di Steno
Regia: Steno (Stefano Vanzina). Soggetto: Rodolfo
Sonego. Sceneggiatura: Alesandro Continenza, Diego Fabbri, Ugo Guerra,
Rodolfo Sonego, Steno. Fotografia: Mario Bava. Montaggio: Mario Serandrei,
Giuliana Attenni. Effetti Speciali: Mario Bava. Musica: Angelo Francesco
Lavagnino. Scenografia: Piero Filippone. Costumi: Veniero Colasanti.
Produttore: Franco Cristaldi. Case di Produzione: Titanus/ Vides
- Les Films Marceau. Distribuzione: Titanus. Durata: 94'. Colore.
Produzione: Italia/ Francia. Interpreti: Alberto Sordi (Nerone), Vittorio De
Sica (Seneca),Gloria Swanson (Agrippina), Brigitte Bardot (Poppea), Ciccio
Barbi (Aniceto), Arturo Bragaglia (senatore), Giorgia Moll (Lidia), Amalia
Pellegrini (Acerronia), Amedeo Trilli (soldato), Mino Doro (Corbulone),
Giulio Calì (carpentiere), Agnese Dubini (Ugolilla), Memmo Carotenuto
(Crepereio), Mimmo Poli (costruttore teatro), Barbara Shelley (ospite), Mario
Mazza (Tacito). Doppiatori: Tina Lattanzi (Bardot), Fiorella Betti (Swanson),
Luigi Pavese (Barbi), Glauco Onorato (Carotenuto).
Mio figlio
Nerone (1956) è una sorta di peplum comico con protagonista Alberto
Sordi, che mette in evidenza la bellezza giovanile e discinta di Brigitte
Bardot (Poppea), ma anche la bravura di Vittorio De Sica (Seneca) e di Gloria
Swanson (Agrippina). Le follie di Nerone, il suo amore per il canto, i rapporti
con le donne e la presunta codardia vengono messi alla berlina, ma il film
delude le attese. Non è un kolossal,
come si pensava, ma una semplice commedia, divertente, persino erotica (per i
tempi), ma niente di trascendentale. Nerone vive circondato da amici
fannulloni, vessato da una madre invadente, consigliato da un furbo Seneca e
amato dalla fidanzata Poppea.
Gli amici lo illudono di essere un grande
cantante e lo esortano a occuparsi di arte invece di governare l’Impero. Agrippina
richiama il figlio al dovere e vorrebbe farlo partire per la guerra, cosa che Nerone
aborrisce al punto di tentare di liberarsi della madre. Nerone tenta di avvelenare
Agrippina ma non ci riesce e finisce per prendersela con i suoi amici, che
vorrebbe sterminare, ma Seneca rimedia in extremis. Nerone torna a cantare, organizza
orge nel palazzo, con la bella Poppea che fa il bagno nel latte per conservare
la pelle morbida. Tenta di far affogare la madre sabotando una nave, ma Agrippina
si salva e torna a palazzo per fare un accordo con Seneca e Poppea. La madre
promette che Nerone sposerà Poppea se gli amici riusciranno a farlo smettere di
cantare. Quando Nerone sente dire che non sa cantare, in preda alla follia,
brucia la città, fa fuori Agrippina, Poppea e Seneca. Nel finale vediamo
Nerone soddisfatto tra i busti di cemento che immortalano le persone uccise.
Un film che le cronache raccontano di difficile
gestazione. Anita Ekberg era la prima scelta per il ruolo di Poppea, ma alla
fine si optò per la poco nota Brigitte Bardot, che è di una bellezza
conturbante. Tutti la ricordiamo quando fa il bagno nel latte, ma anche in
numerose scene dove mostra le lunghe gambe, mentre in un frammento di sequenza si
intravede un seno.
Gloria Swanson pretendeva attenzione, si dava arie da
attrice inglese di gran classe, relegata a un set di attori non internazionali.
Steno ebbe il suo bel da fare per convincerla a recitare le battute previste
dal copione; si può dire che - visto il suo carattere - fosse perfetta per
interpretare la perfida Agripina. Vittorio De Sica si limitò a recitare il suo
ruolo, con grande classe, come sempre, senza interferire nella direzione del
film. Il ruolo di Seneca gli calza a pennello, soprattutto quando fa sfoggio di
abilità oratoria. Alberto Sordi regala un’interpretazione perfetta parodiando
un Nerone imbelle, dedito al vizio, un po’ folle, strampalato, bambinone,
ossessionato da piccole manie. Un’interpretazione memorabile. Per molto tempo,
noi ragazzi degli anni Sessanta, abbiamo avuto in mente il Nerone di Sordi ogni
volta che dovevamo fare i conti con il personaggio storico. Il soggetto di
Sonego è ironico, farsesco, leggero, pesca dalle leggende e non si cura di
rispettare la verità storica, realizzando un ritratto caricaturale
dell’Imperatore romano. Fotografia ed effetti speciali sono di Mario Bava: lo
spettatore smaliziato se ne rende subito conto dai colori intensi e dai trucchi
artigianali.
Rassegna critica. Paolo Mereghetti (una stella):
“Fiacchissimo tentativo di mettere in
farsa le follie di Nerone e i suoi complicati rapporti con le donne. Sordi
recita con il pilota automatico, anche quando compone una sinfonia con
accompagnamento di maiale, coniglio, capra e gufo; la Swanson pensa
evidentemente solo all’ingaggio e la Bardot è sempre tropo vestita”. Morando
Morandini (una stella per la critica, tre stelle per il pubblico): “Voleva
essere forse una satira: è la più bolsa e scadente delle farse”. Pino Farinotti,
controcorrente, concede tre stelle, ma non motiva. Proviamo a farlo noi che
siamo dalla sua parte. Il film gode di un’ottima fotografia, una sceneggiatura
impeccabile, una recitazione perfetta, ergo il divertimento è assicurato. La
critica alta non sopporta la farsa,
che, con buona pace di Mereghetti e Morandini, presenta antecedenti nobili,
basti pensare alle commedie di Plauto. Da recuperare.
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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