sabato 7 giugno 2014

L’infermiera di notte (1979)

di Mariano Laurenti


Regia: Mariano Laurenti. Soggetto e Sceneggiatura. Francesco Miliazia, Mariano Laurenti. Fotografia: Mario Vulpiani. Montaggio: Alberto Moriani. Musiche. Gianni Ferrio. Scenografia: Elio Micheli. Costumi: Silvio Laurenzi. Trucco: Silvana Petri.  Assistente Direttore Artistico: Pietro Innocenzi. Produzione: Luciano Martino per Dania Film. Direttore di Produzione: Paolo Innocenzi. Distribuzione: Medusa. Durata: 95’. Genere: Commedia Sexy. Interni: Safa Palatino (Roma). Esterni: Puglia (Martinafranca, Taranto, Polignano a Mare, Ceglie Massapica). Interpreti: Lino Banfi, Gloria Guida (doppiata da Serena Verdirosi), Alvaro Vitali, Francesca Romana Coluzzi, Leo Colonna, Mario Carotenuto, Paola Senatore, Anna Maria Clementi, Lucio Montanaro, Ermelinda De Felice, Vittoria de Silverio, Jimmy il Fenomeno (Luigi Origine Soffiano), Giorgio Soffritti, Nicola Walper, Vittorio Daverio, Valentino Simeoni, Nico Maretti, Francesco Narducci.


L’infermiera di notte di Mariano Laurenti - che vorrà la Guida come interprete di due pellicole sequel de La liceale - riporta l’attrice al personaggio della bella ragazza provocante, ingenua e maliziosa. L’infermiera di notte è scritto e sceneggiato dallo stesso Laurenti con la collaborazione di Francesco Milizia, il ferroviere in prestito al cinema, mentre le ottime musiche sono composte da Gianni Ferrio.


Il capostipite di questa tipologia di film erotico-infermieristici è senza dubbio L’infermiera (1975) di Nello Rossati, interpretato da un’intrigante e supersexy Ursula Andress. Una pellicola cult che tenta di criticare la famiglia italiana piccolo borghese e non si limita a mostrare provocanti strip della bella protagonista e diversi momenti erotici al capezzale del malato. La regia di Rossati non è memorabile, punta su molte sequenze sexy ispirate a Malizia, contando su un cast notevole che comprende Mario Pisu, Duilio Del Prete, Lino Toffolo, Daniele Vargas e Jack Palance. Da questa pellicola sbocciano numerosi tentativi di imitazione che compongono il sottogenere erotico-infermieristico, con il leitmotiv di un malato da accudire e una sexy infermiera che lo seduce. 


Ricordiamo qualche titolo. L’infermiera di mio padre (1975) di Mario Bianchi ricalca il film di Rossati con la variante di Daniela Giordano al posto della Andress. La clinica dell’amore (1976) di Renato Cadueri con Ria De Simone è più porno che erotico. L’infermiera nella corsia dei militari (1979), sempre di Mariano Laurenti, che mette in primo piano il mitico fondoschiena di Nadia Cassini. L’infermiera di campagna di Mario Bianchi con Laura Gemser, forse il peggiore della serie. 


L’infermiera (1975) di Nello Rossati merita qualche parola in più, visto che Ursula Andress è la stupenda capostipite di un ruolo inflazionato. Dopo di lei il diluvio di Nadie Cassini nelle corsie dei militari, infermiere di mio padre, infermiere nere e chi più ne ha più ne metta. La Andress ha un fisico perfetto, statuario, magari i tratti del volto non sono dolci come quelli di Gloria Guida, ma nel ruolo dà il meglio di sé. La trama si racconta in poche battute. Un’intera famiglia assolda la bella Andress per fare da infermiera allo zio malato di cuore. Il suo compito è quello di eccitarlo, andare a letto con lui e accelerarne la morte, per far ereditare l’azienda vinicola ai parenti superstiti. L’infermiera smaschera il complotto con l’aiuto del nipote e alla fine sposa lo zio, che dopo la prima notte di nozze muore tra le sue braccia. L’azienda vinicola viene ereditata proprio dalla bella infermiera. L’infermiera è una commedia divertente, la Andress sprizza sensualità da tutti i pori, la sua bellezza buca lo schermo. Ricordiamo alcune sequenze sexy a base di spogliarelli e diverse scene ad alta gradazione erotica sotto le lenzuola.


Mariano Laurenti imita la mise di Ursula Andress per vestire di bianco Gloria Guida, completa di giarrettiere, biancheria intima e calze velate. Possiamo dire che la Andress è un’ottima insegnante per il ruolo di infermiera ma pure la Guida se la cava bene, da diligente studentessa. L’infermiera di notte si doveva chiamare La ragazza della discoteca, ma il titolo in lavorazione fu modificato per accentuare le assonanze con la pellicola interpretata da Ursula Andress. La trama ruota attorno al dottor Nicola Pischella (Lino Banfi), dentista di successo che ha una moglie (Francesca Romana Coluzzi nella parte di Lucia) e un’amante (Paola Senatore), ma che s’invaghisce pure della bella infermiera (Gloria Guida nella parte di Angela Della Torre). Il dottor Pischella assume l’infermiera per accudire lo zio della moglie (Mario Carotenuto) che va a vivere in casa sua. Lo scopo del dottor Pischella è quello di ereditare le presunte fortune dello zio che sembra vicino a morire, ma tenta pure qualche approccio con la ragazza. 


