Una vecchia locandina con Corrado Pani e Paola Tedesco
Regia: Antonio Bido. Soggetto: Vittorio Schiraldi, Antonio Bido. Sceneggiatura: Roberto Natale, Vittorio Schiraldi, Aldo Serio. Fotografia: Mario Vulpiani. Montaggio: Maurizio Tedesco. Musiche: Trans Europa Express. Scenografia e Costumi: Gianfranco Ramacci. Trucco: Giannetto De Rossi. Produttore: Gabriella Nardi. Interpreti: Corrado Pani, Paola Tedesco, Franco Citti, Fernando Cerulli, Giuseppe Addobbati, Gianfranco Bullo, Yill Pratt, Bianca Toccafondi, Inna Alexeivna, Paolo Malco, Cristina Piras, Roberto Antonelli, Gaetano Rampin, Giuseppe Pennese, Giovanni Vanini, Antonio Bido (cammeo come direttore del cabaret).
Un grido di terrore di Paola Tedesco
Roberto Poppi ne Il Dizionario del Cinema Italiano - I Registi fornisce qualche utile dato biografico per inquadrare Antonio Bido, nato a Villa del Conte (Padova) nel 1949, autore di cinque film, dal 1976 al 1991: Il gatto dagli occhi di giada (1977), Solamente nero (1978), Barcamendoci (1984), Mak 100 (1987) e Blue Tornado (1991). Bido è un cineamatore che realizza un Tom Sawyer in 8 mm nel 1962, dirige film sperimentali e indipendenti (Dimensioni, 1970 e Alieno da, 1971), un mediometraggio per l’esercito (Ventiquattro mesi, 1972), documentarista e infine aiuto di Giuseppe Ferrara (Faccia da spia, 1975), con cui collabora dal 1972 al 1980. Il suo film più noto resta il thriller con cui debutta nel 1977, divenuto per gli appassionati un piccolo cult-movie. Interessanti anche il giallo Solamente nero, interpretato da Stefania Casini e Lino Capolicchio, l’ironico Barcamenandoci, con i protagonisti intenti a costruire una barca per fuggire dalla realtà, e il sentimentale Mak Pi greco 100, interpretato da Rosita Celentano, Ray Lovelock, Erika Blanc, ambientato nella zona di Livorno tra i militari dell’Accademia Navale. Negli anni Ottanta, Bido realizza pellicole per le forze armate e il film per la tv Aquile (1989), mentre la sua ultima opera è Blue Tornado (1991), firmata con lo pseudonimo di Tony B. Dobb, dove imita Top Gun e cerca di fare cinema fantastico con risultati modesti.
L'affascinante Paola Tedesco
Il gatto dagli occhi di giada è un thriller diretto dall’esordiente Antonio Bido, che rende un tardivo omaggio a Dario Argento con un titolo zoologico che ricorda L’uccello dalle piume di cristallo (1970), Il gatto a nove code (1971), Quattro mosche di velluto grigio (1971), ma anche lavori di Lucio Fulci come Una lucertola dalla pelle di donna (1971). Il titolo ha un collegamento con la pellicola solo per i ridicoli occhi gialli dell’assassino che ricordano il colore della giada. Tecnicamente siamo di fronte a un giallo, che - come tutti i gialli all’italiana - risulta caratterizzato da momenti di efferatezza ed è costellato di omicidi estremi. Bido cavalca una moda, ma soprattutto cerca di ispirarsi e di citare maestri come Argento, Martino e Fulci in un thriller ad alta tensione che svela il colpevole soltanto nelle ultime sequenze. Il film è ambientato in gran parte a Roma, dove l’affascinante attrice di cabaret Mara (Paola Tedesco) assiste all’omicidio di un farmacista. Siamo soltanto all’inizio, perché il killer perseguita la ragazza, convinto di essere stato visto e deciso a eliminarla. Mara incontra Lukas (Corrado Pani), una vecchia fiamma del passato, che si improvvisa detective e alla fine scopre il mistero. Franco Citti è il sospettato numero uno, perché condannato ingiustamente da una giuria popolare, mentre il killer uccide proprio i componenti di quella corte. Sarebbe troppo semplice, infatti nel rocambolesco finale scopriamo che un giudice ebreo ha vecchio motivi di rancore verso un gruppo di delatori fascisti (riuniti da lui nella giuria), colpevoli di aver mandato a morire i suoi familiari. Il figlio è l’esecutore materiale dei delitti e nelle sequenze finali viene ucciso dal padre, che - pentito di aver allevato un mostro - subito dopo si toglie la vita. Atmosfere inquietanti, musica eccellente dei Trans Europa Express che anticipa il tema di Suspiria dei Goblin, soggettive dell’assassino che omaggiano Argento e Martino, macabri omicidi alla Profondo rosso ripresi con dovizia di particolari, una storia ben sceneggiata che tiene in tensione sino alla fine. Tutti pregi che devono fare i conti con una struttura convenzionale e con un montaggio non sempre serrato, come tradizione del thriller italiano.
Paolo Mereghetti assegna una stella e mezzo: “Un film che si inserisce senza troppa fantasia nella serie dei thriller italiani di quegli anni, ma le occasionali atmosfere inquietanti sono rovinate da trovate ridicole. Ed è opinabile tirare in ballo l’Olocausto per la soluzione del giallo”. Morando Morandini è più in sintonia con la nostra valutazione (due stelle di critica e tre di pubblico): “Thrilling alla Dario Argento che riesce a creare la tensione drammatica con l’artificio di trucchetti noti, ma di indubbio effetto, toccando qua e là alcuni temi sociali più impegnativi. Interpreti buoni”. Pino Farinotti conferma le due stelle senza avventurarsi in giudizi critici. Marco Giusti su Stracult è abbastanza obiettivo: “Opera prima di Antonio Bido. È una sotto - argentata complessa con un giudice che vuole eliminare i delatori che hanno portato allo sterminio della sua famiglia ebrea nei campi di concentramento. Allora funzionò abbastanza bene”. Rivisto su Iris - la televisione digitale di Mediaset - il 24 aprile 2012, garantisco che funziona ancora molto bene e che non è per niente invecchiato.
Un omicidio efferato
Il gatto dagli occhi di giada ha una versione nordamericana (Watch Me when I Kill) distribuita da Herman Cohen - con una diversa scena iniziale -, tedesca (Die Stimme des Todes), svedese (Katten Med Stengat) e danese (Kattens Ofre).
Corrado Pani
Ottimi gli attori. Corrado Pani è un convincente investigatore privato, Paola Tedesco una bella attrice di cabaret, che non perde occasione per mettere in mostra le lunghe gambe grazie a ridotti costumi di scena, Franco Citti un ottimo sospettato numero uno. Nel cast anche il fulciano Paolo Malco e lo stesso Antonio Bido recita un piccolo cammeo, come farà anche in Solamente nero.
Per vedere il film integrale: http://www.youtube.com/watch?v=KSBEp6ngpyY
Gordiano Lupi
ciao bella recensione. Per me questo è il miglior giallo di sempre, superiore anche a Profondo rosso. Non è che conosci la bella musica lirica che canta la soprano alla casa di riposo di Padova mentre i vecchi dormono? Sono sicuro che è famosa ma non riesco a trovare il titolo da nessuna parte. Grazie.
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