venerdì 3 aprile 2020

Totò, Peppino e la dolce vita (1961)

di Sergio Corbucci



Regia: Sergio Corbucci. Soggetto. Steno, Lucio Fulci. Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi, Mario Guerra. Fotografia. Alvaro Mnacori. Montaggio: Renato Cinquini. Musiche. Armando Trovajoli. Scenografia: Piero Filippone. Costumi: Maria Baroni. Trucco e Parrucco: Nilo Jacoponi, Carlo Sindici. Produttori: Mario Mariani, Gianni Buffardi. Casa di Produzione: MB Film. Distribuzione. Cineriz. Durata. 87’. Genere: Commedia/Farsa. Colore: B/N. Interpreti: Totò (Barbacane il posteggiatore e il nonno), Peppino De Filippo (Peppino Barbacane, cugino), Mara Berni (Elena), Francesco Mulè (Gugo), Rosalba Neri (Magda), Antonio Pierfederici (conte Oscar), Gloria Paul (Patrizia), Peppino De Martino (ministro), Tania Berjll (Alice), Mario castellani (presidente SPA), Daniele Vargas (marchese Fortebraccio), Giancarlo Zarfati (Renato), Diana Perbellini (Luisa Giovanna), Irene Aloisi (baronessa Renata Francesca), Jacqueline Pierreux (Jacqueline), Franco Rossellini (un invitato), Jo Staiano (omosessuale), Gianfranco Piacentini (Coriolano), Gianni Baghino (ladro d’auto), Mimmo Poli (il palo), Nino Vingelli (spacciatore), Sergio Corbucci (cliente che vuole telefonare).


La dolce vita (1960) è un film epocale che scandalizza l’Italia bacchettona e moralista, ma la genialità di Fellini è tale da inventare nuove parole del gergo quotidiano che saranno inserite nel vocabolario della lingua italiana: vitelloni, paparazzi, persino bidone. Sergio Corbucci dirige nel 1961 una satira dai toni farseschi, scritta da Steno e Lucio Fulci, sceneggiata dal fratello Bruno: Totò, Peppino e la dolce vita


Totò e Peppino De Filippo sono i mattatori di una commedia che riprende luoghi e situazioni del film originale tuffandoli nell’acido corrosivo della commedia plautina. Il film doveva ammiccare al titolo originale per ricalcare il successo del capolavoro, sfruttando le costose scenografie di una via Veneto ricostruita in studio, per rendere del tutto felliniano anche il prodotto comico. Il regista avrebbe dovuto essere Camillo Mastrocinque, che diresse solo la prima scena in via Veneto, poi abbandonò per contrasti con la produzione e fu scelto al suo posto Sergio Corbucci. Pare che la sceneggiatura non fosse stata scritta per intero ma che ogni giorno si procedesse aggiungendo o togliendo battute e sequenze, ispirandosi al soggetto firmato Fulci e Steno. 


Il canovaccio base è La dolce vita, messa in parodia sin dalle prime battute quando Peppino - cugino integerrimo e moralista di Totò - fa togliere dai muri i manifesti del film di Fellini, giudicato volgare. I due cugini sarebbero a Roma per realizzare i desiderata del nonno: corrompere i politici per far spostare il tracciato autostradale dalle proprie terre. In realtà i due si dedicano soltanto ai piaceri che la capitale dispensa, tra feste private di nobili e incontri galanti, fotografati da immancabili paparazzi. Molte citazioni del film originale. Abbiamo la scena dei poveracci al night in compagnia di due belle americane e in mezzo alle ballerine, la droga scambiata per borotalco, lo champagne napoletanizzato (“Mo’ esce Antonio” invece di Moët & Chandon). Il bagno della bellezza (Rosalba Neri) non si svolge a Fontana di Trevi ma nella casa di Totò, allagata perché vive in una catapecchia malsana. 

La bellissima Gloria Paul tra Totò e Peppino

Molte battute politiche costano tagli da parte della censura e divieti ai minori, tra un politico che sembra Fanfani rincorso in chiesa per un posto di lavoro, battute sulla Democrazia Cristiana, citazioni da Marx e Mussolini, giochi di parole tra Proci e froci …. La critica contemporanea non apprezza i numerosi doppi sensi erotici, a volte un tantino volgari, così come non approva alcune sequenze con attrici troppo svestite. Sergio Corbucci compare in due rapide sequenze al bar come cliente spazientito che vorrebbe telefonare ma Peppino non glielo permette. Presenze femminili interessanti come Gloria Paul, Rosalba Neri (emula di Anita Ekberg per un bagno meno nobile) e Tania Beryll. 

Sergio Corbucci nel cammeo al Bar

Attori bravi, anche nei ruoli minori, a parte i grandissimi (e in perfetta forma) Totò e Peppino, citiamo Francesco Mulé (avvocato fedifrago) e Mario Castellani (spalla di lusso). Sergio Corbucci dirige con mano ferma, imitando lo stile felliniano, mentre la fotografia di Mancori è un nitido bianco e nero che ricorda l’originale. Musiche di Trovajoli.  Sergio Corbucci (Roma, 1927 - 1990) è un regista che lavora molto nel cinema popolare, spaziando tra i generi più in voga, come dice Giacovelli, rendendo scostumata la commedia di costume e portandovi la parolaccia a ruota libera e il riso di grana grossa.

Alcune scene del film:


Il mio cinema è su Futuro Europa: 


Nessun commento:

Posta un commento