Prende il via una gustosa commedia degli equivoci con Lino Banfi sempre scoperto sul più bello dalla moglie e frustrato nei maldestri tentativi di seduzione. A far innamorare Angela è il figlio Carlo (Leo Colonna) dopo un incontro casuale in discoteca durante una serata di libertà. Il presunto zio è un truffatore che intende recuperare un diamante nascosto nel lampadario della sala e ogni notte cerca di portare a compimento il maldestro piano. Il vero zio è morto in carcere e prima di morire ha confessato al compagno di cella di aver nascosto il diamante nel lampadario. Dopo una serie di situazioni divertenti si giunge alla scoperta dell’impostore, mentre il diamante viene recuperato da Angela e da Carlo che possono coronare la loro storia d’amore. 


Un buon film, originale quanto basta rispetto al capostipite del sottogenere, che si avvale di ottimi caratteristi della commedia sexy. Mario Carotenuto è straordinario nella parte del vecchio zio, il vero protagonista con le battute in romanesco e i commenti salaci di fronte alle forme seducenti della bella infermiera. Lino Banfi è in gran forma e i suoi tempi comici sono essenziali in una simile commedia sexy. Molte le battute storiche: “San Peppino di Canosa, come sei carnosa!”, “Facciamo il kamasutrolo”, “Questa poltrona l’ho comprata a Honkongoli” e via di questo passo. Francesca Romana Coluzzi è una perfetta moglie rompiscatole, giunonica, manesca, gelosa, in certi casi persino sexy. Alvaro Vitali (nella parte dell’assistente Peppino) è un formidabile caratterista che mette in campo comicità fisica, smorfie e battute che strappano grasse risate. Notevoli le scene in cui prende il posto del finto zio e in seguito persino della bella infermiera, permettendo al primo di uscire per andare dai complici e alla seconda di vedere Carlo in discoteca. 


Equivoci a non finire con punture prese al posto del malato e tentativi di approccio andati a vuoto da parte del dentista. Ricordiamo Linda De Felice (la cameriera incontinente) e la maschera comica di Jimmy il Fenomeno (il postino). Paola Senatore e Anna Maria Clementi sono due belle presenze femminili che contendono il campo alla giovane infermiera. Anna Maria Clementi è la moglie insoddisfatta di un pugile suonato che fa la posta al figlio del dentista ogni volta che scende le scale. Non riesce mai nell’intento di portarselo a letto, nonostante sfoderi tutte le sue grazie, anche perché sul più bello arriva sempre il marito. Paola Senatore è l’amante del dottore e compare spesso nuda sulla poltrona ribaltabile dello studio dentistico. La Clementi e la Senatore suppliscono a una Gloria Guida che in questo film compare senza veli solo per due brevi momenti. 


La bionda protagonista va ricordata per la sequenza cult del film, quando si avvicina alla finestra, sfila il camice e mostra il seno. Merito del dentista che per vederla nuda mette una stufa nella stanza e provoca un aumento di calore che fa spogliare anche la moglie. L’infermiera resta in slip bianchi e utilizza il camice come ventaglio, mentre un esterrefatto Lino Banfi schiaccia il viso sul vetro della finestra per vedere meglio. Gloria Guida torna alla sua prima passione artistica, canta La musica è di Calabrese - Ferrio in una delle scene girate in discoteca, che rallentano il film e distolgono l’attenzione dalla trama. La Guida indossa un sensuale completo rosso e balla insieme al compagno sullo stile de La febbre del sabato sera che John Travolta aveva da poco portato al successo. Nel finale abbiamo un’altra breve sequenza sexy con Angela che si lascia accarezzare il seno da Carlo e si distende sul letto del finto malato che si trova in sala per cercare il diamante. Purtroppo la sua ennesima caduta interrompe la scena.


L’infermiera di notte è girato quasi completamente in Puglia, come molte commedie sexy con protagonista Lino Banfi. Molte location sono molto riconoscibili, soprattutto Polignano a Mare,  il centro storico, ma anche il suggestivo lungomare e l’hotel ristorante Grotta Palazzese, dove Gloria Guida e Lino Banfi pranzano insieme. Altre scene sono girate a Ceglie Massapica, nella discoteca “Io Valentino”, dove Gloria Guida balla con Leo Colonna alla moda di John Travolta e canta La musica è, mentre il d.j. Lucio Montanaro annuncia la vittoria dei due ballerini. Citiamo tra le location pugliesi che ospitano la troupe anche Taranto (lungomare, porto, Park Hotel) e Martinafranca (piazza XX Settembre, via Verdi e Ospedale civile). Alcuni interni, invece sono girati negli stabilimenti Safa Palatino di Roma.


Inutile dire che a Mereghetti il film non è piaciuto per niente. Una stella basta e avanza. “Una delle innumerevoli sboccate varianti trovate per  soddisfare voyeurismo, pruriti e voglia di liberazione sessuale di quegli anni”. Per Marco Giusti è “una grandissima commediaccia dei tempo d’oro con una Gloria Guida al massimo splendore”. A nostro parere L’infermiera di notte è un’ottima commedia sexy, divertente, piacevole, con molto ritmo e grandi tempi comici. Gli attori sono ben calati nella finzione filmica, oltre a essere molto esperti di simili copioni. La Guida ha il fascino malizioso dei suoi ventitré anni ed è ripresa con mestiere da un bravo Laurenti che ne esalta la giovanile bellezza. La commedia sexy rappresenta il desiderio di liberazione sessuale di quei tempi e fotografa la società italiana in un determinato momento storico. Con buona pace dei puristi del cinema e dei bacchettoni benpensanti. Tra l’altro L’infermiera di notte è stato esportato anche in Francia, Germania Ovest, Spagna, Portogallo e Argentina, dove ha riscosso un discreto successo.


Il mio commento su Rete 4 a L'infermiera di notte

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi

1 commento: