
Regia: Salvatore Samperi. Soggetto: Bruno Di Geronimo, Ottavio
Jemma. Sceneggiatura: Bruno Di Geronimo, Ottavio Jemma, J. L. Martinez Molla.
Fotografia: Alberto Spagnoli. Colore: Telecolor. Montaggio: Sergio Montanari.
Scenografia: Ezio Altieri. Costumi: Cristiana Lafayette. Organizzatore Generale
e Direttore di Produzione: Piero Innocenzi. Direttore di Produzione: José
Salcedo. Realizzazione: Maurizio e Sandro Amati. Musiche: Alfonso Santisteban.
Edizioni Musicali: Cam (Roma). Canzone Titoli di Coda: Rosa e l'amore (A.
Santisteban - G. Williams) cantata da Massimo Ranieri. Aiuto Regista: Giorgio
Basile, Rudy Eleroy. Operatore alla Macchina: Roberto Brega. Trucco Laura
Antonelli: Gilberto Provenghi. Negativi: Kodak Eastmancolor. Sviluppo e Stampa:
Telecolor (Roma). Titoli e Truke: Studio 4. Sincronizzazione: CDS. Mixage:
Danilo Moroni. Interni: Elios R.P.A. (Roma). Case di Produzione: International
Apollo Films (Roma), Les Films Princesse (Paris), José Frade P. C. (Madrid).
Interpreti: Laura Antonelli, Fernando Rey, Christian De Sica, Massimo Ranieri,
Enzo Cannavale, Gabrielle Lazure, Jean Marc Bory, Vincenzo Crocitti, Valeria
Fabrizi, Elsa Vazzoler, Riccardo Billi, Diego Cappuccio, Adriana Giuffré,
Sergio Di Pinto, Graziella Polosinanti, Martino Satriano, Luis Ciges, Tony
Scarf, Bruno Rosa, Carmen Bernardos, Luciana Frazzetto, Mirella Farina, Jacques
Stany, Edoardo Mac Gregor, Antonio Orengo, David Montero, Cristina Torres.
Salvatore Samperi incontra di nuovo Laura Antonelli, sette anni
dopo Peccato veniale,
per tentare di replicare il successo di Malizia
con una commedia erotica che ricorda molte tematiche del film
capostipite di tutti gli scandali in famiglia e di un sottogenere sexy. Produzione
ricca (francese, spagnola e italiana), ottima ricostruzione di ambienti,
scenografia suggestiva e un buon cast, ma il prodotto non raggiunge i livelli
del passato, per colpa di una sceneggiatura abbastanza irrisolta. Commedia di
ambientazione borghese, per l'occasione veneta e non sicula, scritta da Di
Geronimo e Jemma (Martinez Molla firma l'edizione spagnola) per criticare i
vizi privati e le pubbliche virtù dei proprietari terrieri, l'egoismo dei
possidenti, l'attaccamento alla roba
di pirandelliana memoria. Vediamo in sintesi la trama. Il film si
apre con un prologo. Antonio (Rey) teme di restare senza proprietà alla morte
della moglie, perché il suocero ha nominato unica erede la figlia Rosa, quindi
pretende un voto di castità che la bambina s'impegna a mantenere davanti al
capezzale della madre. Non si potrà sposare fino alla morte del padre e dovrà
accudirlo come una moglie casta
e pura. Salto temporale di vent'anni. Rosa è una donna, timorata d
Dio, che rispetta il voto di castità, pensa al padre e lavora come una serva in
casa propria, accudendo persino uno sciocco fratello (Bory) e la sua donna.
Rosa confessa al parroco (Cannavale) i suoi sogni e i turbamenti, più intensi
quando conosce il cugino Fernando (Ranieri) e comincia provare passione per
lui. Vorrebbe farsi suora e dare le sue proprietà in beneficienza, ma il
perfido padre decide di impedirglielo organizzando una festa di iniziazione
sessuale ai suoi danni, facendola deflorare sia dal cugino che dagli amici. La
turpe macchinazione - di fatto una violenza carnale di gruppo, perpetrata in
famiglia - si ritorce contro il padre, perché Rosa apre gli occhi, si vendica
degli aguzzini e decide di andarsene lasciando alle spalle una famiglia che non
la merita e la tratta come una serva. Il film termina sulle note di una sin
troppo romantica Rosa e
l'amore, intonata dalla voce suadente di Massimo Ranieri, mentre i
titoli di coda scorrono sul conturbante primo piano di Laura Antonelli che
guida la sua auto diretta verso un incerto domani, che comunque sarà il suo
futuro.
