domenica 5 maggio 2013

I ratti di Bloodbuster

Che bella la collana I ratti di Bloodbuster! Tutto il cinema dalla B alla Zeta, è il motto della casa editrice, negozio e videoteca milanese noto a tutti gli appassionati di B-movies nazionali e internazionali. Bella perché è stampata su carta lucida di ottima qualità, ideale per le fotografie, ha un formato tascabile, un prezzo accessibile (13 euro per 200 pagine) e si occupa di argomenti interessanti affrontati da autori competenti.


Il primo volume che mi è capitato tra le mani è Nudi e crudeli - I mondo movies italiani, riedizione aggiornata del vecchio (ma sempre attuale) saggio Granata Press, scritto da Antonio Bruschini (un amico prematuramente scomparso) e Antonio Tentori. Certo, non è un libro che soddisferà i palati esigenti dei critici storici del b-movies italiano, perché sintetico e informativo, poco approfondito, alla portata di tutti, divulgativo. A mio parere certe caratteristiche rappresentano un pregio e fanno del volume una preziosa guida che nelle mani di un neofita può trasformarsi nella lanterna ideale per illuminare un percorso iniziatico. Non solo Jacopetti, Cavara e Morra, ma anche Civirani, Mattei, D’Amato e chi più ne ha più ne metta. Non manca un elenco dei film affrontati e un indice per individuare le singole pellicole collegandole alle pagine del testo.


Il secondo volume che ho letto è ancora più prezioso: Carceri… conventi… campi di concentramento… TUTTE DENTRO! - Il cinema della segregazione femminile. Autori Stefano Di Marino (scrittore noir della collana Segretissimo e grande esperto di cose orientali) e Corrado Artale (che prende in esame il genere più esecrato del cinema, il nazi-porno). Non avevamo mai letto un libro così preciso e puntuale nel narrare generi di assoluta serie zeta come women in prison, tonaca-movie e nazi-porno. Pure in questo caso non si scava nei particolari, ci si limita  a segnalare, riassumere, sintetizzare, ma si solletica la curiosità del cinefilo e del semplice curioso, invitandolo a cercare i film per farsi un’idea su generi strampalati che un tempo hanno molti estimatori. Certo, pare passato un secolo dagli anni in cui attendevamo mezzanotte per vedere Le evase su Telelibera Firenze, interpretato da Lilli Carati, oppure facevamo carte false per andarci a sorbire la terza visione de La novizia con una seducente Gloria Guida nei panni di una giovane suora. Sarà perché abbiamo nostalgia della nostra adolescenza inquieta che abbiamo divorato questi due libretti, ricordando Jacopetti e i censori democristiani, ma anche le domeniche al cinema, tra madeleines proustiane che profumano di rimpianto. E ci piacerebbe tanto passare il testimone della nostalgia ai ragazzi del Duemila. Sarà mai possibile?

Gordiano Lupi

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