Samperi mette in scena una commedia erotica dai contorni neri,
ricca di personaggi negativi, tra i quali primeggia il padre (Rey), ma non sono
da meno il cugino Fernando (Ranieri), il figlio del notaio (De Sica) e una
congrega di amici e parenti interessata soltanto a sesso e denaro. Billi è un
vecchio rincoglionito, De Pinto il figlio adottivo amante di una matrigna
(Fabrizi) piuttosto porca, Crocitti un sessuomane incallito che vive pagando
prestazioni sessuali. Unico personaggio positivo il parroco, interpretato da
Enzo Cannavale, figura dai notevoli contorni umani, il solo comprensivo nei
confronti di Rosa. Gli attori sono molto bravi, a parte gli scadenti francesi
Gabrielle Lazure e Jean Marc Bory (presenti per motivi di coproduzione),
soprattutto Rey e Ranieri, veri mattatori nei rispettivi ruoli da perfidi
antagonisti. Laura Antonelli è una perfetta vittima sacrificale, ingenua e
sopraffatta dai suo aguzzini (padre e cugino in testa) per buona parte del
film, quindi ribelle e vendicativa, decisa a cambiare vita una volta comprese
le macchinazioni ai suoi danni. Il suo personaggio ricorda molto la Angela di Malizia, sia nel
versante erotico - questa volta più spinto - che nel cambiamento caratteriale.
Molta malizia e sensualità, tanti nudi, strip provocanti, foto rubate in un
gioco del si vede non si
vede portato alle estreme conseguenze.
Molta parte della critica
oggi ritiene Samperi un regista sopravvalutato, in parte condividiamo, perché
la sua tematica è monocorde e non si distacca dall'erotismo, ma dobbiamo
ammettere che l'autore padovano riesce a realizzare un cinema che fa della
tensione erotica una vera e propria cifra stilistica. Laura Antonelli è al
massimo del successo, ancora una volta si guadagna il primo posto nei titoli di
testa, prima del regista, di Fernando Rey (attore di Bunuel) e di Massimo
Ranieri. Il pubblica affolla le sale soltanto per vederla nuda non appena le
riviste specializzate cominciano a favoleggiare sul ruolo più erotico e intenso
del solito. Ricordiamo anche Valeria Fabrizi alle prese con alcune sequenze
spinte, soprattutto con gli slip trasparenti tra le mani di De Pinto che
esplora il lato posteriore. De Sica è molto giovane, il ruolo da imbranato
rispecchia quel che gli veniva chiesto in quel periodo storico, mentre Billi è
alle prese con una delle ultime apparizioni (morirà un anno dopo), anche se lo
vedremo ancora in un Pierino (come padre di Vitali) e in W la foca!.
Commedia
grottesca (sin troppo), con eccessi caricaturali dei personaggi, al punto che
spesso ricorda una farsa sguaiata scritta da Milizia e girata da Tarantini.
Molte (troppe) sequenze erotico - comiche sono eccessive, basti pensare al
parapiglia in chiesa durante il matrimonio e la festa successiva, ma anche ai
frequenti rapporti tra il fratello e la futura moglie e ai personaggi
sessuomani che frequentano la casa padronale. La parte del rito pagano con
successiva deflorazione di Rosa è a rischio censura per quanto risulta
esplicita e costa al film il divieto ai minori di anni 18. Molto buone le parti
oniriche e tutto quel che giustifica le pulsioni sessuali di Rosa, ottima
l'ambientazione campestre, curate le scenografie d'epoca, colonna sonora
suadente, a base di musica popolare, ricca di sonorità ispaniche e
tradizionali, che diventa intensa in fase di rapporti erotici. Molte le
citazioni da Malizia,
soprattutto il tono e l'ambientazione, oltre a un diffuso erotismo malsano.
Samperi tenta maldestramente di rifare se stesso, anche se resta notevole la
tensione erotica, che di fatto salva il film, assieme a una comicità sguaiata e
da commedia sexy che può convincere gli appassionati del genere ad avvicinarsi
al film.
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